Concetti Chiave
- Gneo Nevio, plebeo romano della Campania, è noto per la sua ostilità verso i Metelli e per essere stato incarcerato a causa delle sue opere polemiche.
- Autore versatile, ha scritto Fabulae Palliate e Cothurnatae, commedie e tragedie di argomento greco con frammenti ancora esistenti, ma poche trame ricostruibili.
- È stato l'inventore della fabula praetexta, tragedie basate su temi romani, con opere come Romulus e Clastidium, che celebrano eventi storici significativi di Roma.
- Il suo poema epico, Bellum Poenicum, racconta la Prima Guerra Punica collegandola al mito di Enea, utilizzando il verso saturnio di origine italica.
- Nevio fonde elementi della cultura italica e greca, adottando tecniche come la formularità omerica e il pathos, per coinvolgere emotivamente il lettore.
Indice
Gneo Nevio
Nonostante non abbiamo molte notizie di Gneo Nevio, sappiamo che era un plebeo, cittadino romano della Campania (nato intorno al 280 a.C.) , e combatté nella prima guerra punica (264-241 a.C.). Aveva una certa ostilità nei confronti della famiglia romana dei Metelli; infarti scrisse un verso di natura polemica:- Fato Metelli Romae fiunt consules
Opere
Autore poliedrico, cioè non specializzato in un preciso genere letterario, fu poeta epico e autore teatrale.Delle sue Fabulae Palliate (commedie di argomento greco) ci rimangono trentacinque titoli e più di centodieci frammenti, che purtroppo non ci permettono di ricostruire nessuna delle trame. Il frammento più lungo (cinque settenari trocaici) proviene dalla Tarentilla, in cui si descrivono le arti seduttive di una prostituta.
Delle Cothurnatae (tragedie di tipo greco) ci rimangono una cinquantina di frammenti e sei titoli:
- Aesiona: narrava la storia della figlia del re Laomedonte Esione. La fanciulla era stata esposta dal padre a un mostro marino ed era stata salvata da Ercole.
- Equos Troianus: tragedia ispirata al ciclo troiano.
- Danae: un’opera che insegna all’uomo che nessuno può sottrarsi al destino, che supera persino il volere degli dèi. Un re, Acrisio, riceve una profezia: se nascerà un figlio da sua figlia, Danae, egli prenderà il suo posto. Nonostante venga rinchiusa in una torre, Danae rimane incinta di Zeus che si unisce a lei sotto forma di pioggia dorata. Acrisio, scoperto lo stato della figlia, la mette su una barca nel mare in tempesta, non avendo il coraggio di ucciderla direttamente. Il nipote, Pèrseo, dopo anni torna ad Argo per una gara di lancio del disco. Dopo il lancio, il disco colpisce Acrisio stesso, uccidendolo.
- Hector proficiscens, (da proficiscor = partire): in un momento drammatico, Ettore lascia la moglie Andromaca e il figlio, per combattere contro Achille. In particolare, Andromaca lamenta di essere così lasciata senza alcuna ancora di salvezza: morti il padre, i fratelli e il marito, la donna è destinata a divenire schiava e il bambino, indifeso, ad essere ucciso, per timore che, cresciuto, voglia vendicare il padre.
- Iphigenia: narra la vicenda di Ifigenia, figlia del re Agamennone e di Clitennestra. All’inizio della guerra di Troia, prima della partenza per Troia della spedizione greca, per ovviare all’assenza del vento, necessario alle navi greche per partire in mare, viene interrogato un indovino, Calcante, al seguito della spedizione, che comunica che Agamennone, avendo ucciso una cerva sacra alla dea, ha offeso Artemide, dea della caccia. Per riparare al sacrilegio, dovrà sacrificare Ifigenia, che il padre attrarrà con la falsa promessa del matrimonio con Achille. Lucrezio ne trarrà spunto per criticare severamente la religione, visto che a causa di essa un padre era disposto a sacrificare la giovane figlia.
