Concetti Chiave
- Il conte di Montecristo, scritto da Alexandre Dumas e Auguste Maquet, è ispirato a eventi reali e ambientato tra Italia, Francia e isole del Mediterraneo tra il 1815 e il 1833.
- La trama segue Edmond Dantès, giovane marinaio ingiustamente imprigionato, che evade, trova un tesoro e assume diverse identità per vendicarsi dei suoi nemici.
- Il romanzo è noto per la sua forte carica emotiva e pathos, offrendo un ritratto della storia francese ed europea del XIX secolo.
- L'opera combina elementi di ironia e drammaticità, conferendo leggerezza alla narrazione e coinvolgendo il lettore in un gioco di Bene e Male.
- La scrittura di Dumas è fluida e coinvolgente, caratterizzata da una trama intricata e colpi di scena, mantenendo il lettore avvinto fino alla fine.
In questo appunto viene riportata la recensione del romanzo ottocentesco scritto da Alexandre Dumas dal titolo Il conte di Montecristo che è stato realizzato dall'autore francese in collaborazione con Auguste Maquet nel corso dell'anno 1844. Viene riportata in particolar modo la trama della storia.
Indice
Il conte di Montecristo: trama
Il conte di Montecristo il cui titolo originario è Le comte de Monte-Cristo è un romanzo scritto da Alexandre Dumas in collaborazione con Auguste Maquet.
La pubblicazione dell’opera Il conte di Montecristo iniziò a puntate nel 1844.
Il romanzo è ispirato in modo parziale ai fatti reali, presi dalla biografia di Pierre Picaud.
La storia, ambientata tra i paesaggi dell’Italia, Francia e alcune isole del Mediterraneo, si svolge tra il 1815 ed il 1833 (dall’inizio del regno di Luigi XVIII di Borbone sino al nuovo regno di Luigi Filippo D’Orlèans)
Il libro narra di come, nel debutto del regno di Luigi XVII, nel 24 febbraio del 1815 (giorno in cui il noto Napoleone Bonaparte abbandona l’isola d’Elba, il giovane marinaio Edmond Dantès, di soli 19 anni, sbarca a Marsiglia.
Il marinaio era il primo ufficiale a bordo di una nave commerciale che sbarca sulla terra ferma per fidanzarsi, il giorno successivo, con una bella donna catalana di nome Mercedes.
Il giovane viene denunciato con l’accusa di cospiratore “ bonapartista”, poiché tradito dagli amici gelosi, e viene rinchiuso in un castello lontano da Marsiglia.
Dopo quattordici anni trascorsi in una iniziale solitudine e tetra disperazione, egli “rinasce” e viene istruito segretamente da un compagno incontrato nella prigionia: l’abate Faria.
Dantès riesce ad evadere e ad impossessarsi di un tesoro che era stato nascosto sull’isola di Montecristo, l’esistenza del tesoro gli era stata infatti rivelata dall’abate prima di morire.
Una volta divenuto potente e ricco, l’ex marinaio decide di cambiare per tre volte la sua identità: l’abate Busoni, Lord Wilmore e, ultimo ma non per importanza, Il conte di Montecristo.
Tramite questi tre diversi cambiamenti, Dantès riuscirà a vendicarsi contro coloro che lo avevano accusato senza una vera prova e, di conseguenza, fatto imprigionare.
L’uomo dunque si intrometterà nelle loro vite, diventando apparentemente loro amico e distruggendo le loro vite, come un vero e proprio contrappasso dantesco.
Diversamente, nei confronti degli uomini che si sono dimostrati realmente amici e a lui fedeli, gli garantisce libertà e felicità.

Le caratteristiche del romanzo
Il romanzo esaminato de Il conte del Montecristo è, con “I tre moschettieri”, una delle opere più note, in Francia così come in tutto il mondo, e meglio riuscite dell’autore.
Inizialmente Il conte di Montecristo venne pubblicato sottoforma di feuilleton sul Journal des dèbats: la prima parte dal 28 agosto al 19 ottobre del 1844, la seconda dal 31 ottobre al 26 novembre dello stesso anno e la terza e ultima parte dal 20 giugno 1845 al 15 gennaio 1846.
