Concetti Chiave
- Catullo esprime la sua originalità poetica attingendo a fonti greche ed elementi proverbiali.
- L'epigramma presenta Lesbia come una figura incostante e maliziosa nelle sue promesse d'amore.
- Le promesse di Lesbia sono descritte come effimere, paragonate a scritte nel vento o sull'acqua.
- La struttura del testo è bipartita: promesse di Lesbia seguite dalla riflessione del poeta.
- Il poeta osserva con un occhio quasi misogino, accettando la natura mutevole delle promesse femminili.
Parole di donna
Nulli se dicit mulier mea nubere malle
quam mihi, non si se Iuppiter ipse petat.
dicit: sed mulier cupido quod dicit amanti,
in vento et rapida scribere oportet aqua.
Questo breve epigramma, in cui ancora una volta Catullo dà prova di grande originalità poetica, pur attingendo a fonti greche epigrammatiche e a detti provverbiali, offre al lettore una nuova e maliziosa immagine di Lesbia, capace di promettere fedeltà al poeta, il quale però sa bene che le promesse delle donne, e della sua in particolare, sono scritte nel vento o sull’acqua.
Quella che i primi due versi registrano è dunque la voce della stessa Lesbia, anche se filtrata attraverso quella di Catullo: l’immagine che emerge dall’epigramma è quella di una donna incostante e maliziosa, mutevole nelle sue pur grandi promesse d’amore: ma proprio la sua leggerezza quasi inafferrabile affascina il poeta, che, con occhi un po’ misogino, si limita a prendere atto che il comportamento della sua donna è, in fondo, analogo a quello di tutte le altre.
Il testo ha una struttura limpidamente bipartita: il primo distico accoglie l’enunciato con le promesse di Lesbia; nel secondo distico la meditazione del poeta si stempera nella riflessione sentenziosa, quasi a suggerire un perfetto controllo razionale della situazione.