Concetti Chiave
- Renzo è ingiustamente perseguitato dalla giustizia e il potere viene usato contro di lui senza motivo, rappresentando il tema della falsa giustizia.
- Azzeccagarbugli fraintende Renzo, credendolo un criminale, ma alla fine rifiuta di aiutarlo quando viene a sapere della sua relazione con Don Rodrigo.
- Il notaio tenta di arrestare Renzo, ma grazie alla confusione creata dalla folla, Renzo riesce a fuggire.
- Durante la fuga, Renzo cerca di raggiungere l'Adda e viene raccontata una versione distorta degli eventi da parte di un mercante.
- La casa di Renzo viene perquisita dalle autorità in cerca di prove legate agli eventi di Milano, rivelando ulteriormente l'ingiustizia che subisce.
Indice
Tema della falsa giustizia
Tutti gli episodi riprendono il tema della falsa giustizia, di come il potere venga usato ingiustamente contro i deboli, della facilità con cui i potenti ribaltino l’immagine di una persona per farla passare per un criminale. All’inizio del racconto non viene fatta giustizia perché Renzo viene scambiato per una persona malvagia. Successivamente viene fatta giustizia contro Renzo, nonostante non abbia colpe.
- Notaio criminale e tentato arresto Renzo
- La fuga e il racconto del mercante
- “Cammina, cammina…” (Renzo bandito e fuggiasco)
- “la giustizia aveva acchiappato uno dell’osteria”
- Fuga notturna di Renzo verso l’Adda
- La perquisizione della casa di Renzo
(realtà e finzione, potere e cultura, maneggiare leggi)
Prima: Renzo è tornato da Don Abbondio e Lucia ha raccontato cosa è successo.
Intanto: Fra Galdino dalle due donne per chiedere le noci.
Dopo: Renzo racconta cosa è successo, è molto arrabbiato e vuole vendicarsi da solo.
Incontro con l'Azzeccagarbugli
Renzo si incammina attraversando i campi con i 4 capponi in mano, muovendoli in base ai suoi stati d’animo: collera, disperazione
Entrato nell’abitazione del dottore si sente inferiore. Consegna i capponi alla serva e viene accolto. La stanza viene descritta nei minimi particolari: ritratti de’ dodici Cesari, libri impolverati, tavolo pieno di gride. L’ambiente è degradato, ma a tratti dà un’idea di autorità.
Renzo prova a chiedere qualcosa all’Azzeccagarbugli, ma lui lo ferma: vuole sentire la storia, non le domande. Renzo chiede se minacciare un curato per non fare un matrimonio è penale. L’Azzeccagarbugli pensa che lui sia un bravo e che abbia minacciato un curato. Cerca una grida e la legge a Renzo. La pena può arrivare fino alla morte. Azzeccagarbugli dice a Renzo che è stato furbo a tagliarsi il ciuffo (tipico dei bravi). “a saper ben maneggiare le gride, nessuno è reo, e nessuno è innocente”. Azzeccagarbugli dice a Renzo che può salvarlo da questa situazione e che risulterà innocente. Renzo capisce che c’è un’incomprensione e lo ferma. Gli racconta la vera storia, al nome di Don Rodrigo l’Azzeccagarbugli lo caccia. Dice alla serva di ridargli i capponi, non vuole nulla da lui. La prima volta che la serva sente un comando del genere.
Prima: Dopo assalto al vicario va all’osteria della luna piena con uno sbirro, non vuole dire il nome e si ubriaca.
Dopo: scappa a Gorgonzola.
Soliloquio dell'oste e giustizia
L’oste va alla corte di giustizia, intanto ha un soliloquio nel quale rimprovera Renzo per aver creato questo casino. Ripensa alle gride verso gli osti. Arriva alla corte di giustizia, dove intanto sono occupati a risolvere la crisi (obbligano i forti a fare pane ininterrottamente, chiedono grano nei paesi vicini). L’oste racconta ciò che è successo al notaio, che risponde che sa già tutto e anche il nome. È sospettoso, dice che sa che Renzo ha rubato del pane. L’oste nonostante tutto protegge Renzo e dice che ne aveva uno solo e non sa da dove l’ha preso. Dice anche che sa che si sono dette cose contro i potenti. L’oste risponde che non può controllare cosa dicono i suoi ospiti. Il notaio chiede se sa se Renzo sta preparando dei tumulti per l’indomani, ma l’oste gli dice che sta dormendo. Il notaio gli dice di non lasciarlo partire il giorno dopo. Il notaio durante questo discorso ha costruito un’immagine di Renzo non reale, un criminale rivoltoso.