Il romanzo è caratterizzato da una forte valenza emotiva e pathos che negli ultimi 170 anni non ha mai smesso di coinvolgere totalmente qualsiasi lettore.
La storia è da considerarsi come un vero e autentico ritratto dello sviluppo della storia francese ed europea del XIX secolo.
L'analisi dell'opera Il conte di Montecristo
Evidente è che Il conte di Montecristo rappresenti un binomio di ilarità e drammaticità, concetti che coinvolgono anche lo scontro-fusione tra il Bene e il Male.
Frequentemente si può delineare nel libro Il conte di Montecristo l’utilizzo dell’ironia caratteristica di tutta l’epoca settecentesca. La penna dell’autore cerca di dare infatti maggior risalto ad una sottile voce umoristica in grado di rendere la narrazione più leggera. ( la comicità è la protagonista infatti del falso telegramma che Montecristo invia al suo acerrimo nemico Danglars per fargli perdere molti soldi. Come è possibile non gioire? Non divertirsi?).
L’autore stesso si diverte a giocare con il lettore: non gli concede nelle mani un semplice scritto ricco di comicità allo stato puro, ma anche una parte di ironia che si va poi a fondere con l’orrore.
Arriva dunque, successivamente, il Male a contaminare qualsiasi cosa: sono 4 infatti le persone che vengono avvelenate nella residenza della morte e, in questo modo, muore anche l’assasina e suo figlio che non viene risparmiato.
La casa del giudice Villefort diviene il regno della maleficenza.
Il male che è presente in Il conte di Montecristo è un male “assoluto”, enorme, che difficilmente troverà seguito nella letteratura ottocentesca.
La trama creata da Dumas è fitta, stupefacente e ricca di colpi di scena nella sua innaturale imprecisione, alla quale, in un modo o nell’altro, qualsiasi lettore si appassiona.
Il racconto non risulta mai banale e non annoia: nulla è lasciato al caso e ogni evento è collocato nel suo spazio e nel suo tempo.
Sembra che vi sia un intreccio di molteplici narrazioni, sino a creare una colorata ragnatela di fatti.
Il narratore è onnisciente e non esprime mai una opinione prima del tempo: non vi è mai una anticipazione dei fatti.
La scrittura dell’autore è scorrevole. La sua è infatti una penna pregiata che mai stanca o annoia il lettore, il linguaggio non è ricco di fronzoli e mai banale.
Sin dalle prime pagine il lettore rimane catturato dal libro e con difficoltà smette di leggerlo prima di averlo concluso.
Gli ambienti sono finemente descritti, i personaggi ben strutturati con caratteri ricchi di molteplici sfumature.
Progetto Alternanza Scuola lavoro.
Domande da interrogazione
- Qual è la trama principale de "Il conte di Montecristo"?
- Quali sono le caratteristiche distintive del romanzo "Il conte di Montecristo"?
- Come viene utilizzata l'ironia nel romanzo?
- In che modo il romanzo rappresenta il concetto di Bene e Male?
- Quali sono le qualità della scrittura di Dumas in "Il conte di Montecristo"?
La trama segue Edmond Dantès, un giovane marinaio ingiustamente imprigionato, che evade, scopre un tesoro e si vendica di coloro che lo hanno tradito, assumendo diverse identità.
Il romanzo è noto per la sua forte valenza emotiva, pathos, e per essere un ritratto dello sviluppo storico del XIX secolo, con una narrazione coinvolgente e ricca di colpi di scena.
L'ironia è usata per alleggerire la narrazione, come nel caso del falso telegramma inviato da Montecristo a Danglars, che porta a una perdita finanziaria per il nemico.
Il romanzo esplora il binomio di ilarità e drammaticità, con il Male che contamina e distrugge, come nella residenza della morte dove avvengono avvelenamenti.
La scrittura di Dumas è scorrevole, mai banale, con ambienti finemente descritti e personaggi ben strutturati, mantenendo il lettore catturato fino alla fine.