darksoul98
Genius
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Concetti Chiave

  • Seneca sottolinea l'importanza del passato, considerandolo un'acquisizione definitiva rispetto al futuro incerto e al presente sfuggente.
  • Il saggio è colui che riesce a rievocare consapevolmente le azioni virtuose del passato, traendo insegnamenti e sicurezza.
  • Gli uomini occupati e stolti, invece, non si soffermano sul passato, perdendo così l'opportunità di riflettere e imparare dai propri errori.
  • Una mente serena e tranquilla è in grado di esplorare tutte le fasi della propria vita, mentre le menti affannate rimangono bloccate nel presente.
  • Seneca evidenzia che il tempo, se non utilizzato con saggezza, scivola via attraverso menti distratte e poco riflessive.

Seneca - Il valore del passato

Il tempo dell'esistenza umana è tradizionalmente suddiviso in presente, passato e futuro. A questo punto ci si chiede quale deve essere il rapporto dell'individuo con gli elementi di questa tripartizione. Seneca afferma che il passato, rispetto all'incerto futuro e al fuggevole e quasi inafferrabile presente, ha il vantaggio di costituire un'acquisizione definitiva e immutabile. E'un'idea espressa anche in altri passi ( ad esempio nella epistola 99 e nella Consolatio ad Marciam,22), e già presente in Orazio ( nel Carmina III).

In tria tempora vita dividitur: quod fuit, quod est, quod futurum est. Ex his quod agimus breve est, quod acturi sumus dubium, quod egimus certum. Hoc est enim in quod fortuna ius perdidit, quod in nullius arbitrium reduci potest. Hoc amittunt occupati; nec enim illis vacat praeterita respicere, et si vacet iniucunda est paenitendae rei recordatio. Inviti itaque ad tempora male exacta animum revocant nec audent ea retemptare quorum vitia, etiam quae aliquo praesentis voluptatis lenocinio surripiebantur, retractando patescunt.(...)

Ma il giusto rapporto con il passato è possibile solo al saggio, che rievoca volentieri le azioni virtuose che ha compiuto. Gli occupati, invece, ossia gli uomini stolti, sempre affaccendati in occupazioni inutili e insensate, non hanno nè tempo nè voglia di rievocare il passato: qualora infatti si fermassero per un istante a riflettere, raccogliendosi in se stessi, si accorgerebbero con teroore di essersi affannati tanto per non concludere nulla.

Securae et quietae mentis est in omnes vitae suae partes discurrere; occupatorum animi, velut sub iugo sint, flectere se ac respicere non possunt. Abit igitur vita eorum in profundum; et ut nihil prodest, licet quantumlibet ingeras, si non subest quod excipiat ac servet, sic nihil refert quantum temporis detur, si non est ubi subsidat: per quassos foratosque animos transmittitur.(...)

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