Concetti Chiave
- L'idiota esplora i temi dell'epilessia e del denaro, elementi essenziali che influenzano le relazioni e il dramma dei personaggi.
- Il romanzo inizia con l'incontro su un treno di Myškin, Rogòžin e Lèbedev, la cui vita si intreccia in avventure straordinarie.
- Myškin, presentato come un ingenuo, visita la famiglia Epančin, dove la sua semplicità suscita curiosità e sconcerto.
- La festa di compleanno di Nastàs'ja è un momento cruciale, con tensioni che culminano in proposte di matrimonio e drammi personali.
- Il romanzo termina tragicamente con la morte di Nastàs'ja e l'internamento di Myškin, evidenziando la complessità dei sentimenti umani.
Indice
- Pubblicazione e contesto storico
- Temi principali del romanzo
- Inizio del romanzo
- Arrivo a Pietroburgo
- Festa di compleanno di Nastàs'ja
- Conseguenze della festa
- Personaggi secondari
- Caratteristiche del principe Myškin
- Conflitti e tensioni
- Narrazione e percezione
- Elementi centrali e presentimento
- Dialoghi e tropismi
- Conclusione e messaggio finale
- Malattia e morte nel romanzo
- Ruolo della malattia e carità cristiana
Pubblicazione e contesto storico
L'idiota fu pubblicato per la prima volta a puntate nel 1869 sulla rivista Le Courrier russe.
Al momento della stesura, Dostoevskij viveva in Europa dove stava le raccomandazioni dei medici, in seguito ai suoi numerosi attacchi epilettici, e giocava tutta la sua fortuna nella vana speranza di liberarsi dai numerosi debiti.Temi principali del romanzo
In tale contesto di scrittura sono due temi essenziali del lavoro:
• l’epilessia, che colpisce l'eroe del romanzo
• il denaro, onnipresente, che stravolge tutti i rapporti che si instaurano via via tra i personaggi
Partendo da questi due elementi l'autore costruisce un dramma estremamente concentrato, che si sviluppa in pochi mesi, durante i quali ogni decisione presa è una sfida alla vita. Costruito su un crescendo che va verso la tragedia finale, il romanzo descrive i vani sforzi del giovane principe Lev Nikolàevič Myškin per salvare dalla mediocrità una giovane donna di facili costumi, Nastàs'ja Filìppovna, offrendole di condividere la sua vita.
Inizio del romanzo
Il romanzo inizia con l'incontro su un treno diretto a San Pietroburgo di tre uomini che ricoprono il ruolo di protagonisti maschili intorno a cui ruotano tutte le vicende del romanzo:
• il principe Myškin rientrato in Russia dopo diversi anni di cure in Europa, un giovane la cui gentilezza lo fa passare per un ingenuo, persino un idiota; egli spera di poter ricevere l’eredità di una ricca zia.
• Parfën Rogòžin, un individuo dal temperamento malinconico, pessimista e appassionato, profondamente innamorato di una donna, Nastàs'ja Filìppovna. Egli è il figlio squattrinato di un ricco mercante appena deceduto e sta rientrando a Pietroburgo per reclamare l’eredità del padre
• Lèbedev, un funzionario che entra a far parte della conversazione e si presenta come il loro devoto servitore, avido di riconoscenza quanto lo è di denaro.
Quando, sul binario della stazione, si separano, sono destinati a incontrarsi di nuovo per vivere o per assistere a straordinarie avventure.
