Concetti Chiave
- Tacito, nato tra il 54 e il 56 d.C., era un membro dell'ordine equestre e ricevette una solida educazione oratoria.
- Durante la sua carriera, raggiunse alte cariche come console e proconsole in Asia, iniziando a scrivere opere storiche attorno ai 50 anni.
- Le sue opere principali includono "Dialogus de oratoribus", "Germania", "Annali" e "Historiae", sebbene molte siano giunte incomplete fino a noi.
- La storiografia di Tacito si basa su fonti solide, ma tende a esprimere giudizi morali piuttosto che analisi economiche e sociali.
- Con una visione drammatica della storia, Tacito si concentra sull'analisi psicologica dei personaggi e esplora i lati nascosti dell'animo umano.
P. Cornelio Tacito: vita ed opere
Della biografia di Tacito ci restano conoscenze molto scarse. Nacque fra il 54 e il 56 d.C., sotto Nerone e senz’altro apparteneva all’ordine equestre. Leggendo il “Dialogus de oratoribus” si capisce che aveva avuto una buona educazione oratoria che perfezionò presso i più grandi avvocati del tempo.. Sotto Vespasiano iniziò la carriera di magistrato. Successivamente ebbe accesso alle più alte cariche dello stato: fu console, proconsole in Asia e forse anche governatore della Gallia Belgica. E’ in questo momento che inizio a scrivere e a pubblicare. Quando intraprese la redazione della sua opera storica aveva già 50 anni e non ebbe tempo di portarla termine. Morì fra il 117 e il 120 d.C.
Dopo aver scritto il “Dialogus de oratoribus” in cui, pur raccontando la vita di suo suocero, Agricola, ci fa una descrizione della Gran Bretagna e dei suoi abitanti, pubblica la “Germania”. La “Germania” era un’opera di attualità perché contemporaneamente Traiano stava fortificando la frontiera sul Reno. Nel 117 pubblica gli “Annali” che fanno seguito alle “Historiae” pubblicate l’anno precedente.: entrambe ci sono pervenute incomplete.
Innanzitutto, bisogna dire che l’opera storica di Tacito si basa su un’informazione molto solida. Poteva disporre di molte fonti quali documenti ufficiali, archivio del Senato, scritti di autori precedenti, anche se questo non gli permette di essere sempre imparziale. Tuttavia il suo scopo è più morale che scientifico ed il suo scopo non di descrivere questioni economiche e sociali, bensì i drammi della corte imperiale, gli attori di questi drammi, il risveglio del mondo barbaro. Nel riferirsi a fatti contemporanei, non poteva rimanere estraneo ai suoi racconti; infatti, la sua sensibilità e la sua immaginazione lo trascinano qualche volta verso interpretazioni personali. Racine ha definito Tacito il più grande pittore dell’ Antichità. Infatti, della storia egli ha una visione piuttosto drammatica, mettendo in rilievo i suoi personaggi, ricorrendo soprattutto all’analisi psicologica. Attraverso degli aspetti particolari, egli arriva descrivere il carattere permanente dell’animo umano di cui scruta gli aspetti più nascosti. Per natura, è portato a sospettare ovunque il male, l’ipocrisia,ma questa forma di pessimismo che dà ai suoi scritti una tinta troppo scura non è sistematica e si coniuga alla perfezione con a profondità della sua analisi.
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali cariche ricoperte da Tacito durante la sua carriera?
- Qual è l'obiettivo principale delle opere storiche di Tacito?
- Come viene descritta la visione storica di Tacito?
Tacito iniziò la sua carriera sotto Vespasiano come magistrato e successivamente ricoprì alte cariche dello stato, tra cui console, proconsole in Asia e forse governatore della Gallia Belgica.
L'obiettivo principale delle opere storiche di Tacito è più morale che scientifico, concentrandosi sui drammi della corte imperiale e il risveglio del mondo barbaro, piuttosto che su questioni economiche e sociali.
La visione storica di Tacito è descritta come drammatica, con un'enfasi sull'analisi psicologica dei personaggi e una tendenza a sospettare il male e l'ipocrisia, sebbene il suo pessimismo non sia sistematico e si combini con la profondità della sua analisi.