Concetti Chiave
- Livio racconta che a Roma, dopo un'epidemia, furono introdotti i ludi scenici con attori dall'Etruria, che eseguivano spettacoli di danza accompagnati dal flauto.
- I giovani romani imitarono questi attori, aggiungendo dialoghi spiritosi e volgari, trasformando l'esibizione in un intrattenimento più complesso chiamato Satura.
- Nel tempo, le performance si professionalizzarono, passando da improvvisazioni a spettacoli basati su testi scritti, combinando musica, azione scenica, canto dialogato e danza.
- Il termine "satura" ha diverse interpretazioni etimologiche, tutte sottolineanti l'eterogeneità dello spettacolo, collegandosi a concetti di varietà e abbondanza.
- Originariamente legato al culto o alla cucina, "satura" evolse per indicare prima spettacoli vari, poi raccolte di poesie miscellanee, e infine componimenti singoli con varietà di temi e toni.
Livio, in un brano dei suoi "Ab urbe condita libri", ci narra che, in seguito ad una grave epidemia, poiché non si riusciva a placare gli dei, furono rappresentati a Roma dei ludi scenici. I Romani fecero venire dall'Etruria degli attori (ludiones) i quali, senza un testo scritto e senza recitazione verbale, diedero vita ad uno spettacolo di danza al suono del flauto. Il successo fu tale che i giovani romani iniziarono ben presto ad imitarli, inserendo però nello spettacolo anche un dialogo fatto di facezie e di rozze volgarità, sul tipo dei Fescennini. Col passare del tempo tali performance non vennero più rappresentate da dilettanti, ma da attori di professione e i dialoghi, dapprima improvvisati, furono regolati da un testo scritto. Ne sortì uno spettacolo complesso in cui si fondevano insieme la musica del flauto, l'azione scenica, il canto dialogato e la danza. A questo tipo di spettacolo - che potremmo paragonare al nostro varietà - fu dato il nome di Satura. Per quanto riguarda l'etimologia del termine satura ricorriamo a Diomede, grammatico del IV secolo d.C., che ci fornisce 4 possibili interpretazioni:
- la prima connetteva satura con i Satiri, poiché a tali personaggi si addicevano gli argomenti bruti e osceni che venivano rappresentati in quegli spettacoli;
- La seconda faceva derivare il nome da un piatto che veniva offerto agli dei detto satura lanx;
- La terza risaliva a Varrone, che riteneva che con "satura" si dovesse intendere un ripieno ricco di vari ingredienti quali uva secca, pinoli cosparsi di miele, chicchi di orzo e melagrana;
- La quarta connetteva il nome alla "Lex satura", ossia, una legge comprendente molte proposte.
Vi è, inoltre, chi propende per la derivazione dall'etrusco "Satir", equivalente al latino "orare". Quasi tutte le interpretazioni pongono comunque l'accento sulla eterogeneità dello spettacolo. Infatti, il termine viene legato all'aggettivo "satur" ("sazio,pieno"). Tale connessione ci permette di spiegare il passaggio dalla satira grammatica a quella letteraria. Il nome "satura", usato originariamente nel linguaggio cultuale o culinario, sarebbe passato ad indicare in un primo momento un tipo di spettacolo a carattere vario, più tardi una raccolta di poesie dal carattere di "miscellanea", infine un singolo componimento che presentasse al suo interno varietà di temi e di toni espressivi.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine dei ludi scenici a Roma secondo Livio?
- Come si è evoluto lo spettacolo di Satura nel tempo?
- Quali sono le possibili etimologie del termine "satura" secondo Diomede?
Livio narra che i ludi scenici furono introdotti a Roma in seguito a una grave epidemia, per placare gli dei. Gli attori furono chiamati dall'Etruria e inizialmente si esibivano senza testo scritto, solo con danza e musica.
Lo spettacolo di Satura si è evoluto da performance improvvisate di dilettanti a rappresentazioni complesse con attori professionisti, integrando musica, azione scenica, canto dialogato e danza, regolati da un testo scritto.
Diomede propone quattro etimologie: connessione con i Satiri, derivazione da "satura lanx", interpretazione di Varrone come ripieno di vari ingredienti, e collegamento con la "Lex satura". Inoltre, vi è l'ipotesi di derivazione dall'etrusco "Satir".