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Concetti Chiave

  • Le tragedie manzoniane esprimono la concezione di un "Deus absconditus", con un Dio nascosto che permette condizioni esistenziali negative per gli innocenti, rendendo la storia irrazionale e segnata dal male.
  • Manzoni rompe con la tragedia classica scegliendo la tragedia storica, posizionando i suoi personaggi in contesti reali e aderenti alla storicità, secondo il principio del vero.
  • Rifiuto delle tre unità aristoteliche di tempo, spazio e azione, poiché allontanano dalla realtà e dall'autenticità psicologica dei personaggi, influenzando negativamente la moralità.
  • Il teatro è visto come un atto catartico che dovrebbe elevare moralmente lo spettatore, rendendo l'arte un mezzo per migliorare la realtà.
  • Il coro è una novità nel teatro tragico moderno, offrendo all'autore uno spazio per esprimere la propria visione, rendendo la scena più oggettiva e meno influenzata dalle emozioni personali.

Indice

  1. Concezione del Deus Absconditus
  2. Rottura con la tradizione
  3. Rifiuto delle unità aristoteliche
  4. Moralità e catarsi nel teatro
  5. Il ruolo del coro
  6. Struttura narrativa del coro

Concezione del Deus Absconditus

Nelle tragedie manzoniane si ha la concezione di un “Deus absconditus”, un Dio silenzioso, nascosto all’uomo e la prova di ciò sta nel fatto che persone innocenti si trovino in condizioni esistenziali negative. La storia, quindi, risulta essere irrazionale poiché oltre a condannare i giusti è caratterizzata dalla guerra. Quell’arte tipica della storia che dovrebbe portare onore è segnata e macchiata dal male perché è ciecamente obbediente allo stato che contrasta la morale. Si può notare anche in questo caso una rottura con il genere tradizionale delle tragedie. Una rottura che, tra l’altro, è alimentata da quattro fattori:

    Rottura con la tradizione

  1. La scelta della tragedia storica. La tragedia classicheggiante isolava l’azione completamente senza che la storia potesse influenzare i personaggi e gli eventi; era fedele alle tre unità aristoteliche per cui i fatti avevano la durata di una giornata, non c’erano mutamenti di scena, non c’era l’intreccio contemporaneo di più scene. Manzoni, al contrario, vuole collocare i suoi personaggi in un contesto aderente alla realtà e alla storicità secondo il suo principio del vero. Le sue volontà di rivoluzione della tragedia vengono sposte nella lettera a Monsieur Chauvet. Manzoni dice, infatti, di non voler inventare dei fatti per adattare ad essi dei sentimenti ma vuole spiegare quello che gli uomini hanno sentito mentre compivano le azioni. Nella storia, infatti, già è presente il più ricco e affascinante repertorio di soggetti drammatici che si possono analizzare con l’invenzione poetica. Tutto è sostenuto da un’ approfondita conoscenza storica e ne è un esempio i saggi sui fatti principali dei personaggi principali che precedono la tragedia vera e propria. Gli altri tre fattori sono esposti nella prefazione al Conte di Carmagnola
  2. Rifiuto delle unità aristoteliche

  3. Rifiuto delle tre unità aristoteliche di tempo, spazio, azione poiché non favoriscono l’adesione alla realtà ma porta ad allontanarsi da essa. Questo perché si racchiude l’azione in un limitato tempo e spazio e il poeta è costretto a esagerare le passioni per concludere la scena a costo dell’autenticità e le diverse sfumature delle psicologie dei personaggi. L’adesione alla falsità, poi, ha anche degli effetti sulla moralità dal momento che vengono fatti arrivare al pubblico messaggi sbagliati.
  4. Moralità e catarsi nel teatro

  5. Moralità del teatro. Ripresa di una visione aristotelica del teatro che lo vede come un atto catartico grazie alla sua caratteristica di far prendere coscienza degli avvenimenti facendo nascere un desiderio di elevazione morale. L’arte, infatti, deve rendere le cose migliori e mostrare come in realtà dovrebbero essere.
  6. Il ruolo del coro

  7. Il coro è una novità nel teatro tragico moderno. Viene definito cantuccio perché è un luogo che l’autore ritaglia per sé dove l’autore possa parlare in prima persona, esprimendo la propria visione e reazione di fronte fatti tragici e ai comportamenti dei personaggi. In questo modo si diminuisce la tentazione di entrare nella scena rendendola così quanto più oggettiva possibile. In particolare il coro si trova, per quanto riguarda il Conte di Carmagnola, nei primi carmi ed esecra la guerra civile mentre nell’Adelchi il coro interviene nel giudizio sulla schiavitù a cui furono soggiogati i Longobardi e sulla morte di Ermengarda.
  8. Struttura narrativa del coro

  9. La struttura narrativa del coro ha una situazione iniziale al presente, un racconto breve di un fatto al passato prossimo, un ricordo passato narrato al passato remoto, un racconto di un fatto avvenuto poco dopo il ricordo al passato prossimo per poi ritornare al presente. C’è una struttura circolare.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la concezione del "Deus Absconditus" nelle tragedie manzoniane?
  2. Nelle tragedie manzoniane, il "Deus Absconditus" è un Dio silenzioso e nascosto, evidenziato dal fatto che persone innocenti si trovano in condizioni negative, rendendo la storia irrazionale e segnata dal male.

  3. In che modo Manzoni rompe con la tradizione delle tragedie classiche?
  4. Manzoni rompe con la tradizione scegliendo la tragedia storica, collocando i personaggi in un contesto reale e storico, rifiutando le unità aristoteliche e spiegando i sentimenti umani attraverso azioni storiche.

  5. Perché Manzoni rifiuta le unità aristoteliche di tempo, spazio e azione?
  6. Manzoni rifiuta le unità aristoteliche perché limitano l'adesione alla realtà, costringendo a esagerare le passioni e allontanandosi dall'autenticità e dalla moralità.

  7. Qual è il ruolo del coro nel teatro tragico moderno secondo Manzoni?
  8. Il coro nel teatro tragico moderno è un "cantuccio" dove l'autore esprime la propria visione, riducendo la tentazione di entrare nella scena e mantenendo l'oggettività.

  9. Come è strutturata la narrativa del coro nelle tragedie manzoniane?
  10. La struttura narrativa del coro è circolare, iniziando al presente, passando per un racconto al passato prossimo e remoto, e ritornando al presente.

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