Concetti Chiave
- Pubblicato postumo nel 1926, "Das Schloss" di Franz Kafka è diventato un'opera emblematica della letteratura del XX secolo, nonostante le difficoltà iniziali causate dai divieti nazisti.
- Il protagonista, K., un geometra, si trova intrappolato in un villaggio dominato da un castello, affrontando ostacoli burocratici e diffidenza mentre cerca di ottenere l'approvazione per il suo lavoro.
- La trama del romanzo si sviluppa attraverso l'incontro con vari personaggi e un sistema burocratico assurdo, simbolizzando la lotta dell'individuo contro un sistema oppressivo e incomprensibile.
- "Das Schloss" è ricco di simbolismo e allegoria, con uno stile semplice e diretto che conferisce al racconto un potere evocativo e seduttivo unico.
- Il romanzo, incompiuto a causa della morte di Kafka, è aperto a molteplici interpretazioni critiche, tra cui una critica alla burocrazia, alla disumanità e all'alienazione nella società moderna.
Indice
- Pubblicazione e riconoscimento postumo
- Difficoltà di traduzione e comprensione
- Arrivo di K nel villaggio
- Tentativi di K di raggiungere il castello
- Relazione tra K e Frida
- K e la burocrazia del villaggio
- K e il lavoro di bidello
- K e la relazione con Frida
- Finale immaginato da Kafka
- Contributo di Kafka alla letteratura
- Stile e simbolismo di Kafka
Pubblicazione e riconoscimento postumo
“Das Schloss” di Franz Kafka fu pubblicato in Germania nel 1926. Kafka espresse il desiderio che i suoi libri non fossero pubblicati, ma il suo amico Max Brod ignorò questo desiderio dopo la morte dello scrittore avvenuta nel 1924.
All’inizio, l’opera incontrò difficoltà ad essere venduto la sua disponibilità in libreria fu limitata dai tentativi nazisti di vietare gli scritti degli ebrei tedeschi come Kafka. Solo ad una casa editrice ebraica, Schocken Verlag, fu permesso di continuare a pubblicare opere ebraiche a condizione che fossero vendute solo agli ebrei. Nonostante questi ostacoli, le opere di Kafka furono riconosciute per il loro valore letterario e tradotte in ebraico e, dopo la seconda guerra mondiale, in altre lingue. Successivamente, Kafka ha ottenuto riconoscimenti in tutto il mondo con le sue opere più popolari, Il Processo, Le metamorfosi e Il Castello, e oggi è considerato una delle figure di spicco della letteratura del ventesimo secolo.
Difficoltà di traduzione e comprensione
Per la prosa appena punteggiata e la scelta del vocabolario appropriato rendono la traduzione e la comprensione del libro molto difficili. Il traduttore, il lettore e il protagonista si trovano di fronte allo stesso compito: un tentativo di comprendere lo strano mondo di Kafka.
Arrivo di K nel villaggio
Una notte, K arriva in un villaggio senza nome, dominato dal castello, di proprietà del conte di Westwest, apparentemente convocato dal proprietario per lavorarvi come geometra. Passa una notte in una locanda locale, in cui non essendoci più camere libere, gli viene offerto un giaciglio di paglia. Gli abitanti del posto lo trattano con diffidenza. Il giorno successivo viene svegliato da un funzionario che mette immediatamente in discussione il suo diritto di essere lì. K chiama il castello per raccontare la sua storia, e la seconda telefonata conferma la sua posizione. Viene anche precisato che la sua presenza nel villaggio necessita dell’apposita autorizzazione del castello; per questo motivo, tutti i tentativi che seguono sono finalizzati ad ottenere tale permesso.
Tentativi di K di raggiungere il castello
Il giorno dopo, K cerca di raggiungere a piedi il castello, ma si perde nel labirinto di strade del villaggio. Si ferma in una casa del villaggio, i cui abitanti sanno chi è, ma lo cacciano. Incontra i suoi assistenti, Arthur e Jeremias, che sono di temperamento allegro ma inutili perché non hanno alcuna cognizione del mestiere di geometra. K. incontra poi un messaggero, Barnaba, che gli consegna una lettera di Klamm, il direttore del castello.
