Concetti Chiave
- Il carme 101 di Catullo è un elegiaco scritto per commemorare il fratello, esprimendo il dolore della sua perdita e il viaggio lungo e tortuoso per onorarlo.
- Il testo presenta una struttura metrica tipica dell'elegia latina, alternando esametri e pentametri, e mescola elementi di elegia funebre e poesia sepolcrale greca.
- Catullo descrive il viaggio compiuto dalla Bitinia per raggiungere la tomba del fratello, sottolineando la distanza emotiva e fisica che separa Roma dalla Troade.
- Il linguaggio poetico è ricco di figure retoriche, come anafore, allitterazioni e iperbati, che amplificano il dolore e la solennità del momento.
- Il carme è paragonabile ad altre poesie sul tema della morte del fratello, come il sonetto di Ugo Foscolo, ma con differenze significative nei toni e negli sviluppi narrativi.
Indice
Testo e traduzione del carme 101 - Sulla tomba del fratello
Il testo latino del carme 101 di Catullo è il seguente:Multas per gentes et multa per aequora vectus
advenio has miseras, frater, ad inferias,
ut te postremo donarem munere mortis
et mutam nequiquam alloquerer cinerem,
quandoquidem fortuna mihi tete abstulit ipsum,
heu miser indigne frater adempte mihi.
Nunc tamen interea haec, prisco quae more parentum
tradita sunt tristi munere ad inferias,
accipe fraterno multum manantia fletu,
atque in perpetuum, frater, ave atque vale.
La traduzione in italiano è la seguente:
Dopo aver viaggiato per molte genti e molti mari, giungo, fratello, a queste tristi offerte, per renderti l’estremo omaggio di morte e per parlare invano alla tua muta cenere, dal momento che la sorte mi ha sottratto proprio te, ahi misero fratello a me ingiustamente portato via! Ma ora accetta queste offerte, che secondo l’antico costume dei padri ti sono state presentate come mesto dono, molto grondanti di pianto fraterno, e in perpetuo, fratello, addio, addio.
Analisi carme 101
vectus = participio perfetto di veho, vehis, vexi, vectum, vehere, 3 coniugazione passivo maschile singolare nominativo predicato verbale.per = preposizione per + accusativo = complemento di moto per luogo.
multas = aggettivo di 1 classe multus–a-um, femminile plurale accusativo.
gentes = sostantivo 3 declinazione 2 gruppo da gens gentis femminile plurale accusativo.
multa = aggettivo di 1 classe multus–a-um, neutro plurale accusativo.
aequora = sostantivo 3 declinazione 1 gruppo da aequor aequoris, neutro plurale accusativo. Complemento di moto per luogo.
advenio = composto di ad + venio, advenio, advenis, adveni, adventum, advenire, 4 coniugazione indicativo presente (ha valore di perfetto), attivo 1 persona singolare (così può reggere gli imperfetti donarem loquerer).
frater = sostantivo 3 declinazione 2 gruppo genitivo plurale in -um frater fratris, maschile singolare vocativo, complemento di vocazione.
ad = preposizione ad + accusativo = complemento di moto a luogo.
has = aggettivo dimostrativo hic, haec, hoc, femminile plurale accusativo.
miseras = aggettivo di 1 classe miserus-a-um femminile plurale accusativo.
inferias = sostantivo di 1 declinazione inferiae inferiarum, plurale tantum (ovvero sostantivo che si trova solo al plurale ma si traduce al singolare) femminile plurale accusativo, complemento di fine (ad + inferias). Il sostantivo inferiae ha la radice di fero (porto) anche se l’etimologia popolare ricollega il termine a inferi, che deriva da inferus (che è al di sotto, sotterraneo).
ut = congiunzione ut + congiuntivo = proposizione finale.
donarem = voce del verbo dono, donas, donavi, donatum, donare 1 coniugazione congiuntivo imperfetto 1 persona singolare. Costruzione di dono con l’accusativo della persona a cui si dona (te) e ablativo della cosa donata ( munere )
te = pronome personale di 2 persona singolare maschile accusativo complemento oggetto.
postremo = avverbio di tempo.
munere = sostantivo di 3 declinazione 1 gruppo munus muneris, neutro singolare ablativo complemento oggetto.
mortis = sostantivo di 3 declinazione 2 gruppo mors mortis, femminile singolare genitivo complemento di specificazione.
alloquerer = voce del verbo alloquor, alloqueris, allocutus sum, alloqui, 3 coniugazione deponente congiuntivo imperfetto 1 persona singolare passivo.
nequiquam = avverbio di modo.
