daddolinaa
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Concetti Chiave

  • Seneca elogia Lucilio per la sua familiarità e rispetto verso i suoi servi, considerandoli come compagni di vita.
  • Critica chi trova degradante cenare con i propri servi, evidenziando l'avidità e l'opulenza del padrone che non condivide il pasto.
  • Sottolinea il trattamento crudele dei servi, puniti per ogni rumore involontario e costretti al silenzio durante i banchetti.
  • Parla dell'arroganza dei padroni che vedono i servi come nemici, creando ostilità attraverso il maltrattamento.
  • Denuncia la disumanizzazione dei servi, trattati come bestie piuttosto che come esseri umani, a causa dell'abuso di potere dei padroni.
Seneca saluta il suo Lucilio
1) Seneca saluta il suo Lucilio. Ho saputo con piacere da coloro che vengono da casa tua vivi familiarmente con i tuoi i tuoi servi: questo si addice alla tua saggezza e alla tua istruzione. “Sono servi”. Anzi uomini. “Sono servi”. Anzi compagni. “Sono servi”. Anzi umili amici. “Sono servi”. Anzi compagni di schiavitù se avrai considerato quanto la fortuna ha potere su entrambi.
Libenter…veniunt: relativa
Qui a te veniunt: compl. moto a luogo
Cognovi…vivere: infinitiva
Hoc…decet: principale + decet si costruisce con accus.
Si cogitaveris: protasi --> licere: apodosi
Tatundem … fortunae: infinitiva
libenter, familiariter: avverbi di evidenza
hoc, hoc:anafora
immo: uso del correttivo tipico di Seneca
nomine, contubernales, amici, conservi: climax

2) Pertanto rido di quanti che ritengono degradante cenare con il proprio servo: per quale motivo se non perché è una superbissima consuetudine che il padrone che cena sia circondato da una folla di schiavi in piedi? Egli mangia più di quanto potrebbe contenere e riempie con grande avidità il ventre rigonfio e desueto alla sua funzione di pancia, tanto che espelle tutto ciò che ha ingerito con maggiore fatica di quanta ne abbia fatta per ingerirlo.
Itaque…istos: principale
Qui…existimant: relativa
Cum…cenare: infinitiva con esse sottinteso
Nisi…cenanti: causale + part. congiunto (presnt)
Domino stantium: relativa + par. congiunto (presnt)
circumdedit: principale
est ille plus: principale (est da edere, mangiare)
quam: comparativa
ut…egerat: consecutiva
quam: comparativa

3) Ma agli schiavi infelici non è consentito muovere le labbra nemmeno per parlare; ogni mormorio è punito con il bastone, e non sfuggono alle bastonate nemmeno i rumori involontari come la tosse, gli starnuti e il singhiozzo; il silenzio interrotto da qualsiasi voce si sconta con una grande pena; per tutta la notte stanno in piedi digiuni e zitti.
In hoc: prolettico della finale
Ut loquantur: finale
Virga…compescitur: principale
Et ne…sunt: coordinata
luitur: principale
ne quidem: anafora
ulla: non conforme al normale uso con una frase affermativa
malo: compl. di modo
Nocte tota: compl. tempo determinato

4) Così accade che questi ai quali non è consentito parlare davanti al padrone, parlino (male) del padrone. Ma coloro che non solo potevano parlare in presenza del padrone ma con il padrone stesso, e la bocca dei quali non veniva cucita, erano pronti a offrire il collo per il padrone, a portare sul loro capo il pericolo imminente; parlavano durante i banchetti ma sotto tortura tacevano.
Sic fit ut: principale, regge congiuntivo
Ut…loquantur: completiva
Quibus…licet: relativa
Erat sermo: dativo di possesso
at…erat: relativa
quorum…consuebatur: relativa + consuebatur metafora
periculum…avertere: posizione chiastica rispetto a porrigere cercivem
porrigere, avertere: infiniti retti da parati
in conviviis…tacebant: antitesi
in conviviis loquebantur: principale
sed…tacebant: principale

5) Inoltre viene ripetuto un proverbio di stessa arroganza, che ci sono tanti nemici quanti sono gli schiavi: non abbiamo quelli come nemici ma li rendiamo tali. Intanto tralascio altri maltrattamenti crudeli e disumani, che non li trattiamo come uomini anzi come bestie.
Deinde…iactatur: principale
Totidem…hostes: principale
Hostes: predicativo dell’oggetto
Sed facimus: coordinata
Alia…paetereo: principale
quod…abutimur: dichiarativa retta da quod;
abutor: richiede l’ablativo, composto di utor
praetereo, quod: preterizione (fig. retoric. Affermare di non voler dire una cosa)

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'opinione di Seneca riguardo al trattamento dei servi?
  2. Seneca ritiene che i servi debbano essere trattati come uomini, compagni e amici umili, sottolineando che la fortuna ha potere su entrambi, padroni e servi.

  3. Perché Seneca critica la consuetudine di cenare separatamente dai servi?
  4. Seneca critica questa consuetudine perché la considera una manifestazione di superbia, dove il padrone è circondato da servi in piedi mentre mangia in eccesso.

  5. Quali sono le conseguenze per i servi che rompono il silenzio?
  6. I servi che rompono il silenzio, anche involontariamente, sono puniti con il bastone e devono scontare una grande pena, rimanendo digiuni e zitti per tutta la notte.

  7. Come si comportano i servi che possono parlare con il padrone?
  8. I servi che possono parlare con il padrone sono pronti a sacrificarsi per lui, offrendo il collo e proteggendolo dai pericoli, parlano durante i banchetti ma tacciono sotto tortura.

  9. Cosa pensa Seneca del proverbio che considera i servi come nemici?
  10. Seneca ritiene che non siano i servi a essere nemici, ma che siano resi tali dai padroni, criticando i maltrattamenti crudeli e disumani che li trattano come bestie.

Domande e risposte