Relazione tra K e Frida
Dopo aver letto la missiva nei minimi dettagli, K cerca di tornare al castello, ma finisce a casa di Barnaba. Dove incontra sua sorella Olga, che lo accompagna all’Alberto dei Signori. Qui, K. incontra la cameriera Frida, che è l'amante di Klamm.
La sera, Frida e K. hanno una relazione intima tra Frida e K., e Frida dichiara che sta lasciando Klamm per K. Il proprietario dell’albergo avverte K. che sta rendendo un cattivo servizio a Frida sottraendola a Klamm, e che ha previsto di sposarla.
K e la burocrazia del villaggio
K. rende visita al capo del villaggio, che gli spiega che non è necessario un geometra e parla in dettaglio del lungo e doloroso iter burocratico in cui è coinvolto K. nonché della perdita del suo fascicolo. Dice, però, che K sarà trattato con cortesia in attesa della risposta di Klamm.
K e il lavoro di bidello
Nel frattempo, a K. viene offerto un lavoro come bidello scolastico. Le condizioni di lavoro sono pessime, ma Frida convince K. ad accettare comunque. K. va all’albergo dei Signori per cercare Klamm, che, però, non si fa trovare. Successivamente, K. riceve una lettera da Klamm, in cui quest’ultimo lo elogia per il lavoro di geometra, che però non ha svolto. Infatti, più tardi, tuttavia, K. scoprirà che la nota era quasi certamente vecchia e destinata a qualcun altro
K e la relazione con Frida
Accompagnato da Frida e dagli aiutanti sempre presenti, K. si reca nella stanza della scuola dove dovrebbe dormire. Per scaldarsi, i due assistenti rubano della legna nella legnaia e il giorno dopo, K viene licenziato perché Frida lo ha accusato del furto, invece di lasciare che gli assistenti venissero puniti. K. li chiude fuori dalla scuola e cerca di raggiungere Klamm nel castello, ma questo incontro non è servito a nulla. Quando torna, scopre che Frieda ha iniziato una relazione con uno dei due assistenti. K. incontra il figlio di un uomo di nome Otto Brunswick, la cui moglie afferma di essere dal castello. K. crede che avvicinarsi al giovane, Hans, lo potrebbe aiuterà a ottenere l'ingresso nel castello. Il romanzo termina a metà frase (Kafka è morto prima di poterlo completare), con K. che è stato ben visto dal castello e di lui se ne prendono cura gli abitanti del villaggio che gli offrono anche un posto dove stare un nuovo posto in una delle locande.
Pubblicato nel 1926, due anni dopo la morte del suo autore, il romanzo è generalmente uno dei più rappresentativi della letteratura del XX secolo. Le molteplici interpretazioni possibili, l'angoscia che viene espressa con una perfezione vicina alla serenità, la lucidità sottesa all'aneddoto che testimonia una dettagliata comprensione delle relazioni sociali, esercitano sul lettore uno strano fascino che viene rafforzato dalla vivacità e dall'apparente semplicità del racconto.
Il Castello può essere letto come una metafora della vita umana, una ricerca disperata – ma ostinata – di senso. A causa della sua intrinseca ambiguità che riflette quella del mondo che descrive, il testo rimane impermeabile a qualsiasi interpretazione riduttiva.
Finale immaginato da Kafka
Arrivato una sera in un borgo dominato da un castello, dove regna un conte misterioso e invisibile, il geometra K. incontra, volendo insediarsi nel feudo del padrone, una proliferazione gerarchica di funzionari e signori, una burocrazia che impone ovunque l'incoerenza e l'assurdità delle sue leggi. Durante la procedura che egli segue per accedere al castello, per incontrarsi con il conte o per ottenere le autorizzazioni necessarie, K. suscita l'incomprensione e la diffidenza degli abitanti del villaggio. Quando Frieda, l'unico essere che egli ha sedotto, lo abbandona, il geometra si rassegna ad essere escluso dalla comunità. Morirà di sfinimento e amarezza, mentre riceve un avviso dal castello che gli permette di esercitare la sua professione nel villaggio. Questo è almeno il finale immaginato da Kafka per il suo romanzo incompiuto.