Arrivo a Pietroburgo
Appena arrivato a Pietroburgo, il principe, con un piccolo bagaglio e fornito del suo unico titolo, si reca da un parente che ancora non lo conosce, ma con il quale condivide lo stesso nome. Così una mattina, fa irruzione in casa Epančin e incontra il generale Epančin prima presentarsi alla moglie, Elizavèta Prokòf'evna, moglie del generale e ultima discendente dei Myškin, e alle tre figlie. Il suo arrivo improvviso e la sua semplicità balzano subito agli occhi della famiglia, che poi gli riserva un'accoglienza sconcertante quanto burlesca. La comicità dei dialoghi è controbilanciata da un mistero, cristallizzato intorno al ritratto di una donna, Nastàs'ja Filìppovna. Essa, rivelata per caso al principe, lo ipnotizza totalmente, al punto da condizionarle il suo comportamento, fin dai primi momenti dell’arrivo in città. Infatti, il principe ha una sola idea in mente: vedere la donna a cui appartiene questo volto, così bello e così sorprendente. Il generale Epančin sistema il principe in casa del suo segretario presso il suo impiegato, Gavrìla.
Festa di compleanno di Nastàs'ja
Ben presto, i legami si intrecciano prestissimo tra tutti questi personaggi, molti dei quali si ritrovano la stessa sera durante la festa di compleanno di Nastàs'ja Filìppovna, che dovrà cogliere l'occasione per annunciare la sua decisione in merito al matrimonio, voluto da un amico del padre, Afanàsij Ivànovič Tòckij il suo tutore. Nastàs'ja dovrebbe sposare Gavrìla, contro versamento di 75.000 rubli, come risarcimento di accettare di unirsi ad una donna disonorata.
Tra gli invitati ci sono anche il generale Epančin e Gavrìla, disposto ad accettare la proposta di matrimonio, e il principe Myškin, che si autoinvita all'ultimo minuto. L'annuncio tanto atteso tarda ad arrivare, e quando Rogòžin, follemente innamorato di Nastàs'ja, arriva inaspettatamente con centomila rubli per comprare l’amore della ragazza, la tensione è al culmine. Nastàs'ja mette alla prova con crudeltà i suoi due amanti, prima che il principe, che l'ha appena conosciuta, le proponga a sua volta di sposarlo. I capovolgimenti della situazione poi si moltiplicano in un tempo molto limitato, secondo i capricci di Nastàs'ja e la serata si conclude senza che nulla sia stato deciso, anzi la situazione si è addirittura complicata.
Conseguenze della festa
Dopo questa scena centrale, tanto drammatica quanto teatrale, il resto del romanzo, composto in tutto di quattro libri, può essere letto poi come lo svolgimento delle durevoli conseguenze di questa serata, sia per il principe, che per gli altri personaggi. Da Pietroburgo tutti si trasferiscono a Pavlovsk, in campagna, in diverse dacie, situazione che li avvicinano ancora di più. Il principe non vive più in casa di Gavrìla, ma è ospite di Lèbedev.
Nel frattempo, Nastàs'ja è fuggita con Rogòžin, ma i due non si sono sposati e l’amore della donna è ancora in gioco tra tutti i suoi corteggiatori. Tuttavia, fin dall'inizio dell'opera, abbiamo un elemento fa da contrappunto; si tratta di Aglàja, la più giovane delle figlie del generale Epančin, la più bella e la più capricciosa. Mentre Nastàs'ja incarna una bellezza impura, contaminata dal suo tutore Totski che l'ha abusata da giovane, tanto più imperfetta quanto la vittima riconosce e addirittura fa bella mostra di questa degradazione, Aglàia mostra una bellezza pura ma altrettanto fugace e inaccessibile. Dopo Nastàs'ja, tocca a lei attirare tutti gli uomini, scatenare in loro tempeste di sentimenti, tanto più forti in quanto sono gli stessi che si sono innamorati di Nastàs'ja, ovvero Gavrìla e il principe. A differenza della sua rivale, Aglàja non ama le messe in scena teatrali e gli scontri drammatici - anche se alla fine sembrano inevitabili - motivo per cui l'esito di queste relazioni non si ha subito. Gli amanti sono quindi destinati a languire e vivere solo di false promesse e costretti a sopportare la fantasia della ragazza. Il romanzo termina con una tragedia : Nastàs'ja viene assassinata da Rogòžin, che in seguito sarà condannato all’ergastolo. L principe, divenuto idiota a seguito di una violenta crisi epilettica, causata dal trauma derivato dalla morte di Nastàs'ja, viene internato in un ospedale psichiatrico. Da parte sua, Aglàja, litica con la famiglia e sposa un falso nobile di origine polacca, ma il matrimonio sarà di corta durata.
