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Concetti Chiave

  • Dino Buzzati, noto scrittore e giornalista italiano, è conosciuto per il suo stile che mescola realismo tradizionale, surrealismo kafkiano, simbolismo e assurdità.
  • Il suo romanzo più celebre, "Il deserto dei Tartari", rappresenta l'attesa e l'incapacità di agire di truppe militari fronteggiate da un nemico inesistente.
  • "Il buon nome", parte della raccolta "Notti difficili", narra la tragica vicenda di un conte ubriaco, frainteso da familiari e medici, che culmina in un omicidio per salvare la reputazione dei medici.
  • La narrazione di "Il buon nome" è caratterizzata da una struttura a sequenze, con una predominanza iniziale e finale di sequenze narrative e una centrale dialogata.
  • Buzzati utilizza una descrizione indiretta per i personaggi e ambienti poco dettagliati, concentrando l'attenzione sulle dinamiche tra i personaggi.

All’interno di questo appunto è descritto il brano di Dino Buzzati dal titolo “Il buon nome”. Di seguito sono riportate tutta una serie di informazioni che riguardano la biografia dell’autore, la sua produzione artistica, nello specifico viene analizzato il brano intitolato “Il buon nome”, riportandone la trama e la recensione. Il brano fa parte della raccolta Notti difficili ed è stato pubblicato nel 1971.

Indice

  1. Biografia e produzione letteraria di Dino Buzzati
  2. Il buon nome di Dino Buzzati

Biografia e produzione letteraria di Dino Buzzati

Prima di parlare del brano Il buon nome, ecco la biografia di Dino Buzzati.


Dino Buzzati è nato il 16 ottobre del 1906 a Belluno ed è morto il 28 gennaio del 1972 a Roma. È stato un giornalista, commediografo ma anche scrittore di racconti e romanziere italiano, conosciuto a livello mondiale grazie ai suoi romanzi e opere teatrali.
Egli ha intrapreso la sua carriera intorno al 1928 a Milano presso il quotidiano Corriere della Sera. Il buon nome articolo I suoi due romanzi della montagna dai titoli Barnabò delle montagne del 1933 e Il segreto del bosco vecchio del 1935, sono stati scritti utilizzando uno stile appartenente al realismo tradizionale ed introducono il surrealismo kafkiano, il simbolismo e l'assurdità che pervadeva tutta la sua scrittura. Il romanzo solitamente considerato il più importante per lo scrittore è Il deserto dei Tartari del 1940, che rappresenta un racconto potente e ironico di truppe di protezione in una postazione militare di frontiera, in attesa di un nemico che non arriva mai e incapace di andare avanti oppure di ritirarsi.
Le sue raccolte di racconti includono Sessanta racconti del 1958, che comprendeva le novelle I sette messaggeri del 1942 e Paura alla scala del 1949, che vennero pubblicate in precedenza. Tra gli altri suoi romanzi ricordiamo Il grande ritratto del 1960, un romanzo di fantascienza, e Un amore del 1963, che tratta la storia di un uomo di mezza età che è affascinato da una giovane volpe falsa.
Riguardo le opere teatrali più popolari di Buzzati ricordiamo Un caso clinico, che venne eseguito e pubblicato nel 1953 e racconta di una moderna storia dell'orrore kafkiana in cui dei medici specialisti e macchinari distruggono un uomo assolutamente sano. Le altre commedie di Buzzati includono Il mantello, che venne eseguito nel 1960 e riguarda un dramma sovrumano in cui un soldato che fu dichiarato disperso ma riesce a ritornare in modo misterioso e solo dopo viene scoperto essere uno spirito, e L'uomo che andrà in America, che fu eseguito e pubblicato nel 1962 e tratta della storia di un vecchio pittore che si rende conto, sentendosi dire di aver vinto un desiderato premio americano, che la notizia significa anche la fine della sua vita lavorativa e la sua morte. Nonostante l’influenza di Kafka, Buzzati possiede una grande abilità ma al tempo stesso una forte ironia e umorismo.