Il giorno dopo mentre Renzo sta dormendo arriva la polizia che lo sveglia. Il notaio vuole che Renzo si sbrighi, ma non vuole che in strada attireranno l’attenzione, quindi intima i poliziotti a non trattarlo con violenza. Renzo dice che vuole parlare con Ferrer. Capisce come mai lo stanno arrestando. Chiede di riavere i soldi e la sua lettera, il notaio non vuole farsi notare e glieli consegna. I poliziotti inaspettatamente lo ammanettano. Il notaio gli dice che loro fanno il loro lavoro e se lui resterà calmo in poco tempo sarà libero.
In strada alcune persone notano la comitiva e si fermano a guardare. I poliziotti vedono che si è radunata una folla e stringono le manette, Renzo si lamenta. La folla interviene e i due poliziotti scappano. Renzo corre via approfittando del casino che si è creato.
Prima: tentato arresto
Dopo: Renzo va alla ricerca dell’Adda
Fuga di Renzo verso l'Adda
Grazie alla folla Renzo riesce a liberarsi e scappare. Qualcuno gli indica la direzione per il convento, ma lui ha già deciso dove andrà. Per non dover rispondere a domande inopportune sceglie una persona molto di fretta per chiedere dove potesse trovare la Porta Orientale che lo avrebbe portato a Bergamo. Passa per il duomo ma decide di non entrare in convento, nonostante lì sarebbe stato al sicuro.
Renzo e il mercante
Arrivato a Gorgonzola entra in un’osteria. Chiede all’oste di fare in fretta che deve riprendere il viaggio, in modo che l’oste non pensi che debba dormire lì e che quindi gli chieda il nome.
Si siede da solo in un angolo, ci sono delle persone che parlano degli avvenimenti di Milano. Un uomo si avvicina e gli chiede se viene da Milano. Renzo risponde che non sa nulla e che viene da Liscate. L’uomo se ne va. Renzo chiede all’oste quanto dista l’Adda: più di quanto pensasse.
Arriva un mercante e lo accolgono tutti con impazienza, viene da Milano e voglio sapere cosa è successo. Il mercante dopo aver mangiato e bevuto inizia a raccontare gli avvenimenti e sottolinea l'innocenza del vicario, che lui conosce perché rifornisce di panni la sua casa.
Distorce la realtà dei fatti e la piega ai propri interessi. Secondo lui tutti i tumulti fanno parte di un grande complotto.
I rivoltosi vogliono entrare nella casa del vicario ma trovano la strada sbarrata. Ha visto la folla passare davanti alla sua bottega, racconta delle facce del diavolo e delle parole che hanno detto. Mentre tornano indietro vedono un forno che stava distribuendo pane e lo saccheggiano.
Vogliono portare tutto in piazza e darle fuoco ma decidono di dar fuoco a tutto dentro la bottega. Qualcuno appende un crocifisso e delle candele, hanno paura di Dio quindi si calmano. Dice che in piazza poi arrivano arciprete e penitenziere e dicono che il pane ora ha un costo bassissimo. La gente piano piano se ne va. Dice la prima cosa giusta “Sapete quanta farina hanno mandata a male, tra ieri e stamattina? Da mantenerne il ducato per due mesi.”
Riferisce che sono state riconosciute le persone che hanno dato il via al tumulto e verranno uccise. Lui è d’accordo, non gli piaceva la situazione, pensa sia la provvidenza, per la sua bottega non era una cosa buona perché i rivoltosi non pagavano e saccheggiavano.
Tra i rivoltosi dice che stavano per arrestare un uomo che ha proposto di uccidere tutti i signori, ma è riuscito a scappare perché i suoi compagni lo hanno aiutato.
