Concetti Chiave
- Ovidio si ispira al quarto libro dell'Eneide per descrivere la drammatica fine di Didone abbandonata da Enea.
- Enea, costretto dal destino, lascia Didone senza spiegazioni, provocandole un dolore eterno.
- Ovidio sperimenta nuove forme di linguaggio e contenuto, innovando la narrazione del mito.
- Il sentimento di pietas di Enea è eliminato, dipingendolo come un traditore che abbandona anche Creusa.
- Ovidio riduce il tono epico dell'opera, avvicinando la tragedia virgiliana al dramma borghese.
Heroides, Didone ed Enea
Il modello di riferimento più autorevole per Ovidio è sicuramente il quarto libro dell'Eneide, uno dei libri che, insieme al sesto, è più conosciuto e commentato per gli importanti e innovativi temi affrontati dalla poetica virgiliana.
In questo libro si svolge la drammatica fine di Didone, sconvolta dal dolore per l'abbandono di Enea, a cui giura eterno rancore.
Enea, eroe moderno, deve soddisfare gli imperscrutabili disegni del destino ed è costretto ad abbandonare la donna senza addurre motivazioni.
Quando, nel sesto libro, Enea scende negli inferi, avviene l'incontro con la regina, che volge lontano il suo sguardo, offesa e ferita anche dopo la morte.
Caratteristiche della poetica di Ovidio
La caratteristica fondamentale della poetica di Ovidio, che emerge particolarmente in questo brano, è la sperimentazione di nuove forme di linguaggio e di contenuto.Ovidio, nella narrazione del mito, si pone come innovatore:
- Nuove sono le argomentazioni di Didone;
- Nuovo è il modo con cui Didone tratta Enea;
- Inedita è anche la presentazione dell'eroe.
Il sentimento della pietas, tipico dell'Enea virgiliano, viene completamente cancellato da Ovidio.
Il personaggio ovidiano di Enea risulta essere un traditore, e tra i lamenti di Didone compare l'accusa di aver abbandonato anche la sua sposa Creusa.