- Lycurgus: tratta di Licurgo, re della Tracia, regione a nord-est della Grecia, dove erano praticati i riti del dio Dionìso (Bacco), caratterizzati dalla sfrenatezza e dal disordine, financo atti di completa follia, a causa dell’invasamento, come se il dio prendesse il controllo degli uomini (a Roma, il senato arrivò a dei provvedimenti di emergenza per limitare questi riti). Il re Licurgo verrà ucciso dalle seguaci di Bacco, per aver cercato di limitare i riti, andando contro il dio. Il tema è dunque quello del contrasto ragione (Licurgo) - emozione (riti di Dioniso), ovvero lo scontro, anche interno ad ogni uomo, tra la razionalità e la parte emotiva. Dunque, insegna il mito, l’uomo che cerca di limitare le proprie passioni, innamoramenti, la parte emotiva, è destinato a soccombere.
- Romulus (Lupus): la leggenda della fondazione di Roma.
- Clastidium: ovvero Casteggio, località del Nord-Italia, dove Marco Claudio Marcello nel 222 a.C. sconfisse il re gaallo Virdumaro. La vittoria fu molto importante poiché i Galli rappresentavano da tempo una minaccia per Roma e nel 390 a.C. era riusciti perfino a saccheggiarla.
Bellum Poenicum
Nevio scrisse anche un poema epico, probabilmente non prima del 220-210 a.C., il Bellum poenicum. Ci rimane meno di una sessantina di frammenti, in genere un solo verso o qualche parola tant’è che molte parti sono ipotesi e altre ignote, compreso l’intreccio tra il piano storico e il piano epico. L’argomento è la Prima Guerra Punica (264-261 a.C.) , epopea della memoria romana, che lui stesso aveva vissuto, che scelse di collegare al mito di Enea. Il modello principale era Omero, imprescindibile, ma tra questo e Nevio intercorrono 5 secoli; difatti, intorno al 320 a.c., si sviluppò la letteratura ellenistica (molte volte di carattere celebrativo del sovrano ospitante e con carattere storico). In questo ambito, si verificò uno scontro tra gli autori sull’abolizione o il rinnovamento del poema epico. Gneo Nevio si ispira sia ad Omero sia agli autori dell’età ellenistica.La caratteristica che contraddistingue principalmente lo stile dei poeti antichi è l’essere ancora in bilico tra la vecchia cultura italica e la cultura greca. Nevio, per esempio, usa il saturnio, verso di origine italica, che noi non sappiamo bene come si legga per questioni ritmiche. Inoltre, vengono utilizzate molte figure di suono (allitterazioni, etc…) per differenziare il testo poetico, come accadeva per il carmen prima dell’entrata a contatto con la cultura greca, dal resto della letteratura e della quotidianità. Per quanto rigurda gli aspetti che denotano un apertura alla cultura greca, evidenziamo, in Nevio, la cosiddetta formularità, ovvero la ripetizione costante di leit-motiv, proveniente dalla letteratura di Omero (Achille viene sempre indicato come piè veloce, le rapide navi, etc…), che ne faceva uso come se parlasse ai bambini, per catturarne l’attenzione, cioè come ad un popolo ignorante e semplice. Nevio inoltre farà uso del pathos, per far scaturire emozioni nel lettore.
Domande da interrogazione
- Chi era Gneo Nevio e quale era la sua posizione sociale?
- Quali sono le opere principali di Gneo Nevio?
- Cosa rappresenta la "fabula praetexta" e quali titoli di Nevio ne fanno parte?
- Di cosa tratta il poema epico "Bellum Poenicum" di Nevio?
- Quali influenze culturali si riscontrano nello stile di Nevio?
Gneo Nevio era un plebeo e cittadino romano della Campania, noto per la sua ostilità verso la famiglia dei Metelli e per aver combattuto nella prima guerra punica.
Gneo Nevio era un autore poliedrico, noto per le sue Fabulae Palliate e Cothurnatae. Tra le sue opere principali ci sono "Aesiona", "Equos Troianus", "Danae", "Hector proficiscens", "Iphigenia", e "Lycurgus".
La "fabula praetexta" è una tragedia di argomento romano inventata da Nevio. I titoli che ne fanno parte sono "Romulus (Lupus)" e "Clastidium".
"Bellum Poenicum" tratta della Prima Guerra Punica, collegandola al mito di Enea, e riflette l'epopea della memoria romana vissuta da Nevio stesso.
Lo stile di Nevio è influenzato sia dalla cultura italica, attraverso l'uso del verso saturnio e figure di suono, sia dalla cultura greca, con la formularità e il pathos derivati dalla letteratura di Omero.