Concetti Chiave
- Thomas Mann's novel "I Buddenbrooks," published in 1901, captures the rise and fall of a bourgeois family, reflecting the societal changes of the late 19th century.
- The novel critically observes the bourgeois German society, similar to Emile Zola's naturalist movement, focusing instead on the prosperous yet declining Hanseatic society.
- The theme of degeneration, influenced by scientific studies of hereditary defects, plays a crucial role, illustrating the decline across generations within the Buddenbrook family.
- Art and music are central yet paradoxically destructive forces in the novel, as seen with characters like Christian and Hanno, who prioritize artistic pursuits over the family business.
- Schopenhauer's philosophical ideas feature prominently, exploring the conflict between personal will and the transcendence offered by art, ultimately leading to the family's downfall.
Indice
L'inizio del declino
In un'epoca in cui il Romanticismo cominciava a scomparire alla fine dell'Ottocento, Thomas Mann pubblicò nel 1901 il suo primo romanzo raffigurante la società del tempo, senza sapere che sarebbe stata destinata a diventare uno dei capisaldi della letteratura tedesca.
Questo romanzo si intitola I Buddenbrooks e invita il lettore ad assistere allo splendore e al declino di una famiglia borghese.
Fu nel 1897 che l'editore Verlag commissionò al giovane Thomas Mann di scrivere un’opera in prosa, il romanzo Les Buddenbrook, al momento della sua pubblicazione quattro anni dopo, con il sottotitolo Il declino di una famiglia.
La trama e l'osservazione sociale
Mescolando ispirazioni letterarie e filosofiche della fine del diciannovesimo secolo, la trama del romanzo meticolosamente costruito, si basa su un'osservazione critica della società borghese tedesca, un'osservazione che può essere paragonata allo stesso tempo allo sforzo iniziato qualche anno prima da Emile Zola, leader del movimento naturalista, che si sforza di rappresentare le vite semplici di questa massa fino ad allora abbastanza ignorata, il popolo.
Il destino della famiglia Buddenbrook
Nel caso di Thomas Mann, lo sguardo non è rivolto alle classi sociali più basse ma alla società anseatica, che avanza, vincente, in questa seconda metà del secolo, senza ancora scorgere l'abisso dove i suoi passi inevitabilmente riusciranno a condurla. I rappresentanti di questo firmamento in declino sono i membri della famiglia Buddenbrook, che, dopo aver fatto fortuna attraverso la loro casa commerciale, accolgono il lettore nella loro nuova casa a Lubecca. Da quel momento in poi, l'ironia del destino comincia ad emergere, dal momento che l'acquisizione della casa appartenente a un'altra famiglia di mercanti non poteva riuscire senza il declino di quest'ultima, come sospira il console Buddenbrook al momento della festa di inaugurazione della nuova abitazione: "Triste! La decadenza di questa azienda negli ultimi vent'anni!». Il silenzio che seguì a questa dichiarazione non può rimuovere il cattivo destino che grava sugli ospiti, che, durante i successivi quattro decenni raccontati dal narratore, ebbero un'amara esperienza del flagello del suo secolo, quello della decadenza.
Il pensiero decadente e la degenerazione
Per comprendere appieno il pensiero decadente, devono essere descritti i pilastri portanti del romanzo di Thomas Mann. Il più solido porta il nome di "degenerazione" e trova la sua origine nelle riflessioni di scienziati come Magnus Huss o Bénédict Augustin Morel, che nel diciannovesimo secolo esaminarono il fenomeno dei difetti ereditari (alcolismo o malattie mentali ...) trasmissibili e peggiorativi nel corso delle generazioni, per condurre le loro prede al decadimento totale. Uno degli allievi di Bénédict Morel, letteralmente affascinato da queste opere, testimonia nel suo personale pamphlet intitolato La Dégénérescence (1892), la propria ricerca sull'argomento, questa volta non più orientata come i suoi predecessori verso uno studio antropologico, ma verso i campi dell'arte e della letteratura dove il regno dei maledetti e crudeli suscitava entusiasmo popolare. L'espressione di questa inclinazione è secondo lui dovuta all'idea della fine del secolo che attraversa allora le masse e annuncia un nuovo ordine, quello del ventesimo secolo che si annuncia timidamente nei Buddenbrook.