• la critica alla burocrazia e al totalitarismo che necessariamente
l'accompagna, critica alla quale i governi dell'Europa orientale si
sono dimostrati sensibili revocando solo molto tardi il divieto
dell'opera di Kafka
• il rifiuto e la ricerca del padre in rivolta e disperata sottomissione,
con il suo arsenale di spiegazioni psicoanalitiche
• l'ascesa della disumanità, che annuncia non solo lo sviluppo del
nazismo e dello stalinismo, ma anche le caratteristiche generali della
società moderna.
Contributo di Kafka alla letteratura
Con la lucidità dell'esperienza, Franz Kafka contribuisce a suo modo alla fine del romanzo tradizionale trasformandolo, attraverso i mezzi pedagogici dell'aneddoto, in una critica della vita quotidiana. Seguito in questo da Robert Musil, egli analizza le condizioni sociali favorevoli a una crescente perdita di vite umane e passioni. Il suo universo è un universo di separazione, alienazione, non-comunicazione. Come romanziere, tuttavia, la sua critica rimane ancora dipendente da criteri letterari ed estetici, anche se allo stesso tempo tenta di mostrare la vanità della scrittura separata dalla vita.
Stile e simbolismo di Kafka
L'uso del simbolo, anche dell'allegoria, espresso in una forma semplice, in uno stile spoglio e in un'atmosfera di familiarità, conferisce all'arte di Kafka un potere evocativo e seduttivo incomparabile.
Domande da interrogazione
- Qual è il contesto storico e culturale che ha influenzato la pubblicazione e la ricezione di "Das Schloss" di Franz Kafka?
- Quali sono i temi principali esplorati in "Das Schloss"?
- Chi è il protagonista di "Das Schloss" e qual è la sua situazione nel romanzo?
- Quali sono le principali interpretazioni critiche di "Das Schloss"?
- Come si conclude "Das Schloss" e quale significato ha il suo finale?
"Das Schloss" fu pubblicato nel 1926, due anni dopo la morte di Kafka. L'opera incontrò difficoltà nella vendita e nella distribuzione a causa dei tentativi nazisti di vietare gli scritti degli ebrei tedeschi, tra cui Kafka. Solo una casa editrice ebraica, Schocken Verlag, fu autorizzata a pubblicare opere ebraiche, limitando la vendita solo agli ebrei. Nonostante questi ostacoli, le opere di Kafka furono riconosciute per il loro valore letterario e tradotte in altre lingue dopo la seconda guerra mondiale.
"Das Schloss" esplora temi come la burocrazia, l'alienazione, la ricerca di senso nella vita e la lotta contro un sistema oppressivo e incomprensibile. Il romanzo può essere letto come una metafora della vita umana, caratterizzata da una ricerca disperata ma ostinata di senso, in un mondo dominato da gerarchie burocratiche e leggi assurde.
Il protagonista del romanzo è K., un geometra che arriva in un villaggio dominato da un castello per lavorare. Tuttavia, si trova di fronte a una serie di ostacoli burocratici e alla diffidenza degli abitanti del villaggio, rendendo la sua permanenza e il suo lavoro estremamente difficili. La sua lotta per ottenere l'approvazione e l'accesso al castello simboleggia la lotta dell'individuo contro un sistema oppressivo.
Le interpretazioni critiche di "Das Schloss" includono la critica alla burocrazia e al totalitarismo, il rifiuto e la ricerca del padre, e l'ascesa della disumanità che preannuncia lo sviluppo del nazismo e dello stalinismo, oltre alle caratteristiche generali della società moderna. Queste interpretazioni riflettono la complessità e l'ambiguità del romanzo, che rimane aperto a molteplici letture.
"Das Schloss" termina a metà frase, poiché Kafka morì prima di poter completare il romanzo. Questo finale aperto ha lasciato spazio a numerose interpretazioni. Secondo il finale immaginato da Kafka, K. muore di sfinimento e amarezza, ricevendo un avviso dal castello che gli permette di esercitare la sua professione nel villaggio. Questo finale sottolinea la vanità della lotta di K. e la sua inevitabile sconfitta di fronte a un sistema incomprensibile e oppressivo.