Concetti Chiave
- Ippolito, senza rendersene conto, si impegna nei confronti delle richieste della matrigna Fedra, che diventa sempre più esplicita nei suoi sentimenti e desideri.
- Fedra utilizza immagini poetiche per descrivere i sintomi fisici dell'amore, evocando la tradizione di Saffo e Catullo, il che suscita il sospetto in Ippolito di un amore colpevole.
- Fedra confessa la sua colpa senza rivolgersi direttamente a Ippolito, invocando invece la protezione della sorella defunta Arianna, mentre Ippolito reagisce con indignazione e invoca l'intervento divino.
- Ippolito esprime la sua ira attraverso retoriche interrogazioni e desidera catastrofi, manifestando il suo disprezzo per Fedra e per la situazione in cui si trova.
- Il personaggio tragico della narrazione è Fedra, che, nonostante la disperazione e il rifiuto di Ippolito, mantiene la sua dignità e appare come un'eroina sventurata soggetta a una passione incontrollabile.
Indice
- La dedizione inconsapevole di Ippolito
- I sintomi fisici dell'amore secondo Fedra
- La descrizione dell'avvenenza fisica di Ippolito
- La confessione di Fedra
- La reazione di Ippolito
- L'indignazione di Ippolito
- La disperazione di Fedra
- La crudeltà di Ippolito
- La decisione finale di Ippolito
- Fedra: un'eroina tragica
La dedizione inconsapevole di Ippolito
Con inconsapevole dedizione Ippolito aderisce alle richieste della matrigna («sarò io a prendere il posto di mio padre», v. 633), ma Fedra è ormai decisa ad andare fino in fondo, e il suo discorso diviene sempre più esplicito.
I sintomi fisici dell'amore secondo Fedra
Ella descrive i sintomi fisici dell'amore con immagini inequivocabili, tratte dalla tradizione poetica («un rivo di fuoco ribolle in fondo alle viscere e corre nascosto per le vene», vv. 641-643: già Saffo e Catullo avevano parlato del fuoco della passione che scorre sottile per il corpo) e a questo punto Ippolito inizia a sospettare un amore colpevole.
La descrizione dell'avvenenza fisica di Ippolito
Pur restando ben lontano dalla parziale giustificazione della sua follia, Fedra descrive l'avvenenza fisica di Ippolito, quella che apparteneva già a Tèseo e aveva fatto innamorare sua sorella Arianna.
La confessione di Fedra
Infine, senza lasciare spazio ad ulteriori domande di Ippolito, Fedra precipita la propria confessione e, non osando rivolgersi direttamente al figlio, invoca la protezione di Arianna e le rivela la sua colpa.
La reazione di Ippolito
È significativo che nel momento in cui è più disperata e bisognosa di aiuto Fedra non osi rivolgersi ad alcuna divinità e chiami in soccorso soltanto la sorella, trasformata in costellazione dopo la morte. Al contrario Ippolito reagisce invocando con indignazione l'intervento divino: la colpa della matrigna gli appare talmente scandalosa da meritare l'accanimento del cielo contro di lei.
L'indignazione di Ippolito
Con un'incalzante successione di interrogative retoriche che esprimono un'ira troppo artificiosa per apparire verosimile, il giovane chiama a testimone il dio supremo, si augura catastrofi, denuncia l'infamia di Fedra, invoca addirittura una punizione su di sé, come causa inconsapevole dell'amore della matrigna (vv. 671-684).
La disperazione di Fedra
Paradossalmente Fedra, di fronte alla reazione di Ippolito, non si abbandona allo sconforto, ma insiste a supplicarlo, gli promette di seguirlo ovunque, si getta ai suoi piedi e addirittura tra le sue braccia. Non c'è passione perversa in questo gesto, ma tragica disperazione: travolta da una forza che la sovrasta Fedra non appare colpevole, ma vittima.
La crudeltà di Ippolito
Il gesto violento del figlio che la afferra per i capelli e le rovescia il capo con brutalità appare più crudele che giusto. Lo confermano le parole della donna, che si rallegra di poter morire per mano dell'amato senza aver perduto l'onore.
La decisione finale di Ippolito
La decisione finale di Ippolito, di lasciarla in vita, non è determinata da compassione, ma da crudeltà: non esaudire nessuno dei desideri di Fedra (amare o morire), allontanarsi dal contatto del suo corpo come da un contagio significa punirla spietatamente e infliggerle la più estrema delle pene.
Fedra: un'eroina tragica
Il personaggio veramente tragico non è evidentemente Ippolito, ma Fedra: tormentata dall'incertezza e dalla colpa, dominata da una passione incontrollabile, condannata ad assistere alla negazione di ogni desiderio senza neppure la liberazione della morte, ella appare un'eroina sventurata. La sua dignità non viene meno neppure quando è afferrata per i capelli dal figliastro: anzi, proprio in quella circostanza, mentre Ippolito dà sfogo a una furia bestiale e la storce come un animale, ella non muta il suo sentimento e si mostra docile e persino grata di poter lavare la sua colpa con la morte.Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo di Ippolito nella storia?
- Come descrive Fedra i sintomi dell'amore?
- Qual è la reazione di Ippolito alla confessione di Fedra?
- Come si manifesta la disperazione di Fedra?
- Perché Fedra è considerata un'eroina tragica?
Ippolito mostra una dedizione inconsapevole alle richieste di Fedra, ma reagisce con indignazione quando scopre l'amore colpevole della matrigna.
Fedra descrive i sintomi fisici dell'amore con immagini poetiche, paragonandoli a un "rivo di fuoco" che scorre nelle vene, evocando la tradizione di Saffo e Catullo.
Ippolito reagisce con indignazione e invoca l'intervento divino, considerando la colpa di Fedra scandalosa e meritevole di punizione celeste.
Fedra, di fronte alla reazione di Ippolito, non si abbandona allo sconforto ma lo supplica, promettendo di seguirlo ovunque, mostrando una disperazione tragica piuttosto che perversa.
Fedra è vista come un'eroina tragica perché è tormentata dalla colpa e dalla passione incontrollabile, condannata a vivere senza soddisfare i suoi desideri, mantenendo la sua dignità anche di fronte alla crudeltà di Ippolito.