Concetti Chiave
- Dino Compagni, guelfo bianco, esprime profonda passione politica e indignazione verso il ceto mercantile favorito da papa Bonifacio VIII.
- La visione politica del Compagni è utopistica, portandolo a fallire nel comprendere che moralità e onestà non frenano la violenza.
- La Cronica di Compagni narra la storia di Firenze dal 1280 al 1312, focalizzandosi sul contrasto tra Guelfi e Ghibellini, e poi tra Bianchi e Neri.
- La Cronica non è imparziale; riflette la partecipazione emotiva e le posizioni di parte di Compagni, rendendola un'opera più politica che storica.
- Il tono appassionato e polemico della Cronica evidenzia il coinvolgimento personale di Compagni negli eventi descritti.
Indice
La passione politica dello scrittore
Quale passione politica anima lo scrittore? Lo scrittore è un guelfo bianco, di grande dignità morale ed animato da una profonda passione per la politica. Tuttavia il Compagni, come anche Dante, non capisce che il ceto mercantile, favorito da papa Bonifacio VIII, ha ormai preso il sopravvento nel governo di Firenze.
È da tale incomprensione che derivano la sua amarezza e la sua indignata eloquenza, espresse mediante apostrofi dalle quali si evince l’incapacità di comprendere le ragioni economiche, sociali, politiche e religiose dei suoi avversari.
Visione utopistica di Compagni
Quale visione della vita politica esprime il Compagni? Il Compagni, in questo brano tratto dalla Cronica, esprime una visione utopistica della vita politica. Questa è stata anche la ragione del suo fallimento: egli, come ha scritto il critico Pazzaglia, “non si rese conto che la moralità e l’onestà non sempre bastano a frenare la violenza”.
Argomento della Cronica
Qual è l’argomento della Cronica, l’opera da cui è tratto il brano presentato? L’argomento della Cronica delle cose occorrenti ne’ tempi suoi, l’opera scritta dal Compagni tra il 1310 ed il 1312, è la storia di Firenze dal 1280 al 1312, con particolare riferimento agli avvenimenti del 1300: prima il contrasto tra Guelfi e Ghibellini, poi tra Bianchi e Neri.
Parzialità della Cronica
Tra i pregi della Cronica possiamo includere l’imparzialità?
No, soprattutto perché Dino Compagni prese parte alle vicende politiche e sociali narrate nella sua Cronica che, pertanto, riflette il suo stato d’animo di uomo di parte e di scrittore polemico. La parzialità del Compagni si evince dal tono appassionato ed oratorio dell’epoca che fu scritta alcuni anni dopo l’uscita del suo autore dalla vita politica di Firenze, ma che non per questo restò priva di spunti polemici e convenzionali etiche e politiche. Non si può quindi considerare la Cronica il testo di uno storico, quanto piuttosto di un politico, anche perché i fatti narrati non sono trattati in maniera obiettiva e sono condizionati dalla partecipazione emotiva del Compagni alle vicende del tempo.
Domande da interrogazione
- Qual è la passione politica che anima Dino Compagni nella sua Cronica?
- Quale visione della vita politica esprime Dino Compagni nella sua opera?
- La Cronica di Dino Compagni può essere considerata imparziale?
Dino Compagni è animato da una profonda passione politica come guelfo bianco, ma non comprende il predominio del ceto mercantile favorito da papa Bonifacio VIII, il che genera la sua amarezza e indignazione.
Dino Compagni esprime una visione utopistica della vita politica, credendo che moralità e onestà possano frenare la violenza, una visione che ha portato al suo fallimento.
No, la Cronica non è imparziale poiché riflette il coinvolgimento personale e lo stato d'animo di Dino Compagni, risultando in un'opera più polemica e di parte che storica.