Concetti Chiave
- Seneca critica la posizione di Posidonio, sostenendo che le tecniche sono opera di operai e non di filosofi, il cui compito è vivere secondo natura.
- Secondo Seneca, il progresso tecnico non migliora l'uomo, ma lo corrompe, subordinandolo alle passioni materiali anziché allo spirito.
- Seneca, influenzato dalla morale cinica, idealizza lo stato di natura e rifiuta le comodità della civiltà, come illustrato dall'aneddoto di Diogene.
- Nonostante il rifiuto della tecnica, Seneca promuove il sapere scientifico, ritenendolo essenziale per superare paure e superstizioni.
- Seneca condanna le invenzioni moderne, considerandole opere di persone di basso rango, e critica il loro impatto sulla società.
(Seneca,Epistulae ad Lucilium 90,7-16)
Il filosofo greco Posidonio(II-I sec. a.C.),appartenente allo stoicismo di mezzo,si era preoccupato di stabilire il rapporto tra filosofia,scienza e tecnica e aveva impostato una sistemazione enciclopedica del sapere che preludeva all’enciclopedia di plinio il Vecchio.Tra le altre sue teorie,aveva sostenuto che i filosofi avevano creato il progresso e inventato le arti e gli strumenti di lavoro.
A Posidonio si oppone Seneca,sostenendo che le tecniche non possono essere state inventate da filosofi,ma da operai,addetti a funzioni servili nella società.i filosofi,infatti,non si occupano di cose materiali,ma hanno l’alto compito di insegnare a conseguire la sapienza vivendo secondo natura.
Un secondo elemento,secondo Seneca,gioca a sfavore della tecnica e delle arti manuali,ed è il fatto che il progresso tecnico,mirando al benessere materiale,non migliora l’uomo,ma lo corrompe.lo sottopone alle esigenze del corpo e delle sue passioni anziché a quelle dello spirito.Nel seguito di questo brano,o meglio lettera(par.25),egli condanna molte invenzioni recenti(i vetri trasparenti,i bagni con le pareti riscaldate ad aria,il perfezionamento della stenografia,nuovi sistemi di costruzione ecc.)e le giudica opera vilissimorum mancipiorum(>),mentra >(par.26).
La posizione di Seneca risente della morale cinica,che idealizzava lo stato di natura e rifiutava la civiltà:è indicativo della sua posizione l’aneddoto del par.14,nel quale si dice che Diogene cinico,avendo visto un fanciullo che beveva nel cavo della mano,estrasse dalla sua bisaccia la tazza e la spezzò,rimproverandosi di avere per tanto tempo portato con sé un peso inutile.
Il rifiuto della tecnica non esclude però che Seneca fosse un fautore del sapere puro della scienza:il sapere scientifico è necessario perché consente all’uomo di accantonare paure e superstizioni,che sono perlopiù frutto di oscurantismo.