stefanolivieri1
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Concetti Chiave

  • Le Epistole di Orazio seguono le Satire, offrendo un invito costante alla misura e al carpe diem con un tono più elevato e malinconico.
  • Innovative nel panorama antico, sono lettere fittizie in esametri indirizzate a figure reali del mondo politico e culturale.
  • Appartengono a un periodo maturo della produzione di Orazio, 15 anni dopo le Satire, e trattano temi morali e riflessioni filosofiche.
  • Il tono delle Epistole è colloquiale, con frequenti riferimenti alla filosofia epicurea e all'ideale di vita del "saggio".
  • Le Epistole offrono una visione dell'ambiente sociale dell'aristocrazia romana, mescolando elementi di raccolta epistolare e autobiografia in versi.

Epistole

Le Epistole di Orazio costituiscono in un certo senso il naturale prosieguo delle Satire. Sono infatti pervade di un costante invito alla misura e piene di richiamo al principio del carpe diem. La tecnica utilizzata è sicuramente innovativa nel panorama antico: lettere fittizie, composte in esametri, indirizzate tuttavia a personaggi realmente esistenti del mondo
politico e culturale, ma anche del mondo quotidiano, come il fattore del suo terreno.

Il tono generale delle epistole è tuttavia diverso da quello delle Satire, a partire dal linguaggio marcatamente più elevato alla mancanza di una eccessiva ilarità per lasciare spazio a una velata malinconia. Le Epistole appartengono anche a un periodo più maturo della produzione Oraziana, a partire da 15 anni dopo la pubblicazione delle Satire. Il contenuto è vario, alcune hanno un tema morale, altre sono semplici inviti a determinati comportamenti o riflessioni di natura filosofica. Il tono utilizzato è colloquiale, costante è il riferimento alla filosofia epicurea, con l’invito a non abbandonarsi eccessivamente ai piaceri della vita, conducendo la vita del “saggio” unico in grado di vivere in maniera appagante. Spesso tuttavia chi ritiene di essere saggio non lo è veramente, come alcuni filosofi che pretendono di possedere la saggezza e insegnarla agli altri. Quello di Orazio è un genere nuovo, un misto fra una raccolta epistolare e una autobiografia in versi. Quella che ci vine e fornita è un’attenta visione dell’ambiente sociale dell’aristocrazia romana.

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