Concetti Chiave
- "Il razzismo spiegato a mia figlia" è un libro di Tahar Ben Jelloun che affronta la complessità del razzismo attraverso una conversazione con sua figlia.
- Il razzismo è descritto come un comportamento diffuso, ma non naturale, che si manifesta con diffidenza e disprezzo per chi è diverso fisicamente e culturalmente.
- Il libro sottolinea che il razzismo è appreso, influenzato dal contesto e dall'educazione, e che il razzista teme il diverso perché lo percepisce come una minaccia.
- Ben Jelloun discute come le religioni non siano intrinsecamente razziste, ma possano essere interpretate in modo radicale da fanatici, trasformandosi in strumenti di odio.
- La lotta contro il razzismo è presentata come un impegno quotidiano, evidenziando l'importanza di non ignorare piccoli gesti discriminatori per evitare che si radichino nella società.
Il razzismo spiegato a mia figlia
Il razzismo spiegato a mia figlia è un libro scritto da Tahar Ben Jelloun, un marocchino che vive a Parigi, per rispondere alla domanda di sua figlia: che cos’è il razzismo? È un libro apparentemente piccolo e semplice, ma che racchiude un significato importante e difficile. Parla del razzismo sotto diversi punti di vista, partendo dalla sua definizione.Che cos'è il razzismo? Il razzismo è un comportamento piuttosto diffuso e consiste nel manifestare diffidenza e poi disprezzo per persone che hanno caratteristiche fisiche e culturali diverse dalle nostre. Questo comportamento è presente fin da quando esiste l’uomo, sotto diverse forme nelle diverse epoche, ed è comune, ma non normale. Spiega anche che un bambino, o in generale una persona non nasce razzista, lo diventa in base al contesto in cui vive e dall’educazione ricevuta. Infatti, se un bambino viene educato da persone razziste diventerà razzista e per lui sarà normale esserlo.

L’autore ne Il razzismo spiegato a mia figlia spiega anche a sua figlia che le religioni, in generale non sono razziste, gli integralisti, fanatici religiosi, possono farla diventare così, interpretando a loro modo il libro sacro, Si credono ispirati dallo spirito divino e non danno valore alla vita altrui, sono pronti a uccidere come a morire: sono razzisti. Queste persone provano odio, il quale è più facile da affermare che l’amore, perché quest’ultimo comporta impegno e prevede che si passi del tempo con le persone.
Poi la figlia fa riferimento a un’espressione che ha sentito dire: l’inferno sono gli altri. Il padre le spiega che non ha niente a che fare con il razzismo, è un modo di dire che si utilizza quando si è obbligati a sopportare persone con le quali non si ha voglia di vivere.
Ritornando al razzismo, l’uomo ha i pregiudizi, giudica gli altri ancor prima di conoscerli, da qui la sua paura, che a volte porta alle guerre. Il razzista è aggressivo.
L’uomo non può amare tutti, ma il rispetto è essenziale. La gente non pretende l’amore, ma di essere rispettata nella sua dignità umana. Rispettare gli altri vuol dire avere rispetto per la giustizia. L’autore tratta con la figlia anche argomenti riguardanti lo sterminio, cioè quando il razzismo è alle estreme conseguenze. Tutto un popolo si è visto sottomesso a queste leggi, durante la Seconda guerra mondiale, quando Hitler, il capo della Germania nazista, ha deciso di sterminare ebrei e zingari. È stato un genocidio. Questo tipo di razzismo è stato chiamato antisemitismo, contro gli ebrei. Tutti possono essere razzisti, un ebreo, come una persona di colore.
La forma più diffusa di razzismo è stata contro i neri; la lotta per i loro diritti non è ancora finita, malgrado l’assassinio ad Atlanta di Martin Luther King, un uomo che si è battuto per questi diritti. Nell’Africa del Sud, bianchi e neri vivevano separati: questa situazione si chiamava apartheid, i neri erano discriminati dai bianchi.
Il razzista è un pericolo e una vittima. È un pericolo per gli altri e una vittima di se stesso. È in errore, in torto, e non lo sa. Ci vuole coraggio per riconoscere i propri errori.
Conclusione
La lotta contro il razzismo deve essere un riflesso quotidiano. Il libro Il razzismo spiegato a mia figlia spiega come non bisogna sottovalutare o tralasciare le piccole cose, non bisogna lasciar correre, perché questi comportamenti possono svilupparsi e prosperare anche tra le persone che avrebbero potuto facilmente evitare di abbandonarsi a quel flagello. Bisogna agire, finché si è in tempo.Non bisogna discriminare le persone diverse, perché una società multirazziale è un arricchimento. Ogni vita merita rispetto, perché ciascuno ha diritto alla sua dignità.
Domande da interrogazione
- Che cos'è il razzismo secondo il libro "Il razzismo spiegato a mia figlia"?
- Come si diventa razzisti secondo l'autore?
- Qual è il ruolo delle religioni nel razzismo, secondo il libro?
- Quali esempi storici di razzismo vengono discussi nel libro?
- Qual è il messaggio finale del libro riguardo alla lotta contro il razzismo?
Il razzismo è descritto come un comportamento diffuso che manifesta diffidenza e disprezzo verso persone con caratteristiche fisiche e culturali diverse, ed è un comportamento appreso, non innato.
Si diventa razzisti in base al contesto in cui si vive e all'educazione ricevuta; un bambino educato da persone razziste tenderà a diventare razzista.
Le religioni in generale non sono razziste, ma gli integralisti possono interpretare i testi sacri in modo da giustificare il razzismo.
Il libro discute l'antisemitismo durante la Seconda guerra mondiale e l'apartheid in Sud Africa come esempi di razzismo estremo.
La lotta contro il razzismo deve essere un riflesso quotidiano, e bisogna agire per prevenire che comportamenti razzisti si sviluppino e prosperino.