Personaggi secondari
Attorno ai personaggi principali che concentrano tutta l'attenzione del lettore, ne gravitano molti altri, ai quali Dostoevskij dà altrettanto rilievo. Oltre alla famiglia Epančin, raccolta attorno a Elizavèta Prokòf'evna, e alla famiglia Lèbedev che accoglie il principe, c'è anche Kolja, il fratello minore, dal cuore grande, di Gavrìla, che prova una forte amicizia per il principe e che gli dà costantemente il suo sostegno; Ippolìt, l'amico di quest'ultimo, un giovane tisico morente dalle idee nichiliste, che assiste a tutti questi intrighi come spettatore in punto di morte, sempre pronto a pronunciare grandi discorsi sul senso della vita e dell'amore; il vecchio generale Ivolguin, padre di Gavrìla e Kolja, mitomane che perde un po' la testa e reinventa la sua vita perché sia all'altezza del suo desiderio di gloria; ma anche Keller ei suoi amici, che si erano avvicinati al principe; Varvara Ardalionovna, sensale tra suo fratello Gavrìla e gli Epančin; il principe Chtch…., fidanzato di Aleksàndra, la seconda figlia degli Epančin; Vera, figlia di Lèbedev, piena di compassione per il principe o Evgueni Pavlovič, vicino agli Epančin che finisce per consegnare la sua verità al principe.
Caratteristiche del principe Myškin
Il principe Myškin brilla per la sua singolarità. Fondamentalmente egli è buono, ma di una bontà che rasenta l’ingenuità e l’idiozia, anche se capace di finissime analisi psicologiche. Posto al centro di situazioni e di intrighi, il suo viaggio può essere letto come una lenta distruzione da parte di coloro che lo circondano, i cui sentimenti sono gestiti dal denaro e dalla follia. Come Alyosha Karamazov, con il quale egli condivide molti tratti, tra cui la bontà e la fede nell'umanità e nell'amore, Myškin è spesso percepito come una figura di Cristo, contaminato dalla società in cui, ad un tratto, si trova inserito. Mentre il mondo ritratto da Dostoevskij vacilla, i valori del principe si rinnovano a scapito degli aristocratici; infatti, egli si oppone al nichilismo e rivendica semplicità e sincerità, perdono e amore. È così, animato da questo dono di sé spinto all'estremo, propone a Nastàs'ja di sposarlo, per salvarla dal sentimento di disprezzo e condiscendenza che la ragazza prova verso sé stessa, e per permetterle di conoscere finalmente la felicità. Nelle colpe di coloro che lo circondano vede un effetto della loro debolezza o follia che lo portano scusare i loro tradimenti ed eccessi; infatti, arriva perfino a perdonare il suo rivale Rogòžin.
Conflitti e tensioni
Tutti questi individui si scontrano solo per confrontarsi, per scontrarsi: l'amore genera almeno tanta violenza quanto odio. Vediamo in quest'opera la straordinaria capacità di Dostoevskij di rappresentare scene di gruppo, durante le quali gli scambi si fondono e le azioni sconvolgono l'equilibrio, e che lasciano udire tanto i discorsi magistrali quanto le piccole osservazioni appena udibili. Così, la cena di compleanno di Nastàs'ja, le serate sulla terrazza della dacia di Lèbedev intorno al principe o il concerto all'aperto vicino alla stazione, l'introduzione del principe nella società aristocratica a cui appartengono gli Epančin, o la folla che si affolla davanti alla dacia di Nastàs'ja il giorno del suo matrimonio, sono tutte scene memorabili, di un'intensità davvero incredibile, se non allucinante.
