Anna___04
Genius
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Concetti Chiave

  • Il De magia è un'opera di autodifesa di Apuleio durante un processo, dove è accusato di usare la magia per ottenere ricchezze.
  • Apuleio dipinge gli accusatori come spregevoli, contrapponendo la sua onestà e quella del giudice.
  • Nella prima parte dell'orazione, Apuleio risponde alle accuse secondarie di immoralità.
  • Dal capitolo 25, confuta l'accusa di magia volgare, distinguendo una magia nobile legata alla filosofia e alla realtà divina.
  • L'opera è giudiziaria e include riferimenti culturali a filosofi come Aristotele e Platone, e citazioni di poeti latini arcaici.

Apuleio - De magia

Il De magia è un'opera di autodifesa che Apuleio fa durante il suo processo, che lo vede accusato di aver sedotto la moglie con la magia per entrare in possesso delle sue ricchezze.
L'opera è un'orazione che risale all'età imperiale e che, in vista della pubblicazione, viene rielaborata.
Apuleio presenta i suoi accusatori come dei personaggi spregevoli, contrapponendovi se stesso e il suo giudice e definendosi onesto.
Nella prima parte dell'orazione Apuleio si difende dalle accuse secondarie, derivate da alcuni suoi atteggiamenti definiti immorali dai suoi accusatori.
Dal capitolo 25 inizia la confutazione della sua accusa di magia. Egli afferma di non aver mai praticato magia volgare, alla quale contrappone un tipo di magia nobile, che riguarda il filosofo e la realtà divina.
quest'opera è un orazione giudiziaria, all'interno della quale l'autore inserisce la propria cultura dal punto di vista filosofico, scientifico e letterario. Durante la sua autodifesa l'autore cita opere di Aristotele e Platone, ma anche detti di celebri filosofi secondo i costumi dell'epoca. Quando afferma di non essere povero, e quindi di non aver usato la moglie, fa ricorso a degli excursus sul valore della povertà; inoltre fa delle citazioni sui poeti latini arcaici.

Domande e risposte