Concetti Chiave
- Mateo Alemán, a prominent writer from the Spanish Golden Age, is best known for his picaresque novel "Guzmán de Alfarache," published in two volumes (1599 and 1604).
- Alemán's life and works reflect a pessimistic worldview, influenced by his Jewish heritage and the religious climate of Spain.
- Despite his literary success, Alemán faced financial struggles, leading to imprisonment for debt on multiple occasions.
- The narrative style of "Guzmán de Alfarache" combines moral and didactic digressions, often referencing Seneca and the Gospels, with the picaresque adventures of the protagonist.
- Alemán's work had a significant impact on European literature, with "Guzmán de Alfarache" being translated into Italian, German, French, and English.
Mateo Alemán y de Enero (Siviglia, 1547 - Messico, 1615) era uno scrittore spagnolo.
Scrittore dell'età dell'oro, è noto soprattutto per il suo romanzo La vita del furfante Guzmán de Alfarache, pubblicato in due volumi nel 1599 e nel 1604, che stabilisce le linee fondamentali della narrativa picaresca.
Fu battezzato nella chiesa di San Salvador il 28 settembre 1547.
Il padre era Hernando Aleman, supposta di origine ebraica (tra i suoi antenati potrebbe essere un giudaico condannato al rogo), chirurgo nella prigione di Siviglia dal 1557; la madre era Juana de Enero, figlia di un mercante di origine italiana. È nata, quindi, nello stesso anno di Miguel de Cervantes, anche se la sua visione della vita è molto più misantropa e pessimista:
Vivono tutti a caccia l'uno dell'altro, come il gatto del topo e il ragno del serpente.
Indice
Formazione e primi anni
Forse ha iniziato gli studi umanistici nel laboratorio di Juan de Mal Lara, ma si è laureato all'Università Maese Rodrigo con un Bachelor of Arts and Theology (1564). In seguito studiò Medicina a Salamanca e Alcala de Henares, ma quando suo padre morì, nel 1567, potrebbe aver lasciato gli studi, dato che non compare nei libri come laureato, quella laurea.
Matrimonio e vita lavorativa
Nell'autunno del 1568 fu a Siviglia, dove lui e sua madre gli avevano prestato i soldi del capitano Alonso Hernández de Ayala, a condizione che Mateo prendesse in moglie Catalina de Espinosa, nel caso in cui la somma concordata non fosse stata restituita; Alemán voleva sfidare l'accordo, ma per evitare la prigione fu costretto a sposare Doña Catalina; il matrimonio sarebbe finito anni dopo la separazione.
Esperienze di prigionia e scrittura
Ha lavorato in attesa come contabile a Siviglia e poi a Madrid. Dal 1573 rimase a Siviglia, dove l'attività era diversa, come dimostrano i documenti (in uno vendette uno schiavo moresco, in un altro comprò una cappella per la confraternita dei Nazareni). Nel 1580 fu imprigionato per debiti e trascorse due anni e mezzo nella prigione di Siviglia, dove incontrò il mondo dei criminali nel famoso romanzo di ritratti di canaglie Life Guzman de Alfarache.
Viaggi e opere letterarie
Ha fatto un primo tentativo di navigare verso le Indie, ma non è stato in grado di farlo. Nel 1586 era a Madrid. Nel 1593 si recò ad Almadén come legale per ispezionare le famose miniere di mercurio, vendute dal re a Fugger (i famosi banchieri tedeschi), dove i prigionieri erano detenuti ai lavori forzati. Il tedesco scrisse un rapporto sulle terribili condizioni dei prigionieri e sollecitò un'indagine (poi abbandonata); tuttavia, l'incidente lo riportò a contatto con il mondo dell'incuria.
Successo e controversie letterarie
Tornato a corte, Alemán si dedicò alla traduzione di alcune delle odi di Orazio, e scrisse una prefazione a Morales Proverbios di Alonso de Barros, stampata a Madrid nel 1598. Scrisse anche la prima parte di Guzmán de Alfarache, completata alla fine del 1597 e pubblicata nel 1599. L'opera, recuperando e amplificando il modello Lazarillo de Tormes (Anonimo, 1554), ha stabilito le regole del romanzo picaresco, destinato a grande successo in Spagna e in Europa.
Nel 1601 tornò a Siviglia indebitato, per il quale fu nuovamente imprigionato nel 1602. Nel frattempo, una seconda parte apocrifa di Guzmán de Alfarache è stata pubblicata a Valencia, scritta da un certo Mateo Lujan de Sayavedra, ad esempio, lo pseudonimo valenciano dell'avvocato Juan Martí, e poi pubblicata a Milano come originale tedesco (verso il 1650 sarà anche una terza opera apocrifa del portoghese Machado de Silva).