Renzo viene strappato dall’osteria, ma riesce a scappare dalla prigione, e viene respinto dalla chiesa, dove sarebbe stato come in trappola, Renzo è rifiutato da ogni tipo di casa, come un bandito. Il suo luogo diventa la strada precaria e incerta. È in una situazione intermedia: è fuori dalla città ma non è ancora nella foresta, tra innocenza originaria e colpa futura, rabbia verso Don Rodrigo e perdono.
Ulisse può ascoltare la sua storia narrata di un poeta, Renzo invece da un mercante, che deforma la narrazione. Ci sono due interlocutori che dicono che loro non sarebbero mai andati a Milano e non avrebbero preso parte ai tumulti. Porta Renzo a farsi un esame di coscienza quando esce dall’osteria e rimane da solo nella notte. Sembra ci sia quasi serenità, ma il paesaggio riporta la tristezza nella storia.
Renzo esce dallo spazio narrativo ma viene richiamato nei dialoghi degli altri personaggi. Sembra che Renzo sia un eroe in un mondo di paura e corruzione e il suo viaggio sembra una prova da superare.
Prima: va via dall’osteria dopo le parole del mercante.
Dopo: Renzo non è personaggio principale ma lo rivediamo nei discorsi della gente.
Renzo e la solitudine
Renzo vuole arrivare all’Adda. Lui ci è cresciuto, il rumore delle acque è facilmente riconoscibile.
Se ci saranno barche partirà la sera stessa, altrimenti aspetterà su una pianta o in un campo. Non c’è nessuno a cui chiedere la strada, continua per quella che pensa sia giusta e pensa.
Non ha più paura di essere inseguito o riconosciuto, ma lo infastidisce la solitudine. Ha ancora i vestiti che ha usato per il matrimonio a sorpresa, è scomodo. Nel buio e c’è vento.
Quando passa per i paesini cerca di non farsi notare ma in giro non c’è nessuno, sente il mugolio dei cani, lamentevole e minaccioso.
Camminando arriva alla fine della campagna coltivata e pensa sia indizio di un fiume vicino, quindi segue un sentiero. Si ferma ad ascoltare ma non sente niente. La fatica si aggiunge al fatto che non vede niente, nemmeno le piante che prima gli facevano quasi compagnia. Arriva in un bosco, prova ribrezzo ad entrarci ma lo fa, e il fastidio accresce.
Sta per perdersi, ha paura ma si fa forza. Si ricorda di aver visto nei campi una capanna dove si deposita la raccolta. Ci arriva. Chiude gli occhi e in mente ha solo 3 immagini (Agnese, Lucia, padre Cristoforo, principalmente le ultime due). Prova vergogna. Ha una nuova concezione di giustizia: “Quel che Dio vuole” rispondeva ai pensieri che gli davano più noia.
La mattina dopo sembra una bella giornata, il paesaggio dà un senso di serenità, con nuvole e molti colori.
Prima: messaggero porta al podestà l’ordine del capitano di giustizia di scoprire novità su Renzo.
Dopo: padre Cristoforo viene mandato a Rimini, Agnese torna a casa.
Perquisizione della casa di Renzo
La lettera dice che devono perquisire la casa di Renzo per controllare se ci sono cose che possono ricondurli ai fatti successi a Milano. Podestà e notaio criminale arrivano a casa sua, sfondano la porta, sembra l’assedio di una città. Vengono interrogati gli amici e i parenti di Renzo.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale del racconto?
- Perché Renzo viene scambiato per una persona malvagia all'inizio del racconto?
- Chi è l'Azzeccagarbugli e cosa fa per aiutare Renzo?
- Come riesce Renzo a scappare dalla prigione?
- Qual è il luogo verso cui Renzo si sta dirigendo nella sua fuga?
Il tema principale del racconto è la falsa giustizia e l'abuso di potere.
Renzo viene scambiato per una persona malvagia all'inizio del racconto a causa di un equivoco e di false accuse.
L'Azzeccagarbugli è un personaggio che aiuta Renzo a capire le leggi e a difendersi dalle false accuse.
Renzo riesce a scappare dalla prigione grazie all'aiuto della folla che si raduna e crea confusione.
Renzo si sta dirigendo verso l'Adda, il fiume dove è cresciuto, nella sua fuga.