Concetti Chiave
- Nel Medioevo, l'identità cristiana comune emerse dall'unione tra culture latine e germaniche, definendo l'"altro" come chi non apparteneva a tale fede.
- Prima delle crociate, i cristiani occidentali avevano limitati contatti con l'Islam, che era visto come un movimento ribelle ma con radici comuni.
- Le crociate portarono alla distorsione dell'immagine dell'Islam, accusandolo ingiustamente di politeismo, nonostante la sua rigorosa monoteistica.
- La condanna di Maometto da parte di Dante nel suo Inferno riflette il riconoscimento dell'Islam come parte della comunità religiosa monoteista.
- Nonostante i conflitti, nel Medioevo esistevano forme di dialogo teologico e tolleranza tra le religioni, come illustrato nella novella dei tre anelli di Boccaccio.
Cristianitas
Soltanto quando l’identità latina e quella germanica si amalgamarono definitivamente e l’Occidente europeo prese a definire se stesso sempre più attraverso la comune Christianitas, a livello letterario e dunque ideologico, ricomparve la costruzione di un’alterità radicale, che assunse il volto nuovo del musulmano. I popoli che si erano formati dall’unione tra Romani e popolazioni germaniche erano infatti accomunati dalla fede cristiana (anche se i Romani erano perlopiù cattolici e i Germani ariani); così, nel
Medioevo, la categoria dell’“altro” passò a indicare chi non aderiva a tale fede.
Prima delle crociate
Fino all’VIII secolo i cristiani d’Occidente avevano avuto relativamente pochi rapporti con il mondo islamico; l’Impero d’Oriente si era misurato con l’espansione araba e, pur contrastandola militarmente, aveva saputo riconoscere le affinità derivanti dalla comune matrice ebraica ed ellenistica. Gli Arabi, antichi sudditi dell’Impero d’Oriente, portatori di una religione monoteista apertamente ispirata a quella ebraica e cristiana, potevano essere visti come ribelli o come eretici, ma non come un universo del tutto estraneo.
Deformazione dell’immagine islamica
La situazione precipitò a partire dalla fine dell’XI secolo, sotto la spinta delle crociate, che coalizzarono la cristianità contro l’islam. Nella grande letteratura in volgare nata proprio in età medievale con le chansons de geste, l’islam venne deformato e addirittura accusato, assurdamente, di politeismo e idolatria. Chi possiede una cultura teologica, però, non può ignorare la comune radice dell’islam e del cristianesimo, ed è questo il motivo per cui Dante colloca Maometto nell’Inferno (canto XXVIII), insieme con altri peccatori che hanno seminato scismi e scandali all’interno del mondo cristiano. Paradossalmente, la condanna del profeta indica il suo riconoscimento come parte della comunità dei credenti.
Dialogo interreligioso nel Medioevo
L’islam ha infatti una concezione assolutamente monoteista e, per quanto riguarda l’idolatria, è rigorosissimo, rifiutando addirittura la rappresentazione iconografica di Maometto. Tale riconoscimento poteva portare, presso i dotti, a forme di dialogo teologico. Un altro esempio di grande tolleranza si trova nella
novella dei tre anelli del Decameron di Giovanni Boccaccio. Questo episodio mostra che il Medioevo non fu sempre un periodo chiuso e ignorante: almeno tra le persone colte esisteva una certa apertura e rispetto verso fedi diverse. Il protagonista è l’ebreo Melchisedech, che viene messo alla prova dal Saladino, il quale gli chiede quale tra ebraismo, cristianesimo e islam sia la religione migliore. Per non mettersi nei guai, Melchisedech racconta una storia: un padre aveva tre figli, tutti bravi allo stesso modo, e un anello prezioso che doveva andare solo a uno. Non sapendo chi scegliere e non volendo far soffrire nessuno, il padre fece fare altri due anelli uguali e ne diede uno a ciascun figlio, dicendo a tutti che era quello vero. Quando il padre morì, nessuno riuscì più a capire quale fosse l’anello autentico, e la questione rimase aperta, proprio come succede per le religioni.