mutam = aggettivo di 1 classe mutus-a-um femminile singolare accusativo.
cinerem = sostantivo di 3 declinazione 1 gruppo da cinis cineris, maschile e femminile singolare accusativo retto dal preverbio ad di alloquerer, complemento oggetto,
quandoquidem = congiunzione / nesso causale. Parte del discorso non declinabile.
fortuna = sostantivo di 1 declinazione fortuna fortunae, femminile singolare nominativo soggetto.
abstulit = voce del verbo aufero, aufers, abstuli, ablatum, auferre verbo transitivo anomalo indicativo perfetto 3 persona singolare.
tete = raddoppiamento del pronome personale di 2 persona singolare maschile.
ipsum = pronome determinativo maschile singolare accusativo rafforzativo di tete.
heu = interiezione (dolore o meraviglia).
miser = aggettivo di 1 classe in er che mantiene la e, miser-a-um maschile singolare.
mihi = pronome personale di 1 persona maschile singolare dativo complemento di termine.
indigne = avverbio di modo.
adempte = presente perfetto del verbo adimo, adimis, ademi, ademptum, adimere 3 coniugazione masch sing vocativo con funzione attributiva concordato con frater.
nunc = avverbio di tempo.
tamen = avverbio / congiunzione avversativa.
interea = avverbio di tempo.
accipe = voce del verbo accipio, accipis, accepi, acceptum, accipere 3 coniugazione in -io imperfetto presente 2 persona singolare.
haec = pronome dimostrativo (sta per queste offerte) da hic, haec, hoc, neutro plurale accusativo.
multum = avverbio.
manantia = participio presente di mano, manas, manavi, manatum, manare con funzione attributiva 1 coniugazione neutro plurale accusativo.
fletu = sostantivo di 4 declinazione maschile singolare da fletus fletus, ablativo. Radice di fleo, che significa “piango”.
fraterno = aggettivo di 1 classe fraternus-a-um maschile singolare ablativo attributo.
quae = pronome relativo neutro plurale nominativo soggetto.
prisco = aggettivo di 1 classe priscus-a-um singolare maschile ablativo attributo.
more = sostantivo di 3 declinazione 1 gruppo da mos moris maschile singolare ablativo complemento di limitazione.
parentum = sostantivo 3 declinazione 2 gruppo parens parentis, maschile plurale genitivo complemento di specificazione.
tradita sunt = (sottinteso a me “da me”) voce del verbo trado, tradis, tradidi, traditum, tradere, 3 coniugazione passivo indicativo perfetto 3 persona plurale.
tristi = aggettivo di 2 classe a due uscite tristis triste, singolare neutro ablativo.
munere = sostantivo 3 declinazione 1 gruppo munus muneris, neutro sing ablativo complemento di modo.
ad = preposizione ad + inferias = complemento di moto a luogo figurato.
inferias = sostantivo 1 declinazione femminile, plurale tabntum, accusativo complemento di moto a luogo figurato.
atque = congiunzione copulativa.
in perpetuum= preposizione + accusativo dell'aggettivo perpetuus perpetua perpetuum. Locuzione avverbiale.
frater = sostantivo 3 declinazione 2 gruppo maschile singolare vocativo complemento di vocazione.
ave = voce del verbo aveo, aves, avere, 2 coniugazione attivo imperativo presente 2 persona singolare predicato verbale.
vale = voce del verbo valeo, vales, valui, valitum, valere 2 coniugazione attivo imperativo presente 2 persona singolare.
Commento carme 101
Il carme 101 è scritto in distici elegiaci, alternando esametri e pentametri, tipico della elegia latina e greca,e ha come tema il compianto in morte del fratello, tema biografico molto vivo in Catullo e ripreso anche nel carme dove si trovano anche accenni al rimpianto per il perduto amore di Lesbia.Il carme fa riferimento a un episodio particolare: dalla Bitinia, dove si era recato nel 57 a.C. al seguito del governatore/condottiero Memmio, Catullo aveva avuto modo di raggiungere le regioni di Troia e rende omaggio alla tomba del fratello, sepolto in quella terra lontana. In ricordo della sua visita Catullo compose questo lamento, in cui la tristezza dell’elegia funebre interagisce con i motivi della poesia sepolcrale greca. La morte di un fratello è un tema letterario dietro il quale si trova un evento dirompente nella vita di un uomo. Come diceva Antigone nell’omonima tragedia di Sofocle, la perdita del fratello è più dolorosa di quella dello sposo o di un figlio: infatti, la perdita di un genitore in fondo risponde alla legge della natura, quella del fratello, invece, è la morte di una persona che, oltre al legame genetico, ha condiviso buona parte delle nostre esperienze e quindi la sua dipartita porta con sé una parte di noi. All’elegia di Catullo si possono accostare altre poesie, tra cui la più nota è il sonetto In morte del fratello Giovanni di Ugo Foscolo. Tuttavia, Foscolo, rispetto a Catullo, non andrà mai a visitare la tomba del fratello, mentre Catullo ci riuscirà. Inoltre, si può osservare che da Catullo Foscolo ha dedotto solo lo spunto iniziale con il motivo della distanza, mentre gli sviluppi sono del tutto originali e tipicamente foscoliani.
