Ovidio
Bisogna capire cosa è per lui la poesia. Le “Metamorfosi” è la sua grande opera. Ad esempio: “Il mito di Pigmalione”, Pigmalione è un re, per lui la natura è corrotta, nega il rapporto con la realtà e rifiuta le donne. Lui è un artista, scolpisce nell’avorio, materiale usato per scolpire le divinità, e si innamora della statua che crea. Prega Venere di incontrare una donna come quella della statua e Venere la rende viva.
Ovidio racconta la funzione dell’artista. L’arte deve rappresentare la realtà. Questa concezione ha attraversato tutto il mondo classico, ma arrivando a Ovidio l’arte è corrotta come la realtà. L’arte non deve più rappresentare la realtà. Infatti, Pigmalione ha rappresentato una realtà altra perché una donna così bella non esiste. Tanto più l’arte è alta, più è reale. L’artista è capace di creare una realtà altra, sa che quello che crea non esiste nella vita. Desidera questa possibilità di bellezza. Alla fine la realtà che Pigmalione sapeva finta, grazie alla dea, diventa vera e non è realtà corrotta.
Spiega la ragione eziologica, cioè le cause, con miti spiega il presente, la realtà. Per Ovidio la realtà è in continua trasformazione e risulta ingannevole. Rende la realtà negativa per gli uomini. Mimesis della realtà cioè imitazione, leggere e trasmettere la bellezza della realtà.
Mito di Dedalo e Icaro
La poesia di Ovidio permette di vedere la scena perché è una scrittura pittorica, molto descrittiva. Questa è una realtà che non esiste. Nei primi 4 versi delle Metamorfosi abbiamo il proemio. Annuncia subito il tema del mutamento, c’è l’idea di una realtà costantemente in mutamento.