Concetti Chiave
- Il romanzo inizia con una descrizione dettagliata dei luoghi attorno a Lecco, evidenziando il contesto geografico e storico.
- Don Abbondio, un anziano parroco, incontra due bravi che lo minacciano di non celebrare il matrimonio di Renzo e Lucia.
- Gli eventi sottolineano la corruzione e l'impotenza della giustizia nell'epoca della dominazione spagnola in Italia.
- Il personaggio di don Abbondio è descritto come debole e codardo, scelto per convenienza piuttosto che per vocazione religiosa.
- Perpetua, la serva di don Abbondio, cerca di scoprire il motivo del suo turbamento, ma il curato è troppo spaventato per agire.
• I luoghi della storia
Indice
I luoghi della storia
Il romanzo si apre con la descrizione dei luoghi in cui si svolgerà la vicenda:il lago e le montagne intorno alla città di lecco,le campagne circostanti,le strade isolate e i campi. Successivamente l’autore accenna con ironia ai danni della dominazione spagnola in Italia ed infine si procede alla comparsa di don Abbondio.
• Don Abbondio e l’incontro con i bravi.
Don Abbondio e i bravi
La sera del 7 novembre 1628,l’anziano parroco don Abbondio percorre,com’è solito, una stradina di campagna con il suo breviario in mano per tornare verso casa.
Giunto ad un bivio però,vede dinanzi a lui due individui con fare minaccioso e intuisce subito,dagli abiti e dalle armi che indossano,che essi sono dei pericolosi bravi;ovvero criminali al servizio privato dei signorotti locali. A questo punto l’autore,con un ampio inciso,fornisce importanti notizie sui decreti e sulle leggi contro i bravi e denuncia inoltre l’impotenza della giustizia e la corruzione socio-politica dell’ epoca.
• “Questo matrimonio non s’ha da fare”.
Minacce di don Rodrigo
I due bravi raggiungono l’intimorito don Abbondio e, con una buona dose di minacce e bestemmie,impongono al curato di non celebrare il matrimonio fra i due promessi sposi Renzo Tramaglino e Lucia Mondella,e per rafforzare le intimidazioni nominano il loro padrone,don Rodrigo. A quel nome,il curato ,completamente succube delle loro prepotenze,resta talmente terrorizzato da promettere assoluta obbedienza. I bravi se ne vanno urlando una canzonaccia e don Abbondio,ancora sconcertato, si dirige verso casa.
• Il personaggio: don Abbondio.
Il carattere di don Abbondio
Il vecchio curato,don Abbondio, appartiene alla categoria degli umili ed è molto debole e codardo. La sua scelta di vita non è per una vera passione religiosa e spirituale, ma solamente per la convenienza che da essa ne deriva. Ha adattato questo sistema di vita per scansare ogni difficoltà con riverenza e sottomissione ai potenti e ai prepotenti.
• Don Abbondio e il colloquio con perpetua.
Colloquio con Perpetua
Il curato,ritornando a casa,ripensa angosciato al precedente incontro con i bravi. Accompagnato da questi scabrosi pensieri,ritorna a casa e qui trova la serva perpetua. Questa,si accorge immediatamente del turbamento del padrone, e con molta insistenza cerca di scoprirne il motivo. Il curato allora,stanco di tale insistenza, racconta a perpetua,sotto giuramento di riserbo assoluto,l’accaduto. Perpetua allora consiglia al curato di rivolgersi al cardinale di Milano ,Federigo Borromeo,ma tutti i suoi tentativi sono vai perché don Abbondio è talmente spaventato da non sentire ragioni. Si ritira così nella sua camera,sperando che la notte gli porti consiglio.
Domande da interrogazione
- Quali sono i luoghi principali descritti all'inizio del romanzo?
- Chi sono i bravi e quale ruolo svolgono nell'incontro con don Abbondio?
- Come viene descritto il carattere di don Abbondio?
- Cosa consiglia Perpetua a don Abbondio dopo aver appreso delle minacce?
Il romanzo si apre con la descrizione del lago e delle montagne intorno alla città di Lecco, le campagne circostanti, le strade isolate e i campi.
I bravi sono criminali al servizio privato dei signorotti locali. Incontrano don Abbondio e lo minacciano di non celebrare il matrimonio tra Renzo Tramaglino e Lucia Mondella, menzionando don Rodrigo per rafforzare le intimidazioni.
Don Abbondio è descritto come un uomo umile, debole e codardo, che ha scelto la vita religiosa non per passione ma per convenienza, adattandosi con sottomissione ai potenti per evitare difficoltà.
Perpetua consiglia a don Abbondio di rivolgersi al cardinale di Milano, Federigo Borromeo, ma don Abbondio, troppo spaventato, non segue il consiglio e si ritira nella sua camera sperando che la notte gli porti consiglio.