laetitia97
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Concetti Chiave

  • Primo Levi, deportato ad Auschwitz nel 1944, ha scritto "Se questo è un uomo" per testimoniare la sua tragica esperienza nel lager.
  • Il libro è una cronaca dettagliata della vita nel campo di sterminio, evidenziando la perdita di libertà e dignità umana subita dai prigionieri ebrei.
  • Nelle condizioni estreme del lager, gesti come lavarsi diventano simboli di resistenza morale per mantenere la propria umanità.
  • Levi descrive la vita quotidiana nel lager, con le sue rigide gerarchie e la necessità di scambiare beni per sopravvivere, come il pane usato come moneta.
  • Il lavoro nel Kommando chimico e l'amicizia con altri prigionieri offrono a Levi momenti di speranza e la possibilità di sopravvivere fino alla liberazione.

Indice

  1. Laureato in chimica e deportazione
  2. Esperienza nel campo di Auschwitz
  3. Vita quotidiana nel lager
  4. Sopravvivenza e dignità umana
  5. Lavori e gerarchie nel campo
  6. Esperienze personali e amicizie
  7. Selezione e liberazione
  8. Riflessioni sul libro

Laureato in chimica e deportazione

Laureato in chimica, nel 1944 fu deportato, come ebreo, nel campo di sterminio di Auschwitz. Fortunosamente sopravvissuto, al ritorno riprese l’attività di chimico e contemporaneamente, spinto dalla volontà di testimoniare la sua tragica esperienza scrisse i romanzi: “Se questo è un uomo” e “La tregua”.

Tutte le opere che sono seguite a queste lo dimostrano un osservatore acuto e profondo della realtà storica contemporanea. Muore suicida nel 1987 dopo essersi gettato dalla tromba delle scale, oppresso da ricordi troppo pesanti per lui.

Esperienza nel campo di Auschwitz

Il libro scritto fra la fine del 1945 e l’inizio del 1947 è un resoconto minuzioso e asciutto, una cronaca volutamente dimessa di un’esperienza estrema.

Levi è narratore e protagonista del testo autobiografico.

Vita quotidiana nel lager

La narrazione inizia con la cattura dello scrittore da parte dei fascisti il 13 dicembre 1943. A fine gennaio 1944, Primo Levi fu inviato in quanto ebreo, nel campo di internamento di Fossoli, presso Modena, e il 22 febbraio, con altri 650 prigionieri, partì per Auschwitz, dove venne registrato e subito trasferito al campo di Monowitz, in Alta Slesia, uno dei lager che, con Birkenau e numerosi altri, dipendevano dal campo di concentramento di Auschwitz. E’ noto ormai a tutti che essere inviati al lager equivaleva ad una condanna a morte, ma in questa discesa agli inferi appare subito chiara la volontà nazista di togliere ai prigionieri ebrei, prima ancora della vita stessa, la libertà e la dignità umana.

Sopravvivenza e dignità umana

Nel lager, ogni più elementare esigenza vitale diventava un problema invalicabile, per esempio molti prigionieri erano disorientati dal fatto di sentire lingue sconosciute al loro orecchio. Il loro sonno era teso e amaro, travagliato da molti incubi; un altro problema era il mangiare la zuppa senza cucchiaio, che veniva scambiato per razioni di pane. Per Primo il rito mattutino del lavarsi sembrava inutile poiché l’acqua era torbida e le latrine puzzavano. Nei primi giorni Primo fece la conoscenza di un prigioniero come lui, Steinlauf, le cui parole lo aiutarono inconsapevolmente a concepire il nucleo tematico di “Se questo è un uomo”. Se è vero, infatti, che lavarsi nell’acqua torbida è inutile ai fini dell’igiene, è importantissimo come strumento di sopravvivenza morale, per resistere alla tentazione di lasciarsi vivere in attesa della morte, per non diventare bestie, ma rimanere uomini, e come tali, sopravvivere e conservare memoria di quelle terribili condizioni di vita, tramandarle e testimoniarle.

Lavori e gerarchie nel campo

Durante la narrazione si viene a conoscenza dei lavori e della vita quotidiana del lager, dettata da regole severissime e scale gerarchiche predefinite. Per esempio, nel lager esistevano i Numeri Grossi (gli individui appena arrivati) a cui era facile giocare scherzi e rubare quello che possedevano. Levi narra che nelle baracche tutto si poteva rubare e commerciare alla borsa valori. La moneta più utilizzata era la razione di pane che si poteva scambiare con fili di ferro, camicie, bottoni, bende. Gli addetti al lavoro dello stagno forgiavano con gli scarti coltelli-cucchiai, gamelle e fil di ferro, necessari per la manutenzione del corredo personale.

Esperienze personali e amicizie

Un giorno, i Nazisti affidarono ai prigionieri il compito di trasportare dei supporti di ghisa da una parte del campo all’altra. Gli uomini vennero divisi in coppie; essendo Primo uno dei più deboli e maldestri venne sempre accoppiato al prigioniero Null Achtzhen che veniva sempre scartato perché essendo molto giovane lavorava molto, mentre tutti nel lager cercano di stancarsi il meno possibile.

Le prime coppie sceglievano i supporti più leggeri invece a Primo e al suo compagno toccava un supporto pesante ma corto con gli spigoli vivi. Un giorno, Null non riusciva a tenere il passo di Primo, poiché il carico gravava in modo pesante sulle spalle. Per la stanchezza Null gettò il supporto, ferendo di striscio il piede di Primo, il quale venne mandato in infermeria, detta Ka-Be, dotata di due ambulatori, medico e chirurgico.

