LauraMara
Ominide
3 min. di lettura
Vota 3 / 5

Concetti Chiave

  • Virgilio fu colpito dall'esproprio dei beni di famiglia, riflettendo il contesto delle guerre civili nella sua Prima Bucolica.
  • Titiro e Melibeo sono allegorie di momenti diversi della vita di Virgilio, con Ottaviano rappresentato come il giovane deus che lo salva.
  • L'egloga fonde poesia e realtà, creando un mondo bucolico senza confini tra umano, animale e vegetale, influenzato da Teocrito.
  • L'opera allude alla cultura filosofica epicurea, evidenziando una felicità basata su otia, vita appartata e godimento di piccole cose.
  • Elementi come il peculium e i riferimenti alla natura umanizzata evidenziano il contesto sociale e culturale dei pastori.

Prima Bucolica di Virgilio

L'esproprio colpì anche Virgilio che in un primo momento riuscì anche ad evitarlo, ma in seguito perse i beni di famiglia. Lo sfondo dell'egloga non è sereno e lo dimostrano segni espliciti dei versi 11 e 12 e i versi 70-72 riguardo alle guerre civili. Quindi, sia Titiro sia Melibeo rappresentano allegoricamente 2 momenti diversi della vita di Virgilio. Il giovane deus che lo salva è probabilmente Ottaviano. Non è corretto andare alla ricerca di riferimenti autobiografici minuti perché poesia e realtà sono fuse armoniosamente, esattamente come nella dimensione bucolica non ci sono confini tra mondo umano, animale e vegetale. Quindi, è un mondo in cui la felicità o l'infelicità dei pastori si identifica con quella delle loro greggi, è un mondo in cui è evidente la dipendenza dagli idilli di Teocrito perché la prima egloga è ricca di allusioni alla tradizione letteraria, alla cultura filosofica, alla realtà contemporanea. La dipendenza da Teocrito è evidente nell'immagine iniziale del pastore seduto all'ombra di un albero, nei nomi delle donne amate dai protagonisti: Galatea e Amarillide. I riferimenti alla cultura filosofica sono da inserire nell'ambito di questo discorso: nell'egloga emerge l'ispirazione ad una felicità che consiste negli otia e in una vita appartata e nel godimento di piccole cose materiali come i frutti dell'agricoltura e della pastorizia e spirituali come l'amicizia, l'amore e il canto bucolico. Quello che emerge nella conversazione tra Titiro e Melibeo sembra un rimando alla filosofia epicurea che Virgilio aveva appreso a Napoli alla scuola del maestro Sirone. È un canto amebeo, cioè, in cui c'è uno scambio di battute; anche i nomi dei due pastori sono di derivazione teocritea che equivale a satiros. Melibeo è un altro nome di origine greca, Galatea è il nome della dea, Amarillide deriva dal greco e vuol dire "colei che abbaglia". Compare al verso 32 il termine peculium: è il risparmio che potevano fare gli schiavi per comprare dal proprio padrone la libertà e riscattarsi. Amarillide lascia i frutti perché o li lascia per lui o perché era troppo triste per raccoglierli. Pini, fonti, arbusti invocano gli dei (umanizzazione della natura). A Titiro non restava che andare a Roma e cercare l'aiuto di potenti. È probabile che Titiro faccia parte di una categoria di lavoratori detti pueri (ragazzi)
v45. v46 Fortunatae senex sottolinea la differenza tra il suo destino e quello di Titiro. Il pastore che suona all'ombra è una tipica immagine della poesia pastorale. Api iblee sono un topos letterario: sono dei monti iblei che sono noti per il miele prodotto. È una classica visione malinconica della natura (l'egloga finisce con un tramonto dove tutti tornano a casa, ma Melibeo deve lasciare i suoi territori).

Domande da interrogazione

  1. Qual è il contesto storico e personale che influenza la Prima Bucolica di Virgilio?
  2. La Prima Bucolica di Virgilio è influenzata dall'esproprio dei beni di famiglia di Virgilio e dalle guerre civili, come indicato nei versi 11, 12 e 70-72. Virgilio rappresenta allegoricamente due momenti della sua vita attraverso i personaggi di Titiro e Melibeo.

  3. Quali sono le influenze letterarie e filosofiche presenti nell'egloga?
  4. L'egloga mostra una forte dipendenza dagli idilli di Teocrito, evidente nell'immagine del pastore all'ombra e nei nomi come Galatea e Amarillide. Inoltre, emerge un'influenza epicurea, appresa da Virgilio a Napoli, che si riflette nell'aspirazione a una vita di otia e godimento delle piccole cose.

  5. Come si manifesta l'allegoria nella conversazione tra Titiro e Melibeo?
  6. La conversazione tra Titiro e Melibeo è un canto amebeo che riflette la filosofia epicurea e la fusione tra poesia e realtà. Titiro rappresenta la ricerca di aiuto a Roma, mentre Melibeo simboleggia la perdita e l'esilio, evidenziando la differenza di destino tra i due.

  7. Quali elementi naturali e culturali sono simbolicamente rappresentati nell'egloga?
  8. Gli elementi naturali come pini, fonti e arbusti sono umanizzati e invocano gli dei, mentre le api iblee rappresentano un topos letterario. La natura è vista in modo malinconico, con il tramonto che segna il ritorno a casa, ma Melibeo deve abbandonare i suoi territori.

Domande e risposte