Concetti Chiave
- "Chimaira" di Valerio Massimo Manfredi racconta le avventure di Fabrizio Castellani a Volterra, dove studia una statua etrusca e scopre una tomba misteriosa.
- Fabrizio riceve telefonate minacciose da una donna mentre indaga su una tomba etrusca che contiene resti umani e di una bestia, collegati alla leggenda del Phersu.
- Una serie di omicidi da parte di una presunta belva porta Fabrizio e il tenente Reggiani a collaborare per risolvere il mistero, supportati da una complessa traduzione etrusca.
- Il mistero si infittisce quando Fabrizio scopre che una maledizione ha colpito la popolazione di Volterra, legata a un'ingiusta accusa di omicidio.
- Infine, Fabrizio riesce a separare l'uomo dalla belva e a porre fine alla maledizione, riportando alla luce la verità e restituendo Angelo alla sua famiglia.
In questa recensione viene descritta molto nel dettaglio la trama del romanzo Chimaira scritto da Valerio Massimo Manfredi e pubblicato nel 2001 dalla casa editrice Mondadori. Vengono ripercorsi gli eventi che si svolgono durante la storia. Si descrive la risoluzione del mistero che ruota attorno a questo libro.
Viene riportata la trama di “Chimaira“, romanzo di Valerio Massimo Manfredi, pubblicato dalla casa editrice Mondadori. L'anno di pubblicazione è il 2001.
Indice
L'arrivo di Fabrizio a Volterra
A Volterra Fabrizio Castellani giunge per studiare una statua etrusca “l’ombra della sera” che sembra che abbia una lama in ficcata in un lato.
Fabrizio inizia subito lo studio della statua, ma è interrotto diverse volte dalle telefonate di una donna che gli intima dicendo di lasciare in pace il fanciullo e di tornarsene da dove era venuto.
Scoperta della tomba etrusca
Qualche giorno dopo in periferia viene scoperta una tomba etrusca e a Fabrizio viene affidato l’incaricato di ispezionare la tomba. Appena aperta Fabrizio nota subito che contiene due sarcofagi uno che probabilmente apparteneva ad una donna e l’altro realizzato in pietra e senza disegni raffigurati.
Fabrizio decide di aprire la tomba di pietra e dentro ci trova per la prima volta la testimonianza non orale che si tratta della tomba di Phersu, poiché all'interno della tomba trova oltre i resti umani dell’uomo sbranato anche quelli di una bestia che era stata chiusa viva nel sarcofago.

Il mistero della belva
Fabrizio non perde tempo, chiama subito una sua amica di Bologna alla quale chiede di ricostruire l’animale. La donna di nome Sonia non perde tempo e corre subito a Volterra per iniziare a lavorare. La notte seguente all’apertura della tomba Fabrizio sente un ululato molto strano e terrificante, mentre la mattina seguente viene trovato morto un tombarolo con la gola squarciata probabilmente da una belva di grandi dimensioni. Entra in azione il tenente Reggiani che ha il compito di trovare la belva e di risolvere questo mistero. Il tenente si fa aiutare da Fabrizio. Nelle notti seguenti altri tombaroli vengono uccisi dalla belva, tutte queste persone sono da sempre residenti di Volterra. Nel frattempo Balestra, soprintendente di Fabrizio, cerca di decifrare in segreto un'iscrizione etrusca divisa in sette parti; anche se lui ne ho solo sei, questa iscrizione sembra collegata al Phersu. Fabrizio, grazie all’aiuto di Francesca Dionisi, con cui ha anche una relazione d'amore, riesce ad avere le foto dal computer di Balestra in modo tale da studiare un piano per fermare la belva. Dopo varie ricerche Fabrizio è costretto a chiedere aiuto ad un suo amico studioso di letteratura che gli darà una mano nella traduzione.
La traduzione e la maledizione
Fabrizio passa molte ore a lavorare alla traduzione tanto che una notte sviene e nella sua memoria prende forma la storia vera e propria del Phersu: riesce a comprendere come il Phersu sia accusato ingiustamente della morte della moglie e del figlio. Fabrizio, proseguendo nella traduzione, riesce anche a scoprire che si tratta di una maledizione inflitta dal fratello della moglie del defunto a tutta la popolazione di Volterra che ha condannato un innocente a morire sbranato per mano di una bestia.
