Concetti Chiave
- Lucio Anneo Seneca, il principale rappresentante dello stoicismo romano, visse nel I secolo d.C. e fu coinvolto nelle vicende politiche di quattro imperatori della dinastia Giulio-Claudia.
- Seneca è noto per i suoi Dialoghi e Trattati, che esplorano temi come l'ira, il tempo, la felicità e il rapporto tra otium e negotium, con una forte enfasi sulla filosofia stoica.
- Le sue opere teatrali includono 9 tragedie coturnate e la satira "Apokolokyntosis", che critica l'imperatore Claudio immaginando la sua buffa deificazione.
- Lo stile di Seneca si caratterizza per la brevitas, la coordinazione, l'inconcinnitas e la variatio, con frequenti sententiae e un uso diretto e personale del discorso.
- Le "Epistulae morales ad Lucilium" sono lettere filosofiche in cui Seneca offre consigli su temi esistenziali come la morte, il tempo e la felicità, rivolgendosi al suo discepolo Lucilio.
Questo appunto di Letteratura Latina si occupa del maggior rappresentante dello stoicismo romano: Lucio Anneo Seneca.
Vita di Seneca
Ha vissuto nel I secolo d.C. sotto tutti e quattro gli imperatori della dinastia Giulio-Claudia.
Nacque in Spagna, una provincia romana e suo padre era un celebre insegnante di retorica. Si trasferì, poi, a Roma.
Sotto Tiberio iniziò a frequentare la scuola dei Sesti, di ispirazione Pitagorica-neoplatonica. Tiberio, però, era un tradizionalista ed era ostile a tutto ciò che era orientale. La fece, perciò, chiudere e Seneca si trasferí in Egitto.
Sotto Caligola tornò a Roma e diventò un grande oratore. In una sua orazione, però, criticò l'imperatore e quest'ultimo lo condannò a morte. Un'amante di Caligola, però, riuscì a salvarlo.
Sotto Claudio fu accusato di adulterio con una principessa e fu esiliato per 8 anni, in cui soffrì molto. Fu, poi, richiamato a Roma da Agrippina, la madre di Nerone, che lo assunse come precettore del figlio.
Sotto Nerone governò durante il quinquennio felice con Agrippina e Afranio Burro. Dopo i continui crimini e omicidi commessi da Nerone, però, lasciò il palazzo. Nel 65 d.C., dopo la congiura dei Pisoni a cui Seneca non partecipò, Nerone lo inserí nelle liste di proscrizione e lo obbligò a uccidersi.
Dialoghi e Trattati
Seneca scrisse i Dialoghi e i seguenti Trattati:
- "Consolationes": sono tre opere che scrive per ottenere l'appoggio di persone influenti per tornare a Roma dall'esilio, consolandoli per un loro lutto. La prima è dedicata a sua madre, la seconda a Marcia ( ha perso suo figlio) e la terza a Polibio (un liberto di Claudio).
- De ira: è l'unica opera dei Dialoghi formata da tre libri (argomento molto importante per Seneca). Inizia a delineare la figura del saggio stoico: deve essere imperturbabile e in grado di controllare le sue emozioni. Seneca dà consigli pratici: "non bisogna agire d'istinto, ma prima si deve riflettere", oppure "bisogna mettersi nei panni di chi offende e capire le sue motivazioni". L'ira si manifesta anche fisicamente, quindi è necessario che riesca a controllarla anche a livello fisico.
- "De brevitate vitae": affronta la questione del tempo. Immagina un Interlocutore che gli domanda "perché ci sono delle specie che vivono più degli uomini?". Seneca risponde affermando che la vita non deve essere misurata in quantità ma in qualità. Siamo noi che rendiamo la nostra vita breve, dedicandoci ad attività inutili (le "occupationes") e concentrandoci solo sul passato e sul futuro. Il saggio stoico, invece, deve saper sfruttare il passato, arricchendosi, e vivere il presente in vista del futuro ( "Cotidie mori"= vivi come se dovessi morire ogni giorno).
- Trilogia a sereno: sono tre opere dedicate al suo nuovo discepolo Sereno. La prima è "De tranquillitate animi", dove afferma che l'uomo, per essere felice, deve vivere in tranquillità. Non c'è una regola fissa per raggiungerla, ma ognuno deve conoscere sé stesso e trovare un equilibrio interno tra otium e negotium. La seconda è "De constantia sapientis": una volta raggiunto l'equilibrio, bisogna preservarlo. La terza è " De otio": il saggio deve impegnarsi per migliorare la società (negotium), ma se è ostacolato dal contesto storico in cui vive, allora può dedicarsi all'otium (non individualistico, ma per il popolo).
- De vita beata: utilizza il metodo dossografico, analizzando i vari tipi di pensieri filosofici riguardanti la felicità. Si sofferma, soprattutto, sullo stoicismo e l'epicureismo. Nel primo la felicità si raggiunge con la virtù, mentre nel secondo con il piacere. Seneca sostiene lo stoicismo. Inoltre si autogiustifica, poiché sostiene lo stoicismo ma è circondato da ricchezza e piacere (vive alla corte di Nerone).
- De providentia: riflette sul male e afferma che il male non è sofferenza ma è vizio. I mali sono inviati dagli dei, soprattutto ai saggi, per mantenerli virtuosi.
- Trattati: scrive due trattati. Il primo è "De clementia", dedicato a Nerone. Afferma che l'imperatore deve saper mettersi al servizio del suo popolo, prendendosene cura. È un'utopia, perché Nerone governò come un tiranno e non per il bene del popolo. Il secondo è " De beneficiis", dedicato alle classi sociali più ricche. Consiglia loro di limitare le disparità economiche, offendo dei benefici ai poveri. È un'utopia sociale.
- Epistulae morales ad Lucilium: sono lettere filosofiche sul comportamento, dedicate al suo discepolo Lucilio. Gli dà molti consigli sulla morte, sul tempo e sulla felicità. Le prime lettere sono più lunghe e dettagliate, perché è all'inizio del suo percorso di insegnamento.
Opere teatrali
Scrive 9 tragedie coturnate (ambientate in Grecia). Sono le uniche di tutta la letteratura latina che ci sono giunge intere (grande fama e ricopiate molte volte). Non si sa quando le ha scritte (forse in esilio perché domina il male) e se fossero rappresentate. "Apokolokyntosis": è una satira aggressiva che scrisse dopo la morte di Claudio, che lo aveva mandato in esilio. Il titolo significa "deificazione di una zucca". Immagina ciò che è successo a Claudio dopo la sua morte: va nella parte peggiore dell'inferno e diventa lo schiavo di un liberto.
Stile
Dominano la brevitas, la coordinazione, l'inconcinnitas (irregolarità, manca la simmetria nelle frasi) e la variatio (varietà di argomenti e di registri linguistici). Ci sono molte sententiae, ovvero brevi frasi che racchiudono i concetti principali. Utilizza lo stile allocutivo (si rivolge sempre direttamente a un interlocutore).
Domande da interrogazione
- Chi è il maggior rappresentante dello stoicismo romano?
- In quale secolo ha vissuto Seneca?
- Quali sono le tre opere di Seneca scritte per ottenere l'appoggio di persone influenti?
- Qual è l'opera dei Dialoghi in cui Seneca affronta il tema dell'ira?
- A chi sono dedicate le lettere filosofiche di Seneca?
Lucio Anneo Seneca.
Nel I secolo d.C.
Le "Consolationes".
"De ira".
A Lucilio.