Concetti Chiave
- Cicerone adotta lo stile del dialogo platonico nel "De Republica", mirando a trovare la forma di stato ottimale riflettendo sul passato.
- Il dialogo si svolge nella villa di Scipione Emiliano nel 129 a.C., analizzando le tre forme di governo: monarchia, aristocrazia e democrazia.
- Nella visione di Scipione, le forme di governo possono degenerare, e il principe deve mantenere la res publica lontano da ambizioni personali.
- Cicerone completa il dialogo con il "De legibus", ambientato nella sua villa ad Arpino, affrontando temi come la legge divina e la tradizione romana.
- Nel "De legibus", Cicerone discute le leggi romane e le competenze dei magistrati, sottolineando la necessità di basarsi sulle tradizioni.
Marco tullio Cicerone - De Republica
Cicerone prende come modello il dialogo platonico, con una differenza fondamentale, guarda al passato (mentre Platone al futuro) per trovare la migliore forma di stato. Il dialogo si svolge nel 129 nella villa di Scipione Emiliano. Nel I libro Scipione mostra come le tre forme fondamentali di governo (monarchia, aristocrazia e democrazia) potessero degenerare in tirannide, oligarchia e oclocrazia. Nel II la costituzione romana, III la giustizia, IV educazione dei cittadini e dei princeps che devono regolare i loro rapporti. Nella versione di Scipione il contemperamento delle tre forme fondamentali non avviene in modo pari, infatti Scipione non ama la democrazia.Il ruolo del princeps è rappresentato sul modello ricoperto da Scipione Emiliano, deve salvare la res publica, allontanando il desiderio di potere e ricchezza.
Ispirandosi ancora a Platone, Cicerone, completò il suo dialogo sullo stato col De legibus. L’azione stavolta è nel presente nella villa di Cicerone (locus amoenus) ad Arpino e gli interlocutori sono Cicerone (conservatore moderato), il fratello Quinto (ottimate estremista) e l’amico Attico (epicureo). Nel I libro è esposta la tesi stoica secondo la quale la legge è data da Dio. Nel II C. afferma che le leggi devono basarsi sulla tradizione romana. Nel III C. presenta il testo delle leggi riguardanti i magistrati e le loro competenze.