La preferenza per il mondo delle arti, formalmente denunciata nei Buddenbrook, si ritrova tuttavia nel carattere di Christian, il figlio prediletto, malaticcio e profondamente inadatto alla vita, che, non cessa mai di sperperare il patrimonio familiare, attirando sempre più disonore al suo nome. E che dire dell'ultimo figlio maschio della famiglia, il piccolo Hanno? Anche a lui non importava dell'impresa in declino di suo padre, Thomas l'industrioso, il curatore delle tradizioni, che finì per essere schiacciato da loro, lasciando inesorabilmente crollare l'azienda del defunto Johann Buddenbrook.
L'influenza di Schopenhauer
Ecco l'influenza di Schopenhauer. In Die Welt als Wille und Vorstellung, cioè Il mondo come volontà e come rappresentazione (1819), il pensatore tedesco sviluppa l'idea che il mondo è solo pura Volontà e che è percepibile da ogni individuo solo alla luce della Rappresentazione. Essendo ciascuno "racchiuso" nella propria rappresentazione del mondo, solo l'arte poteva condurre l'individuo a trascendere se stesso, espandendo il campo della sua volontà individuale verso quella cosmica, al fine di godere della Volontà inerente a tutti gli esseri viventi. Ma nel romanzo l'arte diventa nemica della volontà personale, per non dire egoistica, di Thomas Buddenbrook che osserva il figlio Hanno trasceso dalla musica romantica non appena tocca la tastiera di un pianoforte in questo incantevole esercizio che è improvvisazione, espressione stessa della passione artistica. Questo linguaggio – essendo l'unico che Hanno non userà mai realmente – rimarrà purtroppo ermetico nei confronti di Thomas, che però, sull'orlo dell'abisso, assaporerà brevemente la rivelazione artistica prima di rifiutarla violentemente per sprofondare ancora di più nella depressione.
Il giogo della ragione e il destino delle donne
Soffrendo allo stesso modo di questo giogo della ragione, le donne del romanzo, in particolare Tony ed Erika, vedono i loro rispettivi destini sprecati e si ritrovano le uniche sopravvissute di una linea destinata all'estinzione, poiché Hanno, il musicista in salute fragile, segna l'ultimo anello della catena Buddenbrook e lo spezza morendo improvvisamente, lasciando sole queste due donne, la cui esistenza è così messa in discussione. Completamente abbandonata dai propri e forse da Dio, l'ironia colpisce ancora una volta questa famiglia il cui motto era "Dio provvederà a questo".
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale del romanzo "I Buddenbrook" di Thomas Mann?
- Quali influenze letterarie e filosofiche sono presenti nel romanzo?
- Come viene rappresentata l'arte nel romanzo?
- Qual è il destino dei personaggi femminili nel romanzo?
- Qual è il significato del motto della famiglia Buddenbrook?
Il tema principale del romanzo è lo splendore e il declino di una famiglia borghese, rappresentando una critica alla società borghese tedesca del tempo.
Il romanzo è influenzato dalle riflessioni di scienziati come Magnus Huss e Bénédict Augustin Morel sulla degenerazione, e dalle idee di Schopenhauer sulla volontà e rappresentazione.
L'arte è vista come un nemico della volontà personale, con il personaggio di Hanno che trova nella musica un mezzo di trascendenza, ma che rimane incompreso dal padre Thomas.
Le donne del romanzo, come Tony ed Erika, vedono i loro destini sprecati e si ritrovano le uniche sopravvissute di una linea familiare destinata all'estinzione.
Il motto "Dio provvederà a questo" è ironico, poiché la famiglia affronta un destino di declino e abbandono, contraddicendo la fiducia riposta nel divino.