Concetti Chiave
- Il romanzo "Il processo" di Franz Kafka esplora temi esistenzialisti come l'assurdità del mondo e l'oppressione politica.
- Joseph K., protagonista del romanzo, viene improvvisamente arrestato senza spiegazioni, ma continua la sua vita lavorativa.
- Nonostante i tentativi di difendersi, Joseph K. si scontra con un sistema giudiziario corrotto e burocratico.
- Il romanzo analizza l'alienazione e l'iper-razionalizzazione del mondo moderno, evidenziando la disumanità del sistema.
- Joseph K. rappresenta l'antieroe che, imprigionato nella sua colpevolezza, rinuncia a lottare, soccombendo al sistema oppressivo.
Introduzione
Il processo è un romanzo di Franz Kafka che può essere definito come esistenzialista, perché in esso è sviluppata la maggior parte delle filosofie esistenzialiste: l'assurdità del mondo, la contingenza dell'esistenza, l'incubo dell'intersoggettività, l'oppressione politica.
Breve riassunto
Il protagonista Joseph K., che lavora come procuratore in un istituto bancario. Il romanzo si apre con l'arresto improvviso di Joseph nella sua camera da letto, proprio la mattina del suo compleanno. Senza ulteriori spiegazioni, due guardie lo informano senza specificare le accuse mosse contro di lui. Nonostante l’arresto, K. è libero di andare a lavorare in banca.Di fronte all'assenza di notizie dalle istituzioni giudiziarie, K. si presenta in tribunale, la sua causa denunciando le condizioni del suo arresto e la corruzione dei funzionari. Ma il giudice sottolinea che la sua udienza è composta solo da funzionari pubblici.
K. ritorna in tribunale la settimana successiva: però l’aula è vuota perché in quel giorno non sono previste sessioni. Incontra altri imputati, il cui stato fisico rivela la stanchezza creata dal proprio processo. Lo zio lo spinge a prendere un avvocato, Huld che, purtroppo, si rivelerà inefficace e per questo gli revoca il mandato, il che ci fa intuire subito l’epilogo della storia. Nel frattempo, K. riesce a sedurre Leni, la sua vicina di casa.
Qualche tempo dopo, K. viene invitato dalla sua banca ad accompagnare un ricco cliente italiano in un tour della cattedrale locale. Quando K. arriva alla cattedrale, il cliente non si fa vivo. Dopo aver visto alcune opere d’arte conservate nella cattedrale, sta per andarsene quando un prete lo chiama per nome. Il sacerdote è il cappellano della prigione e rimprovera K. per l’indifferenza al suo caso. Quindi, Il cappellano racconta una parabola su di un uomo del posto che cerca di accedere alla legge, ma gli viene impedito da un portiere. Dopo aver discusso le molteplici e possibili interpretazioni di questa narrazione, K. chiede aiuto al cappellano per gestire la sua vicenda, ma quest’ultimo rifiuta.
Infine, arriva di nuovo il compleanno di K. Quella sera, pronto per uscire, viene sorpreso da due uomini vestiti formalmente (= gli esecutori della sentenza) che lo conducono fuori città, verso una cava; qui, uno di loro gli tiene il collo e l'altro lo trafigge due volte al cuore.
Analisi
A prima vista, il processo è una critica al sistema giudiziario, questa macchina anonima, fatta per schiacciare gli individui. L'intero sistema, dal giudice all'avvocato e alla polizia, è visto come pieno di corruzione e di burocrazia. Ma un'analisi più attenta rivela altri temi ricorrenti: l'assurdità, la disumanità del mondo moderno, il totalitarismo, la soggettività alienata, quello che Marcuse chiama l'uomo unidimensionale.
L'assurdo
Fin dall'incipit, la narrazione manca di logicità. E questa illogicità è duplicata dagli eventi che accadono a Joseph K. L'assurdità è quindi totale nel Processo. L'assurdo di Kafka sembra indicare un vuoto razionale nel mondo, nella misura in cui tutto è stato inghiottito dall'iper-razionalizzazione (esempio del sistema giudiziario). La Scuola di Francoforte, descrisse questo processo di eccessiva razionalizzazione come l'avvento del mondo totalitario. Questo mondo è così diventato disumano, ostile alla soggettività che non ha altra scelta che mimetizzarsi nella folla. K. non ha nome, in realtà non è nessuno. Se K. è un personaggio sfuggente ed enigmatico, è perché l'uomo in generale è opaco verso sé stesso: come se l’”io” fosse un altro.Questo tema sarà approfondito da Heidegger in Essere e tempo, che descriveva il mondo pubblico come una dittatura dell'"on", come una forma di inautenticità. Con Kafka, l'altro è il boia, come sarà in Huis Clos di Sartre.
Perché non bisogna commettere errori: K. è un antieroe, vive nell'inautenticità, è davvero colpevole. Accusato, probabilmente a torto, finisce per abdicare, si convince di essere colpevole. Mentre poteva fuggire dalla corte, K., come l'uomo moderno, preferisce lasciarsi uccidere, ha abbandonato ogni voglia di vivere. Viene massacrato "come un cane" perché si lascia dominare da questa società che lo ha fissato, oggettivato, inchiodato nella sua colpabilità. Riconosciamo qui le tesi sviluppate da Nietzsche sull'ultimo uomo o quelle di Sartre sulla malafede.
Domande da interrogazione
- Chi è l'autore del romanzo "Il processo"?
- Quali sono alcuni dei temi trattati nel romanzo?
- Qual è il nome del protagonista del romanzo?
- Cosa succede all'inizio del romanzo?
- Come si conclude la storia di Joseph K.?
L'autore del romanzo "Il processo" è Franz Kafka.
Alcuni dei temi trattati nel romanzo sono l'assurdità del mondo, la contingenza dell'esistenza, l'incubo dell'intersoggettività e l'oppressione politica.
Il protagonista del romanzo si chiama Joseph K.
All'inizio del romanzo, Joseph K. viene arrestato improvvisamente nella sua camera da letto, proprio la mattina del suo compleanno.
La storia di Joseph K. si conclude quando viene sorpreso da due uomini che lo conducono fuori città e lo uccidono.