ugo1998
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Concetti Chiave

  • Cicerone, pur non considerandosi un filosofo come Platone o Aristotele, scrisse opere filosofiche che filtravano idee greche attraverso la sua visione, arricchendo la lingua latina con nuovi termini filosofici.
  • Il sistema filosofico di Cicerone è definito "eclettismo", integrando elementi di varie scuole filosofiche con un focus sulla praxis e la probabilità, piuttosto che su certezze assolute.
  • Cicerone affronta il problema gnoseologico sostenendo la sospensione del giudizio e preferendo il probabilismo, rifiutando la ricerca della verità assoluta per evitare l'indecisione dello scetticismo.
  • Nel campo teologico, Cicerone critica l'epicureismo e condivide in parte lo stoicismo, ammettendo un cosmo ordinato e regolato dalla divinità, ma rifiutando il determinismo e affermando il libero arbitrio.
  • Per Cicerone, la poesia e l'arte devono divertire e insegnare, trasmettendo contenuti etici e svolgendo una funzione sociale, supportando anche l'oratore nella sua professione.

Opere filosofiche di Cicerone

-E’ molto difficile considerare Cicerone un filosofo come Platone o Aristotele, che si costruisca il suo pensiero, infatti era fondamentalmente un oratore e un politico, che si impegnava direttamente nella vita sociale. Tra il 45 e il 43 a.C., quando fu costretto all’inattività politica, scrisse opere filosofiche, ma egli non si sentiva un filosofo, bensì un divulgatore delle opere greche; inoltre vedeva nella meditazione un conforto ai mali della vita.

Tuttavia non era un semplice copista di dottrine non sue, infatti filtrava le idee attraverso la sua personale visione delle cose e il suo lavoro era molto più complesso. A lui va inoltre il merito di aver arricchito la lingua latina con nuovi termini filosofici.
-Il sistema filosofico ciceroniano non era basato su un mondo astratto, ma su principi applicabili nella realtà. I principali problemi riguardano il campo estetico, quello teologico e quello gnoseologico, nonché i benefici che un uomo infelice o sventurato può trarre dagli studi filosofici.
-Il sistema filosofico di Cicerone viene definito “eclettismo”, intendendo dire che vi sono elementi desunti da varie scuole filosofiche. Cicerone, però, aveva un metodo finalizzato allo studio di molteplici dottrine filosofiche per esaminarle, valutarle, per poi contestarle o farle proprie, secondo un concetto di verità personale. I parametri valutativi di Cicerone erano la praxis e la probabilità: la prima la concretezza delle indicazioni di vita; la seconda è un parametro valutativo in base al quale, se non è consentito giungere a certezze assolute, si sceglie quella più probabile.
Il problema gnoseologico, che Cicerone tratta negli Academica, ruota intorno all’interrogativo se sia possibile pervenire alla certezza della verità. All’epoca, su questo tema si fronteggiavano varie scuole di pensiero. Lo stoicismo sosteneva il raggiungimento della verità attraverso la cosiddetta “rappresentazione catalettica”, una sorta di sintesi tra impressione sensibile e l’assenso (o il dissenso) della ragione. Gli accademici Filone di Larissa e Antioco di Ascalona, invece, riprendendo il probabilismo di Carneade, secondo il quale non tutte le rappresentazioni sono accettabili, ma solo quelle persuasive perché connotate da maggiore probabilità, erano pervenuti a posizioni eclettiche in cui erano presenti elementi platonici, aristotelici e stoici. Cicerone si collega, relativamente al criterio della verità, proprio a Filone e Antioco: egli sosteneva, infatti, la necessità per il saggio di sospendere il suo giudizio e di rinunciare alla ricerca della verità assoluta, scegliendo ciò che è probabile onde evitare l’inaridirsi della vita a causa dell’indecisione derivata dallo scetticismo.
Il problema teologico viene trattato in tre opere: il De natura deorum, il De divinatione e il De fato, nelle quali si evidenzia l’aperta ostilità di Cicerone nei confronti degli epicurei, della loro fisica atomica, del loro sostanziale materialismo e della loro concezione degli dei. L’arpinate, infatti mostra di condividere, anche se solo in parte, le dottrine degli stoici: ammette l’esistenza degli dei, che sono l’espressione universale, assoluta e perfetta dei valori che nell’uomo trovano soltanto una parziale e imperfetta realizzazione. Cicerone ammette anche la concezione provvidenziale tipica della fisica stoica, secondo cui il cosmo, ordinato e regolato, è guidato dalla divinità. Non condivide, invece, la visione sostanzialmente deterministica (non casuale) della “provvidenza”e l’importanza assegnata alla mantica, intesa come tramite tra la volontà degli dei e gli uomini e come ars che serve a predire il futuro, cosa possibile solo se esso fosse già determinato e immodificabile, mentre, essendo tutto da costruire, gli eventi possono verificarsi in molteplici modi. Cicerone tende infatti a formulare una visione razionale del problema: contrario com’è a ogni dogmatismo, afferma con forza il concetto di libertà dell’uomo, che non può essere soggetto ad alcuna forza deterministica. Libertà intesa, però, non solo come indipendenza e autonomia, ma anche come volontà realizzatrice attiva secondo il “libero arbitrio”.
Anche sul problema estetico Cicerone assume una posizione “eclettica”, e dal momento esso non viene trattato in un’opera specifica, ma qua e là nella produzione ciceroniana, si può dire che il punto di vista dell’oratore non è omogeneo.
In generale, comunque, si può dire che secondo lui la poesia deve delectare (‘divertire’), ma soprattutto docere, cioè possedere e trasmettere un contenuto etico. Per Cicerone, quindi, l’aspetto estetico della poesia e dell’arte non è importante quanto il loro contenuto e la loro funzione sociale: secondo l’arpinate, infatti, il poeta offre la possibilità di riposarsi e di sollevare l’uomo dalla routine della vita quotidiana e innalzarlo allo spirito, ma la poesia è importante anche per l’oratore, in quanto lo sorregge nell’esercizio della sua professione, e per mantenere viva la memoria storica.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo di Cicerone nella filosofia rispetto a Platone e Aristotele?
  2. Cicerone non è considerato un filosofo come Platone o Aristotele, ma piuttosto un divulgatore delle opere greche, che arricchisce la lingua latina con nuovi termini filosofici e filtra le idee attraverso la sua visione personale.

  3. In cosa consiste l'eclettismo filosofico di Cicerone?
  4. L'eclettismo di Cicerone consiste nell'integrare elementi di varie scuole filosofiche, esaminandole e valutandole per contestarle o farle proprie, basandosi su principi di praxis e probabilità.

  5. Come affronta Cicerone il problema gnoseologico?
  6. Cicerone affronta il problema gnoseologico sostenendo la sospensione del giudizio e la rinuncia alla ricerca della verità assoluta, scegliendo ciò che è probabile per evitare l'indecisione dello scetticismo.

  7. Qual è la posizione di Cicerone riguardo al problema teologico?
  8. Cicerone critica gli epicurei e condivide parzialmente le dottrine stoiche, ammettendo l'esistenza degli dei e una concezione provvidenziale, ma rifiuta il determinismo e afferma la libertà dell'uomo.

  9. Qual è la visione di Cicerone sull'estetica e la poesia?
  10. Cicerone adotta una posizione eclettica sull'estetica, ritenendo che la poesia debba divertire e insegnare, con un contenuto etico e una funzione sociale, più importante dell'aspetto estetico stesso.

Domande e risposte