L'incontro con Angelo
Fabrizio grazie all’aiuto del tenente Reggiani riesce a capire da dove arrivano le telefonate: scopre che è Ambra Reiter, una barista di un locale poco lontano da casa sua, a fare queste telefonate. Una sera, andando a parlare con la barista si trova faccia a faccia con la belva, per fortuna poi riesce a scappare. Una sera Fabrizio, mentre si trova a casa per svolgere la traduzione, viene interrotto dal suono del campanello: si tratta di un bambino che afferma di essere Angelo, il figliastro della signora Riter. Il piccolo cerca di convincere Fabrizio a tenerlo con sé perché la matrigna lo picchia. Fabrizio però sa che se tiene il giovane con sé commette un grave reato: un sequestro di persona.
La scoperta del settimo pezzo
A questo punto prova a chiamare Francesca per parlargli. Nel frattempo però Angelo scompare e tutti iniziano a cercarlo da tutte le parti; in seguito decidono di andare in una palazzo dove Fabrizio ricordava di aver visto entrare il bambino tempo fa. Arrivati lì riescono con fatica ad entrare anche perché è tutto sigillato. Mentre cercano Angelo, si imbattono in diversi animali impagliati. Dopo un po’ di ricerche Angelo si fa vedere e ha con sé il settimo pezzo, ovvero quello che mancava a Fabrizio per finire la traduzione.
La resa dei conti con la belva
Mentre cercano di uscire si accorgono che qualcuno ha rimesso apposto il tombino da cui erano entrati; a quel punto provano a cercare un'uscita, ma mentre la cercano, si imbattono nella belva. Sembra la fine, ma Angelo si pone davanti e la belva si calma come fosse una cucciola, facendo ritorno nella sua tana. A quel punto riescono ad uscire e a chiamare Reggiani che nel frattempo stava cercando Fabrizio. In seguito tornano a casa e Angelo si addormenta. Fabrizio e Francesca rimangono da soli e si accorgono che Angelo ha una cicatrice all’altezza del fegato proprio come il fanciullo che stava studiando Fabrizio.
La risoluzione del mistero
Nel frattempo il tenente Reggiani ha arrestato la signora Reiter e chiama Fabrizio per fargli sentire l’interrogatorio. Nel frattempo Fabrizio ha finito anche l’ultima traduzione, infatti, sostiene che bisogna separare l’uomo dalla belva e dunque restituire il figlio al padre. Fabrizio successivamente va a seguire l’interrogatorio lasciando a casa Francesca e Angelo. Mentre Fabrizio è fuori Francesca legge la parte finale e spera di porre fine a tutto portando Angelo nel palazzo in cui avevano incontrato la belva. Fabrizio tornado a casa nota che non c’è più nessuno e allora chiama Sonia gli comunica che bisogna dividere il mostro dall’uomo. Appena fatto ciò Fabrizio arriva al museo, dà fuoco con un lanciafiamme creato da lui, ai resti del mostro che nel frattempo sotto il palazzo stava per uccidere Francesca. In seguito Fabrizio corre subito a cercarli, li trova ma Angelo non è più in vita. In seguito corre con il corpo del piccolo in direzione della tomba dove sono sepolti i genitori. Mentre piange chiede di non far morire due volte il bambino, il quale ritorna in vita. Il mistero si è risolto, dunque Angelo viene affidato alla famiglia di Trieste, da cui era stato sottratto dalla signora Reiter.
Domande da interrogazione
- Qual è il mistero centrale nel romanzo "Chimaira" di Valerio Massimo Manfredi?
- Chi è Fabrizio Castellani e quale ruolo svolge nella storia?
- Come viene risolto il mistero della belva nel romanzo?
- Qual è il ruolo di Angelo nella risoluzione del mistero?
- Qual è il significato della cicatrice di Angelo nel contesto della storia?
Il mistero centrale ruota attorno alla tomba etrusca di Phersu e alla maledizione che coinvolge una belva che uccide i tombaroli a Volterra.
Fabrizio Castellani è un personaggio principale che arriva a Volterra per studiare una statua etrusca e si ritrova coinvolto nel mistero della tomba di Phersu e della belva.
Il mistero viene risolto quando Fabrizio e i suoi alleati scoprono che la belva è legata a una maledizione e riescono a separare l'uomo dalla bestia, restituendo il figlio al padre.
Angelo, il figliastro della signora Reiter, possiede il settimo pezzo dell'iscrizione etrusca che è cruciale per completare la traduzione e risolvere il mistero.
La cicatrice di Angelo all'altezza del fegato è significativa perché è simile a quella del fanciullo che Fabrizio stava studiando, suggerendo un legame profondo con il mistero della statua e della maledizione.