Concetti Chiave
- Tito Livio nacque a Padova nel 59 a.C. e dedicò la sua vita alla storiografia, nonostante le sue opinioni repubblicane.
- La sua opera principale, "Ab Urbe Condita", narrava la storia di Roma dalle origini, ma solo 35 dei 142 libri originali sono sopravvissuti.
- Livio adotta uno stile annalistico e una finalità didascalica, utilizzando modelli di virtù per trasmettere insegnamenti morali.
- Il suo stile varia da ampio e articolato a semplice e conciso, con un linguaggio poetico e arcaizzante nei primi libri.
- Nonostante la perdita di gran parte dell'opera, riassunti chiamati Periochae ci forniscono un'idea del contenuto dei libri perduti.
Tito Livio
Vita
Tito Livio nacque nel 59 a.C. a Padova, al tempo, ricco centro di provincia. Le sue condizioni furono sicuramente agiate poiché poté dedicare un’intera vita all’attività letteraria di storiografo. Nel 30/29 a.C. si recò a Roma, probabilmente per svolgere ricerche per la sua opera storica, “Ab Urbe Condita”, della quale compose il primo libro fra il 27 e il 25 a.C. Nonostante fosse repubblicano, pompeiano e anticesariano il Princeps Augusto non cercò mai di contrastarlo; anzi, è probabile che si creò fra i due un legame molto forte che portò Augusto ad affidare a lui l’istruzione di Claudio, il futuro imperatore. L’esaltazione del valore della romanità era inoltre uno dei punti saldi della politica di Augusto. Livio è caratterizzato da un pessimismo storico che lo porta a credere che la storia sia un decadimento da una condizione di massimo benessere, concordia, integrità morale e forza militare. Livio morì a Padova nel 17 d.C. in una dimora di sua proprietà. Gli antichi ricordano, oltre alla sua opera storica, scritti di filosofia e retorica ma nessuna di queste opere è giunta fino a noi.
Tito Livio - “Ab Urbe Condita”
Livio concepì il disegno grandioso di narrare tutta la storia di Roma partendo dalle origini. Lavorò per tutta la vita alle sue opere, tenendo pubbliche letture via via che le componeva. Dei 142 libri se ne sono conservati 35, i primi 10 e il blocco dal 21 al 46; quindi la prima, la terza, la quarta e metà della quinta decade. La perdita di gran parte dell’opera fu probabilmente dovuta alla sua mole. Già prima della morte di Livio erano stati scritti dei riassunti di ogni libro chiamati Periochae; di questi libri ce ne sono pervenuti 140. La struttura dell’opera è di tipo annalistico anche se l’ampliarsi del contenuto, mano a mano che si procede, fa intuire che Livio non aveva un piano definito dell’opera in partenza.
L’opera ha una finalità didascalica e moralistica, ovvero, cerca di fornire degli insegnamenti morali tramite modelli esemplari di virtù.
Lo stile di Livio è diseguale, ora ampio e articolato, ora semplice e conciso. Nei primi libri riguardanti la nascita di Roma il linguaggio è molto poetico ed arcaizzante.
Opere ed estratti importanti:
“ab Urbe Condita”:
Prima decade: “Prefatio”
“Lucrezia”
“L’Apologo di Menenio Agrippa”
Terza decade:
“Il ritratto di Annibale”
Domande da interrogazione
- Qual è l'opera principale di Tito Livio e quale fu il suo obiettivo?
- Quali sono le caratteristiche dello stile di Tito Livio nei suoi scritti?
- Quali parti dell'opera "Ab Urbe Condita" sono sopravvissute fino a noi?
L'opera principale di Tito Livio è "Ab Urbe Condita", concepita per narrare tutta la storia di Roma dalle origini. L'obiettivo era didascalico e moralistico, fornendo insegnamenti morali attraverso modelli di virtù.
Lo stile di Tito Livio è diseguale, variando tra ampio e articolato a semplice e conciso. Nei primi libri, il linguaggio è poetico e arcaizzante, riflettendo la nascita di Roma.
Dei 142 libri di "Ab Urbe Condita", ne sono sopravvissuti 35, inclusi i primi 10 e il blocco dal 21 al 46, coprendo la prima, terza, quarta e metà della quinta decade.