Tedesco, furioso per la partenza dell'apocrifo successivo, secondo la conclusione del secondo volume; nel 1605 pubblicò a Siviglia la Vita di Sant'Antonio da Padova e a Lisbona la seconda parte (reale, questa volta) del Guzmán de Alfarache. Il successo dell'opera fu immenso, tanto che fece traduzioni in italiano (1606), tedesco (1615), francese (1620) e inglese (1622)
Ultimi anni e eredità
Nel 1608, gli fu permesso di lasciare il Messico, dove arrivò vecchio e stanco, e partì per il servizio dell'arcivescovo Garcia Guerra. Nel 1609 pubblicò un'ortografia spagnola. Nel 1613 scrisse Sucesos de don Fray García Guerra, arcivescovo del Messico, a Cuyo cargo era il governo della Nuova Spagna, dove si svolge una preghiera funebre in memoria del prelato. D'ora in poi, noi tedeschi sappiamo poco o niente. Si suppone che sia morto poco dopo.
Analisi del Guzmán de Alfarache
Come si è detto, il capolavoro per cui Alemán è ricordato è soprattutto il Guzmán de Alfarache, un romanzo picaresco pubblicato in due parti: la prima nel 1599 a Madrid e la seconda nel 1604 a Lisbona, con il sottotitolo di Atalaya de la vida humana (Torre di guardia della vita umana).
La narrazione è in prima persona, come in Lazarillo de Tormes, ma il personaggio ha un nuovo dualismo tra le dimensioni di un mascalzone (cioè cattivo, mendicante, vagabondo) e quella del peccatore pentito, cioè le due fasi della sua vita.
La storia principale, un racconto delle avventure della canaglia, è spesso interrotta da divagazioni di carattere morale e didattico e da numerose citazioni (Seneca, il Vangelo, prediche, proverbi popolari...). Introducono storie come Ozmin e Daraja, un moresco, e un altro di ispirazione italiana, come Dorido e Clorinia o Bonifacio e Dorotea. Questa struttura, tratta da Cervantes nel primo volume del Don Chisciotte, risponde all'esigenza di una certa varietà che distrae l'attenzione del lettore dalla storia principale. Tuttavia, molte traduzioni di Guzmán rimuoveranno queste parti, ignorando palesemente la volontà dell'autore (che nel prologo esortava il lettore discreto a incorporare il messaggio morale, piuttosto che ridere alle battute).
La visione del mondo che emerge dal romanzo è molto pessimista: la vita dell'uomo appare come una lotta per la sopravvivenza in un mondo dominato dalla violenza; il protagonista, nonostante le buone intenzioni, cade ripetutamente nel vizio, come Sisifo. Questo punto di vista è generalmente attribuito alla turbolenta storia dell'autore, alla sua condizione di discendente di ebrei convertiti a una Spagna fondamentalista e cattolica. Tuttavia, le altre opere testimoniano l'impegno morale e religioso dell'autore e la sua attenzione alla dignità e ai diritti della persona.
Domande da interrogazione
- Chi era Mateo Alemán y de Enero e qual è la sua opera più famosa?
- Quali furono le influenze e le caratteristiche principali del romanzo "Guzmán de Alfarache"?
- Quali furono le esperienze personali di Alemán che influenzarono la sua visione del mondo?
- Quali furono le conseguenze del successo del "Guzmán de Alfarache"?
- Quali altre opere e contributi letterari sono attribuiti a Mateo Alemán?
Mateo Alemán y de Enero era uno scrittore spagnolo dell'età dell'oro, noto soprattutto per il suo romanzo "La vita del furfante Guzmán de Alfarache", che stabilisce le linee fondamentali della narrativa picaresca.
Il romanzo "Guzmán de Alfarache" è influenzato dal modello "Lazarillo de Tormes" e presenta un dualismo tra il mascalzone e il peccatore pentito. È caratterizzato da divagazioni morali e didattiche e da una visione pessimista della vita.
Le esperienze personali di Alemán, come la sua discendenza da ebrei convertiti e le sue difficoltà economiche e legali, influenzarono la sua visione pessimista del mondo, riflessa nel suo romanzo.
Il successo del "Guzmán de Alfarache" portò a traduzioni in diverse lingue e alla pubblicazione di parti apocrife, che spinsero Alemán a pubblicare la vera seconda parte del romanzo.
Oltre al "Guzmán de Alfarache", Alemán tradusse odi di Orazio, scrisse una prefazione ai "Proverbios" di Alonso de Barros, pubblicò un'ortografia spagnola e scrisse "Sucesos de don Fray García Guerra".