Il primo verso indica il percorso lungo e tortuoso che ha dovuto compiere per raggiungere la terra del fratello, l’espressione indica soggettivamente la distanza della Troade da Roma, ma in realtà Catullo si era recato a rendere omaggio alla tomba del fratello nella vicina Bitinia. Inoltre, il ritmo spondaico dell’incipit, congiunto con una disposizione studiata delle parole, dà l’idea di un percorso faticoso. Sempre al verso 1, “multas” e “multa” formano un’anafora con poliptoto, ovvero la ripetizione di una stessa parola che si trova in casi, genere o numero diverso. Inoltre, “multas per gentes” e “multa per aequora” formano due anastrofi, poiché l’ordine della frase viene smontato e riordinato secondo la licenza poetica dello scrittore, in quanto avrebbe dovuto essere “per multas gentes et per multa aequora”. Nel secondo verso, il poeta afferma che è giunto a dargli le sue offerte funebri (in genere si tratta di vino, latte, miele, fiori, sangue di animali sacrificali, ecc.) destinate ai sepolcri, che probabilmente non erano mai state portate sulla tomba del fratello morto nella Troade. In questo modo, Catullo gli rende omaggio e gli parla per un’ultima volta, mostrando il suo tormento e la sua sofferenza, dandogli l’addio per sempre. Al verso 2, “has miseras” e “inferias” sono collegati dalla figura di omoteleuto, che consiste nell’accostamento di due o più termini che vengono associati per suono ma non sintatticamente, presentando la stessa desinenza. Inoltre, vengono messi in evidenza questi due termini dalle figure di iperbato e anastrofe, che hanno rispettivamente separato “has miseras” da “ad inferias”, oltre ad aver cambiato l’ordine logico della frase, che avrebbe dovuto essere: “advenio, frater, ad has miseras inferias”. Ai versi 3 e 4, vi è un’allitterazione di -re- (postremo, donarem, munere), oltre all’iperbato costituito da “mutam” e “cinerem”. Invece, al verso 5, il nesso causale “quandoquidem” rende ragione alla vanità del rito, già espressa dall’avverbio nequiquam. Inoltre, la ridondanza del rafforzativo “ipsum” (verso 5) dopo il raddoppiamento del pronome, che ha già valore intensivo (ad intensificare il concetto espresso), insiste sulla contrapposizione tra il rito rivolto alla muta cenere e la persona del fratello, che a Catullo è stata irreparabilmente sottratta. Nei versi 5 e 6 è presente un’allitterazione di -te- (tete, frater, adempte). Per quanto riguarda i versi 7 e 8, essi contengono un’allitterazione di t (tamen, interea, tradita, tristi). Infine, tutto il carme è percorso dalla ripetizione di “frater”, sempre al vocativo, a indicare la mancanza del fratello e il suo compianto.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale del carme 101 di Catullo?
- Qual è la struttura metrica utilizzata nel carme 101?
- Qual è l'episodio biografico a cui si riferisce il carme 101?
- Quali figure retoriche sono presenti nel carme 101?
- Come viene espressa la distanza nel carme 101?
Il tema principale del carme 101 è il compianto per la morte del fratello di Catullo, un evento personale e doloroso che viene espresso attraverso l'elegia funebre.
Il carme 101 è scritto in distici elegiaci, alternando esametri e pentametri, tipico della poesia elegiaca latina e greca.
Il carme 101 si riferisce al viaggio di Catullo dalla Bitinia per rendere omaggio alla tomba del fratello, sepolto in una terra lontana, un evento che ha ispirato il lamento funebre.
Il carme 101 contiene diverse figure retoriche, tra cui l'anafora, l'anastrofe, l'iperbato, l'allitterazione e l'omoteleuto, che contribuiscono a esprimere il dolore e il rimpianto di Catullo.
La distanza è espressa attraverso il lungo e tortuoso percorso che Catullo ha dovuto compiere per raggiungere la tomba del fratello, simbolicamente rappresentato dall'espressione "multas per gentes et multa per aequora".