Le scene di questo tipo sono numerose, e intervallate da altre più pacifiche e comunque più ristrette numericamente. Se con le sue parole e reazioni il principe Myškin destabilizza la società che incontra, le sue riflessioni, basate su una profonda fiducia nell'essere umano, sono più destabilizzanti di quelle degli altri personaggi ogni volta appaiono inaspettate. Fin dall’inizio, Nastàs'ja e Aglàja Aglaïa appaiono totalmente imprevedibili, e i loro sentimenti o il loro crudele rifiuto non sorgono mai quando ce lo potremmo aspettare; le loro risposte graffianti confondono e ogni volta mettono in gioco l'apprensione degli altri personaggi. Ma questo effetto che dà un ritmo mozzafiato al romanzo non è riservato a loro, tutti provocano più di una volta degli scossoni, provocati soprattutto dalle loro risate. Esso, da chiunque provenga è onnipresente. Attraversa tutta l'opera, e risuona sempre più violentemente, apparendo man mano che la trama procede verso la sua terribile fine come mezzo per liberare la tensione causata da ogni atto comunicativo, come una scarica emotiva, che tuttavia non cessa mai di aver luogo.
Narrazione e percezione
Questa tensione è molto forte nel dialogo perché il narratore che a volte la introduce o la sostituisce non riduce la complessità delle relazioni che si formano tra ciascuno dei personaggi.
Spesso, la narrazione riflette la visione limitata di un individuo dei fatti piuttosto che essere onnisciente, passando da un personaggio all'altro senza comprendere i loro punti di vista. Inoltre, man mano che il romanzo procede, il narratore dichiara sempre più chiaramente la sua impotenza a comprendere e far capire cosa è successo e perché è accaduto. Il lettore si trova quindi di fronte a informazioni deliberatamente fatte conoscere in ritardo, fuori tempo, che chiariscono situazioni a posteriori, così come molte insinuazioni, mezze parole e non dette che devono essere decifrate, e che riproducono la vaghezza e l'imprecisione che circonda ogni evento nella vita reale. Con questo rifiuto di chiarire, di attribuire ad ogni fenomeno una causa precisa, Dostoevskij dà uno spessore confuso ai suoi personaggi e alle situazioni che descrive, per quanto improbabili possano sembrare.
Elementi centrali e presentimento
Così facendo, anche Dostoevskij riproduce un elemento centrale nella percezione del mondo da parte del principe, che è il presentimento. Attraverso la decifrazione sempre più necessaria dell'implicito, il lettore rabbrividisce per capire cosa è realmente in gioco e cosa accadrà. Si avvicina così a Myškin, che si sente sottoposto a una fatalità, descritta nei momenti di crisi o di tensione acuta. Questo è ciò che è chiaro dalla descrizione delle crisi epilettiche, che acuiscono la sensazione, danno estrema lucidità al paziente, poco prima della perdita totale di coscienza. Anche al di là di questi momenti di intensità, di doloroso accesso alla conoscenza, Dostoevskij è particolarmente interessato a rendere conto dei movimenti più sottili e meno comprensibili della coscienza, e di quelli che Nathalie Sarraute avrebbe poi chiamato tropismi, questi "movimenti indefinibili, che scivolano molto rapidamente ai limiti della nostra coscienza".
Dialoghi e tropismi
Nei dialoghi in particolare, che occupano un posto centrale nelle opere di Dostoevskij, possono verificarsi notevoli sconvolgimenti da una risposta all'altra, sensibili dalle reazioni dei personaggi, ma anche designati da incisi estremamente condensati che suggeriscono più di quanto non dicano ciò che è in gioco in quel momento. Poiché i personaggi di Dostoevskij sono consumati dalle loro passioni, personaggi come Aglàja sono così in grado di passare dall'amore all'odio o viceversa, nello spazio di poche parole, semplicemente a causa di un atteggiamento o di una parola del principe.
