Concetti Chiave
- "Auschwitz spiegato a mia figlia" è un libro di Annette Wieviorka, pubblicato nel 1999, che affronta temi profondi e drammatici in sole 64 pagine.
- La storia inizia con Mathilde, una tredicenne, che vede un tatuaggio sul braccio di una conoscente, portandola a comprendere la realtà dell'Olocausto.
- Il libro si sviluppa attraverso domande dirette di Mathilde alla madre, esplorando il perché degli eventi terribili dell'Olocausto.
- La madre spiega la differenza tra campi di sterminio e campi di concentramento, coinvolgendo emotivamente la figlia.
- Il racconto enfatizza la necessità di ricordare l'efferatezza dell'Olocausto e l'indifferenza del mondo, invitando alla riflessione.
Recensioni di libri scritti da voi
• Auschwitz spiegato a mia figlia è un libro che è stato scritto dall’autrice Annette Wieviorka. Il libro è breve, 64 pagine dense di significato per il tipo di temi profondi e drammatici che tratta, ed è stato pubblicato nel corso dell’anno 1999.
La scoperta di Mathilde
• La vicenda ha inizio con la visione da parte della piccola tredicenne Mathilde di un tatuaggio strano riportato sul braccio di Berthe, la mamma di una sua compagna di classe. Tutto ciò che le hanno insegnato a scuola in storia quindi diventa un fatto storico reale, perché Mathilde prende seriamente coscienza di quanto l’Olocausto sia stato un evento terribile nel corso della storia. Dal momento in cui ha visto il tatuaggio la ragazzina inizia dunque a tempestare sua madre di domande sul perché l’umanità abbia potuto commettere delle cose così tremende. Spesso le domande poste dalla ragazzina sono dure e talvolta dirette, come per esempio il perché gli ebrei non abbiano fatto nulla per ribellarsi a siffatte atrocità e come mai gli altri Paesi mondiali non abbiano fatto nulla per cercare di fermare il folle progetto di sterminio nazista.

Risposte e riflessioni
Sua madre cerca di dare la risposte a sua figlia sul perché i nazisti avrebbero fatto delle cose così tanto atroci ed efferate che hanno tolto la vita a ben sei milioni di ebrei. Nel corso del suo racconto, la donna spiega anche quale fosse la differenza tra campi di sterminio e campi di concentramento. Il racconto della donna è molto commovente e soprattutto riesce a coinvolgere sua figlia su un evento storico orribile realmente accaduto e che mai si deve dimenticare. Ciò che emerge dal racconto è l'efferatezza e la freddezza con cui un piano così diabolico sia stato portato avanti dai nazisti: l’uccisione a tavolino e nel più breve tempo possibile di un intero popolo.
Importanza della memoria
• Auschwitz spiegato a mia figlia è molto breve, ma in maniera incalzante sotto forma di intervista racconta degli eventi storici molto duri che mai e poi mai si devono dimenticare; mai si deve dimenticare anche l’indifferenza della gente e di interi Paesi verso un progetto così folle come lo sterminio degli ebrei, infatti, si sarebbe potuto fare molto di più di fronte a quanto accaduto e per evitare l’uccisione di ben sei milioni di ebrei.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale del libro "Auschwitz spiegato a mia figlia" di Annette Wieviorka?
- Come inizia la vicenda narrata nel libro?
- Quali domande pone Mathilde a sua madre riguardo l'Olocausto?
- Qual è l'importanza del racconto della madre nel libro?
Il tema principale del libro è l'Olocausto, spiegato attraverso un dialogo tra una madre e sua figlia, che esplora le atrocità commesse dai nazisti e l'indifferenza del mondo di fronte a tali eventi.
La vicenda inizia quando Mathilde, una tredicenne, vede un tatuaggio sul braccio della madre di una sua compagna di classe, che la porta a prendere coscienza della realtà storica dell'Olocausto e a porre domande difficili a sua madre.
Mathilde chiede perché gli ebrei non si siano ribellati e perché gli altri Paesi non abbiano fatto nulla per fermare il progetto di sterminio nazista.
Il racconto della madre è commovente e coinvolgente, spiegando la differenza tra campi di sterminio e campi di concentramento, e sottolinea l'importanza di non dimenticare mai l'orrore dell'Olocausto.