Il buon nome di Dino Buzzati

Il brano “Il buon nome”, scritto nel 1971, fa parte della raccolta “Notti difficili” di Dino Buzzati. All’interno del brano viene narrato di un conte che a causa del troppo vino, si ubriaca e si addormenta. I famigliari vedendo ciò, si spaventano e chiamano un dottore perché pensavano che si fosse sentito male, ma quel medico a sua volta chiede aiuto ad un altro collega con più esperienza, ma grande di età. Il medico dà una diagnosi errata, ma i familiari che sono lì cercano di rendere tutto molto credibile fino ad uccidere il pover’uomo.
Il buon nome viene diviso in otto diverse sequenze:

  • una sequenza descrittiva in cui c’è la figura del conte Attilio che si mette a letto a causa del troppo vino bevuto e dopo, nella seconda parte, viene raccontato ciò che era veramente successo;
  • una sequenza narrativa in cui viene descritto l’arrivo del dottore Alborizzi e gli vengono descritti i sintomi del paziente e successivamente arriva il professor Sergio Leprani a dare la sua diagnosi;
  • una sequenza dialogata in cui il conte sembra riprendersi e il dottor Albrizzi rimane stupito.
  • una sequenza dialogata tra i due medici.
  • una sequenza dialogata tra Marasca e la contessa.
  • una sequenza narrativa in cui la famiglia inizia a preparare il funerale per il conte e tutto il paese viene a conoscenza della triste scomparsa.
  • una sequenza narrativa in cui viene narrato come Marasca ammazzi il conte.
Quindi come si può ben notare, all’interno del brano si ha una prevalenza delle sequenze narrative nella parte iniziale e finale, mentre nella parte centrale si ha la prevalenza di quelle dialogate.
Ciò che dà movimento al testo è proprio la figura del conte Attilio che si è ubriacato e tutta la sua famiglia crede che si sia sentito male. La parte finale del romanzo è molto tragica: Mascara decide di uccidere il conte per salvare la nomina sia del dottore che del professore. Tutte gli eventi vengono raccontati tutti in una giornata.
Gli strumenti narrativi che vengono utilizzati all’interno del brano sono la scena, che viene utilizzata per esprimere i vari discorsi che avvengono tra i vari personaggi. Tutti gli eventi si svolgono all’interno della casa del Conte; inoltre gli ambienti non vengono descritti in modo completo e non hanno un impatto influente su ciò che avviene tra i personaggi. Infine i personaggi vengono proposti dallo scrittore attraverso una descrizione quasi indiretta.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il contesto biografico e letterario di Dino Buzzati?
  2. Dino Buzzati è nato nel 1906 a Belluno e morto nel 1972 a Roma. È stato un giornalista, commediografo e scrittore italiano noto per i suoi romanzi e opere teatrali. Ha lavorato al Corriere della Sera e ha scritto opere influenzate dal realismo tradizionale e dal surrealismo kafkiano.

  3. Quali sono alcune delle opere più importanti di Dino Buzzati?
  4. Tra le opere più importanti di Buzzati ci sono "Il deserto dei Tartari", "Sessanta racconti", "Il grande ritratto", e "Un amore". Le sue opere teatrali includono "Un caso clinico" e "Il mantello".

  5. Di cosa tratta il brano "Il buon nome" di Dino Buzzati?
  6. "Il buon nome" narra di un conte che si ubriaca e viene creduto malato dai familiari. Un medico e un professore danno una diagnosi errata, e alla fine il conte viene ucciso per salvare la reputazione dei medici.

  7. Come è strutturato il brano "Il buon nome"?
  8. Il brano è diviso in otto sequenze, con una prevalenza di sequenze narrative all'inizio e alla fine, e dialogate al centro. La trama si svolge in un solo giorno e si concentra sugli eventi nella casa del conte.

  9. Quali strumenti narrativi utilizza Buzzati nel brano "Il buon nome"?
  10. Buzzati utilizza la scena per esprimere i dialoghi tra i personaggi. Gli ambienti non sono descritti dettagliatamente e i personaggi sono presentati attraverso descrizioni quasi indirette.

Domande e risposte

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