Conclusione e messaggio finale
Alla fine di tutte queste pagine ed eventi che necessariamente finiscono con la morte e la malattia, la conclusione spetta a Elizavèta Prokòf'evna , un personaggio profondamente comico e accattivante per la sua sensibilità: "Basta, le manie! È tempo di usare la testa". Il messaggio è rivolto tanto ai personaggi quanto al lettore stesso, rimasto abbagliato alla fine di questo viaggio interiore, che deve quindi cercare di riappropriarsi dell'opera nel suo insieme, di fare un passo indietro per misurarne meglio la forza.
Malattia e morte nel romanzo
L'idiota è un romanzo segnato dalla malattia e dalla morte. Fin dal primo capitolo, Myškin si presenta come un paziente di ritorno da una lunga cura in Svizzera. Nastàs'ja è spesso chiamata pazza. Due personaggi continuano a morire per tutto il romanzo. L'intera società sembra malata
Ruolo della malattia e carità cristiana
La malattia di Myškin conferisce al personaggio uno status speciale. È allo stesso tempo più sensibile, più empatico, e allo stesso tempo più fragile e il più inadatto alla vita mondana. È anche interessante notare che, come descritto da Dostoevskij, le crisi epilettiche di Myškin assomigliano a crisi mistiche. Tuttavia, se è ovvio che il principe è una figura di Cristo, il ruolo della malattia in questa elevazione spirituale porta un retrogusto particolare. Dostoevskij, che diffidava delle grandi teorie, fece del suo personaggio un esempio, quasi suo malgrado, di carità cristiana. Per l'autore, è l'amore che può salvare l'umanità (si veda ad esempio il personaggio di Sonja in Delitto e castigo. Myškin è l'esempio di questa carità esercitata in un mondo che non la comprende o, almeno, non la vuole ricevere.
Domande da interrogazione
- Quali sono i temi principali de "L'idiota" di Dostoevskij e come influenzano la trama del romanzo?
- Chi sono i protagonisti maschili de "L'idiota" e come si intrecciano le loro vite?
- Qual è l'obiettivo del principe Myškin nel tentare di salvare Nastàs'ja Filìppovna?
- Come si sviluppa la relazione tra il principe Myškin e Aglàja, e quali sono le differenze tra lei e Nastàs'ja?
- Qual è il destino finale dei personaggi principali e come si conclude il romanzo?
I temi principali sono l'epilessia, che affligge il protagonista, e il denaro, che pervade e distorce le relazioni tra i personaggi. Questi elementi sono fondamentali nella costruzione del dramma e influenzano profondamente lo sviluppo della trama, portando a decisioni cruciali e alla tragedia finale.
I protagonisti maschili sono il principe Myškin, Parfën Rogòžin e Lèbedev. Le loro vite si intrecciano a partire da un incontro su un treno per San Pietroburgo, e sono destinati a ritrovarsi in una serie di avventure straordinarie che influenzeranno il corso degli eventi nel romanzo.
Il principe Myškin cerca di salvare Nastàs'ja Filìppovna dalla mediocrità e dal disprezzo che prova verso sé stessa, offrendole di sposarlo. Il suo obiettivo è permetterle di conoscere la felicità, dimostrando una bontà che rasenta l'ingenuità e l'idiozia, ma che è animata da un profondo amore e compassione.
La relazione tra il principe Myškin e Aglàja si sviluppa in seguito agli eventi della festa di compleanno di Nastàs'ja, con Aglàja che diventa un nuovo oggetto di affetto. A differenza di Nastàs'ja, che incarna una bellezza impura e contaminata, Aglàja rappresenta una bellezza pura ma inaccessibile. La loro relazione è complicata dalle tempeste di sentimenti che Aglàja scatena nel principe e negli altri uomini.
Il romanzo si conclude con una tragedia: Nastàs'ja viene assassinata da Rogòžin, che sarà condannato all'ergastolo. Il principe Myškin, a seguito di una crisi epilettica causata dal trauma, diventa idiota e viene internato in un ospedale psichiatrico. Aglàja, dopo aver litigato con la famiglia, sposa un falso nobile ma il matrimonio dura poco.