Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • Gli scritti oratori di Cicerone si dividono in discorsi giudiziari e politici, con "In Verrem" che rappresenta un esempio significativo del primo.
  • L'accusato, Gaio Licinio Verre, era governatore della Sicilia e si era arricchito illecitamente, rubando opere d'arte e corrompendo oppositori.
  • Cicerone, difendendo i Siciliani, affrontò difficoltà dovute all'influenza di Verre, ma riuscì a presentare prove e testimoni convincenti.
  • Le arringhe di Cicerone, mai pronunciate a causa della fuga di Verre, sono un esempio di rigore e semplicità nell'oratoria romana.
  • L'opera offre una vivida rappresentazione della disonestà di Verre e l'impatto della cultura greca sui ricchi romani.

Cicerone oratore – In Verrem

Gli scritti oratori di Cicerone possono essere divisi in due gruppi: i discorsi giudiziari e i discorsi politici. Nel primo gruppo, occupa un posto rilevante l’orazione contro Verre (=Im Verrem o Verrine) che fa parte del processo svoltosi a Roma nel 70 a.C. L’accusato è Gaio Licinio Verre che aveva ricoperto l’incarico di governatore della Sicilia dal 73 al 71 a.C. Durante tale periodo si era arricchito enormemente, in modo scandaloso, rubando ogni cosa, cercando anche corrompere coloro che si opponevano al suo modo di fare. Incaricato di difendere i Siciliani, Cicerone ebbe a che fare con un’accusa non facile. Infatti, Verre, di origine aristocratica, era amico dei cittadini più in vista e potenti mentre Cicerone era un uomo nuovo. Pur contando sull’amicizia di Pompeo, Cicerone dovette combattere a lungo affinché gli fosse assegnato l’incarico della difesa dei Siciliani. Nella sua prima arringa contro Verre, Cicerone espone le basi dell’accusa, facendo temere ai giudici la collera del popolo. Quindi produce tutte le prove necessarie e i testimoni. Per sostenere l’accusa, Cicerone elenca le opere d’arte che Verre ha sottratto con la violenza ai legittimi proprietari come opere di Prassitele, Mirone e Policleto, rubate a un certo Gaio Eio che collezionava le sculture greche. Dopo questa prima accusa, avendo i difensori capito che non c’era la possibilità di far uscire il loro difeso indenne dal processo, lo convinsero ad abbandonare la causa, a far sparire da casa sua tutta la refurtiva preziosa e a fuggire da Roma. Verre si rifugiò a Marsiglia. Allora Cicerone pubblico le arringhe che aveva preparato (cinque in tutto). Esse si aggiungono alle altre due. Pertanto l’opera Im Verrem si compone di tre parti:
1) Divinatio in Q. Caecilium, in cui Cicerone dimostra che la scelta di Quinto Decilio come accusatore sarebbe stata sbagliata per conflitto di interessi, diremmo oggi.
2) Segue In G. Verrem actio prima, in cui l’oratore racconta tutti gli ostacoli incontrati nel svolgere le sue indagini e i sistemi a cui aveva ricorso Verre per ritardare il processo. Vi espone anche i principali capi di accusa.
3) La parte successiva – In G. Verrem, actio secunda – è divisa in tre parti:
1) De praetura urbana
2) De praetura siciliensi
3) De frumento
4) De signis
5) De suppliciis.
In esse, Cicerone esamina in modo dettagliato la disonesta di Verre in tutti gli ambiti del suo incarico di governatore. Sono orazioni che non furono mai pronunciate perché Verre, dopo la fuga a Marsiglia non si ripresentò più in aula. Comunque l’opera contribuì a rendere famoso Cicerone che a soli trentasei anni, occupò una posizione centrale nella vita politica di Roma. L’inizio di De Signis costituisce un notevole esempio del modo con cui l’oratore era solito comporre un discorso. D’altra parte il rigore della composizione ci permette di procedere a un’analisi facile e sufficientemente ampia per darci un’idea del contenuto dell’arringa. Una parte del discorso rimasta famosa è questa: “Vi parlerò di come viene qualificato il comportamento di Verre; i suoi amici parlano di una malattia e di una mania, i Siciliano affermano che si tratta di brigantaggio. Ma io non so di quale espressione servirmi. In tutta la Sicilia non esiste vaso, non esiste, pietra preziosa, non esiste opera d’arte che non sia stata ricercata, esaminata e rubata da Verre, se gli piaceva. Egli ha rubato nelle città e nei palazzi degli aristocratici, ha commesso dei furti sacrilegi nei templi” Come si vede, il testo dell’accusa costituisce un modello di semplicità. In De Suppliciis, Cicerone conoscendo le intenzioni della difesa, fin dall’inizio fa allusione alle argomentazioni di questi ultimi, smontandole, anche con una certa ironia.
L’opera è molto interessante per noi perché dipinge un quadro animato della vita di un governatore romano nelle province. Mostrano l’effetto della civiltà greca sui ricchi romani che ricorrevano alle ricchezze per rendere più raffinata la propria esistenza. Il difensore di Verre riuscì a manovrare in modo che il risarcimento corrispondesse a una cifra irrisoria se rapportata all’entità dei danni: tre milioni di sesterzi. Da parte sua, Cicerone, soddisfatto del successo ottenuto nella causa per concussione non preoccupò dell’ammontare della multa; per questo qualcuno lo accusò, senza alcuna prova, di essersi lasciato comprare. Tuttavia, per riconoscenza i Siciliani, che inviarono, sotto forma di ringraziamento, le primizie del raccolto dell’isola, dimostrando così che si era trattato di calunnie, dettate dall’invidia.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il contesto storico dell'orazione di Cicerone contro Verre?
  2. L'orazione contro Verre si inserisce nel processo svoltosi a Roma nel 70 a.C., dove Gaio Licinio Verre, ex governatore della Sicilia, era accusato di essersi arricchito illegalmente durante il suo mandato.

  3. Quali erano le principali accuse mosse da Cicerone contro Verre?
  4. Cicerone accusava Verre di aver rubato opere d'arte e beni preziosi, di aver commesso furti sacrilegi nei templi e di aver corrotto chi si opponeva al suo operato.

  5. Come ha reagito Verre alle accuse durante il processo?
  6. Dopo la prima accusa di Cicerone, i difensori di Verre lo convinsero a fuggire da Roma e a rifugiarsi a Marsiglia, abbandonando il processo.

  7. Qual è stato l'impatto dell'opera "In Verrem" sulla carriera di Cicerone?
  8. L'opera contribuì a rendere Cicerone famoso e a consolidare la sua posizione centrale nella vita politica di Roma, nonostante avesse solo trentasei anni.

  9. Quali sono le critiche mosse a Cicerone riguardo al risarcimento ottenuto nel processo?
  10. Cicerone fu criticato per non essersi preoccupato dell'ammontare della multa, che era considerata irrisoria rispetto ai danni, e fu accusato, senza prove, di essersi lasciato corrompere. Tuttavia, i Siciliani dimostrarono la loro gratitudine inviandogli le primizie del raccolto.

Domande e risposte