gagaiabert
Ominide
5 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • Le fonti storiche di Manzoni per l'Innominato includono Ripamonti, che conobbe personalmente il personaggio, e il Cardinale Borromeo, associato alla sua conversione.
  • Francesco Bernardino Visconti, identificato come l'Innominato, viveva in un castello isolato sul fiume Adda, strategicamente posizionato per fuggire nella Repubblica di Venezia.
  • Manzoni modifica eventi storici reali, come il rapimento di Lucia, per adattarli alla narrazione, mantenendo un alone di leggenda attorno all'Innominato.
  • Nella transizione da "Fermo e Lucia" a "I Promessi Sposi", Manzoni approfondisce il tormento interiore dell'Innominato, culminante nella sua conversione.
  • Il personaggio mantiene un alone di mistero nei "Promessi Sposi", nonostante Ripamonti avesse conosciuto il suo vero nome, per enfatizzare la sua nefandezza leggendaria.

Indice

  1. Ripamonti e l'Innominato
  2. Il Cardinale Borromeo
  3. Le Grida del 1603
  4. Il Castello dell'Innominato
  5. Il Rapimento di Lucia
  6. La Spavalderia dell'Innominato
  7. L'Alone di Mistero

Ripamonti e l'Innominato

Ripamonti: scrisse Historia Patria (in latino e tradotto in italiano), poiché conobbe e parlò con lo stesso Innominato (come anche per la Monaca di Monza: di fatto Ripamonti è considerato una fonte attendibile dei fatti). Afferma di aver conosciuto l'Innominato ''vecchio e pentito'' (proprio come Marianna Virginia).

Il Cardinale Borromeo

Cardinale Borromeo: scrive dell'Innominato, e addirittura viene considerato il responsabile della conversione dell'Innominato.

Le Grida del 1603

Grida del 1603 del governatore di Fuentes: emessa contro di lui e la sua massa di ''scellerati'' (nella grida sono citati anche i nomi dei suoi uomini più in vista= furono dichiarati indegni di risiedere a Milano=fu vietata loro la residenza.

Il Castello dell'Innominato

l'Innominato è un personaggio realmente vissuto, con il nome di Francesco Bernardino Visconti, Conte di Ghiaradadda (località vicino al fiume Adda).

Viveva in un castello isolato, come descrive Manzoni, in una natura impervia e selvaggia.

Aveva il castello nei pressi del fiume Adda, cosicché poteva eventualmente varcare l'Adda ed entrare nella Repubblica di Venezia, se fosse stato perseguito: in un altro Stato rimanevi un cittadino libero anche se avevi commesso un delitto.

Ripamonti descrive il castello, definendolo della ''mala morte''.

Il Rapimento di Lucia

Manzoni, quando narra del rapimento di Lucia, ci parla di un fatto veramente avvenuto, ma con le apposite modifiche da parte dell'autore: Francesco Bernardino aveva rapito una ragazza promessa a un principe straniero (lei si fa rapire volentieri però, si tratta di un matrimonio combinato con il principe), e l'aveva portata nel castello, dove la sposò legittimamente.

La Spavalderia dell'Innominato

Manzoni narra anche di episodi che dimostrano la sua spavalderia: insieme ai suoi bravi entrava nella piazza del palazzo del governatore, a suon di tromba (come se fosse un piccolo esercito) e mandava ingiurie attraverso la guardia alla porta (le reperiva), poi tornava indietro e la folla gli faceva largo---> l'autore lo riferisce per evidenziare la sua autorità, per la quale non riuscivano a catturarlo=>le gride servivano a poco, erano solo provvedimenti che non colpivano i potenti, perché gli stessi potenti erano circondati da bravi.

L'Alone di Mistero

Questi episodi e descrizioni sono riportati da Ripamonti, solo che Manzoni quando scrive il romanzo non vuole sia identificato con Francesco Bernardino, per dargli un alone di leggenda--->nella prima stesura lo chiama Conte del Sagrato, poi Innominato.

Come nel caso della Monaca di Monza, Manzoni posticipa il fatto di una 30ina di anno=manipolazione delle fonti storiche.

Perché Manzoni inizialmente lo chiama ''Conte del Sagrato''?

Lo chiama così perché vuole identificarlo con il suo delitto più atroce=aveva ucciso un uomo che usciva dalla messa con la sua famiglia, sul sagrato (la piazza consacrata davanti alla chiesa).

È considerato un delitto sacrilegio= ha ucciso un uomo di famiglia a colpi di archibugio dopo la messa.

Nel Fermo e Lucia, l'autore non si sofferma ad analizzare il suo tormento interiore che lo porta alla conversione, cosa che fa nei Promessi: descritto nella Notte dell'Innominato, in cui medita il suicidio ma viene fermato dalla voce di Dio=si converte.

Nei promessi sposi il delitto non diventa il tratto caratterizzante del personaggio: tutti i delitti sono atroci, poiché riguardano persone di uguale importanza--->per questo lo chiama Innominato.

Manzoni narra che il nome di questo personaggio non è stato trovato da nessuna parte, afferma che Ripamonti solo lo definiva nefario/malvagio, ma in realtà lui addirittura ci parlò e di certo riportò il suo nome.

Vuole dargli un alone di mistero:'' colui che ha scritto la storia della sua vita forse gli bruciava la penna in mano tanto atroci erano i suoi delitti''=non ha avuto il coraggio di scrivere il suo nome perché revocava troppi delitti.

Domande da interrogazione

  1. Chi era l'Innominato e quale era il suo vero nome?
  2. L'Innominato era un personaggio realmente vissuto, il cui vero nome era Francesco Bernardino Visconti, Conte di Ghiaradadda.

  3. Quale ruolo ha avuto il Cardinale Borromeo nella vita dell'Innominato?
  4. Il Cardinale Borromeo è considerato il responsabile della conversione dell'Innominato.

  5. Cosa rappresentano le Grida del 1603?
  6. Le Grida del 1603 erano un decreto emesso contro l'Innominato e i suoi uomini, dichiarandoli indegni di risiedere a Milano.

  7. Come Manzoni ha modificato la storia del rapimento di Lucia?
  8. Manzoni ha narrato il rapimento di Lucia basandosi su un fatto reale, ma ha apportato modifiche, come il consenso della ragazza al rapimento.

  9. Perché Manzoni ha scelto di non identificare l'Innominato con il suo vero nome nel romanzo?
  10. Manzoni ha scelto di non identificare l'Innominato con il suo vero nome per conferirgli un alone di leggenda e mistero.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community