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Concetti Chiave

  • La satira di Giovenale utilizza un raffinato gioco letterario che capovolge temi dei generi "nobili", trasformandoli in chiave comica per criticare i vizi delle donne.
  • Il capovolgimento dei ruoli tradizionali nelle storie di avventure è evidente nelle peregrinazioni di Eppia, dove una matrona si innamora di un gladiatore, ribaltando i classici desideri maschili.
  • Giovenale paragona la sua eroina a Elena di Saffo, ma con un tono satirico che accentua la volubilità e i vizi della società contemporanea, attraverso riferimenti a passatempi come il circo e i mimi.
  • La parodia dell'epillio si manifesta nel confronto irriverente tra Sergio e Giacinto, ridicolizzando i miti classici di amori divini.
  • Giovenale descrive un mondo "alla rovescia" in cui i vizi morali sono tanto più gravi quanto più elevata è la condizione sociale, evidenziando la decadenza attraverso ironia e antitesi.

Indice

  1. Satira: requisitoria contro i vizi delle donne
  2. Modelli letterari e capovolgimento comico
  3. Poesia lirica e paragone con Saffo
  4. Parodia dell'epilio
  5. Un mondo "alla rovescia"
  6. Ironia e antitesi nella satira di Giovenale
  7. Gli "Epiteti" di Messalina

Satira: requisitoria contro i vizi delle donne

La requisitoria contro i vizi delle donne non è un semplice sfogo degli impulsi misogini del poeta: essa si presenta come un raffinato gioco letterario, che riprende, capovolgendoli in chiave comica, temi e forme dei generi "nobili".

Modelli letterari e capovolgimento comico

I viaggi di Ulisse e le storie dei romanzi di avventure (parodiati anche da Petronio) sembrano il modello delle peregrinazioni di Eppia; ma se in quelli una fanciulla è l'oggetto del desiderio di un eroe maschile, qui i ruoli si ribaltano, ed è l'amore per un gladiatore che spinge una matrona a sottoporsi a rischi e fatiche.

Poesia lirica e paragone con Saffo

Oltre all'épos, anche la poesia lirica è chiamata in causa: secondo la poetessa greca Saffo (VII-VI sec. a.C.), Elena, vittima del potere di Afrodite, arrivò per amore ad abbandonare il marito, i figli e i genitori. L'"eroina" di Giovenale, novella Elena, appare più volubile e viziata: all'abbandono della famiglia si sovrappone quello dei suoi malsani passatempi, il circo e i mimi (rievocati, non a caso, con la menzione dell'attore Paride, che rende esplicito il confronto con Elena).

Parodia dell'epilio

Infine, il paragone irriverente tra Sergio, non più giovane né bello, e Giacinto, l'avvenente giovinetto amato da Apollo, appare come una parodia dell'epillio, componimento di contenuto mitologico i cui protagonisti sono, in genere, bei fanciulli amati dalle divinità.

Un mondo "alla rovescia"

Eppia, come le altre donne biasimate da Giovenale, rappresenta il degrado morale di una società in cui si sono ribaltati ruoli e valori che, in un passato mitico e idealizzato, erano rispettati. In una sorta di rovesciamento carnevalesco, i vizi morali si fanno tanto più turpi quanto più alta è la condizione sociale di chi ne è affetto: se una matrona non si vergogna di dedicarsi ad attività maschili e di diventare una "gladiatrice", ancora più scandaloso è il comportamento di un'imperatrice come la moglie di Claudio, dedita alla prostituzione.

Ironia e antitesi nella satira di Giovenale

Le figure retoriche che meglio esprimono la realtà assurda che il poeta vuole mettere in luce sono l'ironia (ad esempio, l'espressione rivales divorum, v. 115, con cui si introduce il comportamento di Messalina, tutt'altro che "divino") e la forte antitesi (meretrix Augusta, v. 118).

Gli "Epiteti" di Messalina

Il disprezzo manifestato dal poeta nei confronti di Messalina è accentuato dal diverso atteggiamento assunto nei confronti degli uomini della famiglia imperiale, vittime dei suoi indegni comportamenti: in posizione di rilievo è il nome di Claudio, mentre quello di Britannico, quasi un eroe epico, è accompagnato dall’epiteto generosus ("nobile", "magnanimo"). Messalina, che non viene mai nominata esplicitamente, è solo ricordata attraverso espressioni che ne sottolineano i ruoli di "moglie" (uxor) e "imperatrice" (Augusta), traditi dalla sua attività di merētrix, cui allude anche lo pseudonimo grecizzante Lycisca (lett. "piccola lupa"; si ricordi che lupae erano dette le prostitute: di qui anche il termine lupanar, "postribolo").

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'obiettivo della satira di Giovenale contro i vizi delle donne?
  2. La satira di Giovenale non è un semplice sfogo misogino, ma un raffinato gioco letterario che capovolge in chiave comica temi e forme dei generi "nobili".

  3. Come vengono utilizzati i modelli letterari nel capovolgimento comico?
  4. I viaggi di Ulisse e le storie di avventure sono parodiati, ribaltando i ruoli tradizionali: una matrona si innamora di un gladiatore, invertendo il desiderio tipico degli eroi maschili per una fanciulla.

  5. In che modo la poesia lirica e Saffo sono paragonate nella satira?
  6. La satira paragona l'"eroina" di Giovenale a Elena di Saffo, ma la presenta come più volubile e viziata, abbandonando la famiglia per passatempi malsani come il circo e i mimi.

  7. Qual è il significato del "mondo alla rovescia" nella satira di Giovenale?
  8. Il "mondo alla rovescia" rappresenta il degrado morale di una società in cui i ruoli e i valori tradizionali sono ribaltati, con donne di alta condizione sociale che si dedicano a comportamenti scandalosi.

  9. Quali figure retoriche utilizza Giovenale per esprimere l'assurdità della realtà?
  10. Giovenale utilizza l'ironia e l'antitesi per mettere in luce la realtà assurda, come nell'espressione "rivales divorum" per Messalina e "meretrix Augusta" per sottolineare il contrasto tra i ruoli traditi.

Domande e risposte