Concetti Chiave
- Il "De architectura" di Vitruvio presenta un linguaggio tecnico e preciso, riflettendo una scienza latina spesso trascurata.
- Vitruvio integra termini greci nel suo lessico, mostrando un'elevata elaborazione stilistica e un uso distintivo di vocaboli astratti.
- L'autore crea neologismi e amplia significati di parole esistenti, dimostrando un'innovativa fusione tra volgarismi e tecnicismi.
- Il bilinguismo a Roma, con l'uso del greco, era essenziale, riconoscendo la sua superiorità in settori come l'architettura e la medicina.
- La tendenza al bilinguismo e alla superiorità del greco in ambiti scientifici si intensificò nei secoli successivi, influenzando anche scrittori come Marco Aurelio.
Vitruvio Pollione, "De architectura"
La prima impressione che si ricava dalla lettura dell'opera di Vitruvio è quella di un linguaggio tecnico, sobrio e preciso. La scienza latina non registra molti rappresentanti e questi vengono trascurati per un preconcetto, come se la cultura e la scienza fossero in antitesi e non complementari nella crescita e nello sviluppo della civiltà classica. Vitruvio nel "De architectura" ricava vocaboli dalla lingua greca (taxis, diathesis, oeconomia), usa espressioni e termini tecnici che mostrano la natura popolare del suo linguaggio ma, nel contempo, manifestano un alto livello di elaborazione stilistica, come mostrano i sostantivi astratti, impiegati anche al plurale: "conscriptiones", "scientiae", "eruditiones", ecc.
Quando volgarismi e tecnicismi sono insufficienti, ricorre a neologismi o amplia il significato di sostantivi già esistenti e largamente in uso: stipitis per stipites, habitationis per habitationes, qui sunt habitantes per il più semplice habitantes o qui habitant, habitationis per domus.Lo scrittore si adoperò per tradurre in latino vocaboli greci. Il bilinguismo a Roma era un aspetto fondamentale della cultura latina che riconosceva alla lingua greca una netta superiorità. Tale tendenza, già presente in Vitruvio nel I sec. diventerà sempre più profonda e diffusa nei secoli successivi: Marco Aurelio scriverà in greco e il suo maestro Frontone invierà lettere scritte in greco o in latino. Tale superiorità era poi sentita maggiormente in alcuni settori, come la scienza, l'architettura e la medicina, in cui la civiltà greca aveva dato il meglio di sé, imponendo un lessico ricco e preciso, a tal punto che nemmeno il mondo moderno è riuscito a farne a meno.