Per Primo, l’infermeria era vita di limbo poiché non si lavora e le razioni quotidiane di zuppa venivano distribuite con regolarità. Dopo venti giorni di permanenza Primo lasciò il Ka-Be, ricevette vestiti e scarpe nuove (cioè diverse da quelle lasciate all’infermeria) e venne assegnato ad un’altra baracca. Scoprì allora che uno degli occupanti era Alberto, il suo migliore amico. Due giorni dopo i due vennero affidati ad un cantiere, in cui il Kapo affidava ai suoi protetti le binde, mentre invece agli altri le leve. Esisteva anche la Borsa Valori dove si scambiavano razioni di pane per qualsiasi cosa necessaria alla vita nel lager. Di solito, prima dei cambi i proprietari di doppie camicie o di pezze o di stracci vi si recavano, cercando di combinare qualche affare. Era possibile trovare di tutto: dal tabacco alla zuppa, verdure, fil di ferro, bottoni, stoffa, cucchiai-coltello nonché buoni premi. Questi buoni erano consegnati ai lavoratori più volenterosi, ma con molta parsimonia poiché permettevano di entrare nel Block 23, dove alloggiavano delle ragazze polacche oppure ricevere tabacco da fumare. Vi erano volontari che si assentavano dal lavoro per poter rubare merce da rivendere agli uffici e all’infermeria.

Selezione e liberazione

In un giorno imprecisato venne dato l’annuncio ufficiale della formazione di un Kommando chimico, notizia che rese felice Primo allora ignaro che proprio grazie ai suoi studi in chimica sarebbe riuscito a salvarsi. Nell’ottobre del 44 vi fu la temutissima selezione in base alla costituzione fisica dei prigionieri da inviare ai crematori o da lasciare in vita. In inverno, Primo venne chiamato a prendere parte al Kommando chimico. Per Levi, lavorare in un laboratorio coperto e al caldo con strumenti di buona qualità, era un sogno. L’11 gennaio 1945 Levi si ammalò di scarlattina e venne ricoverato in Ka-Be in una baracca assieme a dodici persone. Cinque giorni dopo si seppe dell’evacuazione del campo, tra i deportati c’era l’amico Alberto che Primo non vedrà più. Il 18 gennaio i tedeschi lasciarono il campo e il 27 gennaio i Russi arrivarono al lager liberando i prigionieri superstiti.

- Primo Levi: narratore e protagonista del libro auto-biografico. Grazie alla tenacità e alla volontà di sopravvivere riesce a scrivere “Se questo è un uomo” a proposito dell’esperienza disumana che ha vissuto.

- Null Achtzen, Kraus, Schepschel, Elias, Henri e Alfred L: compagni di lavoro di Primo Levi.

- Alberto: migliore amico italiano di Primo. Grazie a lui la vita nel lager diventa leggermente più serena per lo scrittore. Riescono ad organizzarsi e a rendere la vita della propria baracca più confortevole.

- Steinlauf: amico di Primo sarà lui a far crescere la voglia di sopravvivere e di scrivere “Se questo è un uomo”.

- Charles, Arthur, Towaroski, Maxime, Lakmaker, Sertlet, Cagnolati, Dorget, Schenck, Alacai, Sòmogyi: compagni di Primo Levi durante il soggiorno nella baracca di infermeria fino al 27 gennaio 1945. Alcuni di loro sono morti nel lager o nelle settimane successive alla liberazione, altri sono sopravissuti.

Vi sono, poi, molti personaggi di contorno citati durante la narrazione che hanno compito di definire le azioni che avvengono.

Riflessioni sul libro

Questo libro presenta con estrema lucidità e pacatezza gli orrori del lager. Ha reso la lettura difficile ma interessante l’ampia presenza di discorsi diretti non tradotti e il fatto che, in alcuni punti, non vi è una precisa collocazione degli avvenimenti. Mi ha appassionato questa lettura poiché ho appreso la dura vita dei lager e ho imparato in modo coinvolgente emotivamente eventi storici che hanno segnato il XX secolo.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema centrale del libro "Se questo è un uomo" di Primo Levi?
  2. Il tema centrale del libro è la testimonianza delle esperienze disumane vissute nei campi di concentramento nazisti, con un focus sulla perdita di dignità e libertà umana e la lotta per mantenere la propria umanità.

  3. Come ha influenzato l'esperienza di Auschwitz la vita di Primo Levi?
  4. L'esperienza di Auschwitz ha segnato profondamente Levi, spingendolo a scrivere per testimoniare gli orrori vissuti e a riflettere sulla condizione umana, influenzando tutta la sua produzione letteraria.

  5. Chi è Steinlauf e quale ruolo ha nel libro?
  6. Steinlauf è un compagno di prigionia di Levi che lo ispira a mantenere la dignità e la volontà di sopravvivere, contribuendo a formare il nucleo tematico del libro.

  7. Quali difficoltà affrontano i prigionieri nel campo di concentramento secondo Levi?
  8. I prigionieri affrontano difficoltà estreme come la fame, il freddo, la mancanza di igiene, la perdita di identità e dignità, e la costante minaccia di morte.

  9. Qual è l'importanza del Kommando chimico per Primo Levi?
  10. Il Kommando chimico è importante per Levi perché gli permette di lavorare in condizioni migliori e, grazie alle sue competenze chimiche, contribuisce alla sua sopravvivenza nel campo.

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