Concetti Chiave
- Lucio Anneo Seneca nacque a Cordoba, in Spagna, tra il 12 e l'1 a.C., e aderì alla dottrina stoica influenzato dal maestro Sozione.
- Seneca ricoprì diverse cariche pubbliche, entrando in contatto con le corti di Caligola e Claudio, che lo esiliò in Corsica.
- Richiamato dall'esilio da Agrippina, divenne precettore di Nerone nel 54, influenzando inizialmente il giovane imperatore verso un governo giusto.
- Dopo l'uccisione di Agrippina da parte di Nerone, Seneca si ritirò dalla vita pubblica per perseguire l'ideale di otium.
- Accusato di complicità nella congiura dei Pisoni nel 65, Seneca fu condannato al suicidio, i cui dettagli sono narrati da Tacito.
Lucio Anneo Seneca (zio del poeta Lucano) nacque in Spagna e più precisamente a Cordoba in un anno collocabile tra il 12 e l’1 a.c. Giunto a Roma aderisce alla dottrina stoica, tant’è che un suo grande maestro, Sozione, faceva appunto parte degli stoici, e inizia ad aderire alle pratiche alquanto superstiziose di questa dottrina: era infatti vegetariano e rinunciava a bagni con acqua calda. Dopo aver intrapreso il cursus honorum per compiacere il padre ed entrato in contatto con la corte dapprima di Caligola (che voleva ucciderlo) e di Claudio poi, fu costretto all’esilio in Corsica da quest’ultimo. Ricondotto dall’esilio grazie ad Agrippina, divenne nel 54 il precettore insieme ad Afranio Burro del giovane Nerone: si può affermare che per alcuni anni fu Seneca il vero reggitore dell’impero e che egli aveva proiettato sulla figura del giovane princeps le sue aspirazioni a formare un sovrano clemente e giusto. Quando Nerone fece uccidere la madre Agrippina, Seneca attuò il famoso secessus, ossia decise di allontanarsi dalla vita pubblica realizzando quell’ideale di otium a cui aspirava dalla gioventù. Quando nel 65 venne scoperta la congiura dei Pisoni, Seneca ne fu considerato uno dei partecipanti e condannato al suicidio: gli ultimi attimi di vita di Seneca ci sono descritti con dovizia di particolari (a volte anche macabri) da Tacito.