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Concetti Chiave

  • Ennio vantava la conoscenza di tre lingue: latino, greco e osco, e partecipò alla II guerra punica come poeta-soldato, influenzando la vita culturale romana grazie ai suoi contatti con figure di spicco come Scipione l'Africano.
  • Le sue opere principali includono tragedie, commedie e scritti filosofici, ma il suo capolavoro è il poema epico "Annales", che racconta la storia di Roma in 18 libri utilizzando un esametro dattilico innovativo.
  • Ennio è noto per il suo approccio drammatico e coinvolgente nella produzione teatrale, spesso ispirato a Euripide, e per la manipolazione creativa dei modelli classici, arricchendo la narrazione con patos e partecipazione emotiva.
  • La sua ideologia, espressa chiaramente negli "Annales", esalta i valori aristocratici romani, come la virtù e la grandezza, e propone una visione del mondo che celebra la saggezza politica piuttosto che la violenza.
  • Riconosciuto come un poeta "sperimentale", Ennio introdusse grecismi e figure di suono nella letteratura latina, stabilendo un nuovo standard stilistico e linguistico che influenzò generazioni successive.
In questo appunto viene descritta dettagliatamente la biografia e le opere principali del celebre autore latinoQuinto Ennio. Si descrive tutta la sua carriera letteraria e non solo.

Indice

  1. Biografia
  2. Opere
  3. Scritti di evasione
  4. Il capolavoro: gli Annales
  5. Considerazioni
  6. L'epica storica
  7. "Alter Omerus"
  8. L'ideologia
  9. La "filosofia"
  10. Lingua e stile

Biografia

Tria cordia: Ennio nacque in una città non greca ma messapica: tutta la zona era comunque ellenizzata ed Ennio si vantava di possedere in definitiva "tria corda", tre cuori, per la sua conoscenza di ben tre lingue: latino, greco e osco.
Poeta-soldato: combattè nella II guerra punica, e nel 204 a.C.
era in Sardegna negli ausiliari romani, dove incontrò Catone il censore, che notò il suo spessore culturale e lo condusse a Roma, pensando forse di farne il cantore delle gesta nazionali. Giuntovi, Ennio entrerà in contatto con Scipione l’Africano: sarà anzi uno dei massimi esponenti del cosiddetto "circolo scipionico". Ennio, Quinto (3) articoloLa sua posizione diviene subito di grande prestigio: egli è a capo del "collegium scribarum histrionumque", quell'"associazione fondata da Livio Andronico e che già dal 207 aveva un ruolo ufficiale nella vita religiosa e letteraria romana.
Nel 186 a.C., Ennio seguirà Marco Fulvio Nobiliore contro gli Etoli e assisterà alla conquista di Ambragia. L’intento era quello di narrare ed esaltare le sue imprese (usanza questa tipicamente greca)..
Nel 184 a.C. il figlio di Nobiliore, Quinto Fulvio, fondò la colonia di Pesaro e concesse ad Ennio delle terre e la cittadinanza. Con grande orgoglio, egli scriverà: "Nos summus Romani qui fumus ante Rudini". Nell'ultima parte della sua vita, infine, si dedicò completamente alla fatica degli "Annales". Morì, pare, di gotta, dopo aver sopportato serenamente la povertà e la vecchiaia.

Opere

Delle sue opere "minori", ricordiamo:
Tragedie: ci rimangono almeno 22 titoli (per soli 400 frammenti circa):
  1. tra queste, il ciclo troiano comprendeva i seguenti titoli: Achilles, Aiax, Alexander (era il soprannome dato a Paride fra i pastori), Hectoris lytra ("Il riscatto di Ettore"), Iphigenia, Hecuba, Andromacha aechmalotis ("Andromaca prigioniera di guerra"), Telamo e Telephus;
  2. aveva, inoltre, trattato leggende di origini diverse: Alcmeo, Andromeda, Athamas, Cresphontes, Erechtheus, Eumenides, Medea exul, Melanippa, Nemea, Phoenix e Thyestes, rassegna nella quale si riconoscono titoli (e senza dubbio i soggetti) ripresi da Euripide;

Praetextae: (tragedie, cioè, di ambientazione romana):

  1. l' "Ambracia", dedicata a Fulvio Nobiliore, conquistatore dell'omonima città;
  2. le "Sabinae", sulla nota leggenda del "ratto";

Commedie: in verità, in questo campo Ennio non ebbe molta fortuna, sia evidentemente perché il genere non gli era proprio congeniale, sia perché (forse più verosimilmente) doveva misurasi con l'enorme successo di Plauto; comunque ci rimangono 2 titoli (Caupuncula, "La ragazza dell'osteria" e Pancratiastes, "L'atleta del pancrazio", una disciplina ibrido tra pugilato e lotta) e un minimo numero di frammenti, tale da non consentire comunque un ponderato giudizio sulla sua produzione comica (ma invero, già gli antichi consideravano i suoi intrecci e la sua "vis comica" piuttosto mediocri);

3 operette di carattere filosofico, di cui ci rimane davvero molto poco:

  1. l’ "Epicharmus", in settenari trocaici;
  2. il "Protrèpticus", come recita il titolo, evidentemente un' "esortazione" alla filosofia o una raccolta di precetti morali, ancora in settenari trocaici;
  3. l’ "Heuhemerus", che tratta della relativa dottrina (per la quale, vd. oltre) in prosa;
  4. "Saturae", 4 libri in versi polimetri, di cui soltanto 70 conservati, probabilmente una miscellanea di filosofia e letteratura. A queste, secondo alcuni, apparterrebbe pure lo "Scipio", un "carmen" encomiastico dedicato a Scipione l’Africano, vincitore a Zama;

Alcuni epigrammi, praticamente perduti (la satira e l'epigramma sono due generi poetici che proprio Ennio deve aver introdotto comunque per primo nella letteratura latina);

Scritti di evasione

  1. un "Hediphagetica" (il "mangiar bene", poemetto gastronomico in esametri);
  2. il "Sota", raccolta di facezie in metro sotadeo [dal poeta Sotade, III sec. a.C.];

Il capolavoro: gli Annales

Tuttavia, la sua opera più importante, una delle pochissime scritte in età medio-repubblicana, è un poema epico di 18 libri e di circa 30000 versi (ce ne restano solo 600 ca), gli "Annales", titolo che indubbiamente si rifà agli "Annales Maximi", ossia alle registrazioni degli eventi secondo una scansione annuale. Gli ultimi 3 libri furono aggiunti successivamente dall'autore al piano originale, che ne prevedeva "solo" 15.

Ecco, in breve, di cosa parlano i libri di cui possiamo, in base ai frammenti, ricostruire la trama: I libro: Romolo contro Remo per la fondazione di Roma; II: altri re di Roma; III: passaggio dalla monarchia alla repubblica e guerra contro Pirro; VII: un secondo proemio, con dichiarazioni di "poetica" [ma vd. oltre]; VIII: guerre puniche, contro la Macedonia, la Siria e gli Etoli.

Considerazioni

Tragedie e commedie: come visto, Ennio compose molte sceneggiature sia drammatiche che comiche; fu, anzi, l'ultimo poeta latino a coltivare assieme commedia e tragedia. Nella produzione drammatica, in particolare, egli puntava sulla tensione stilistica dei suoi versi e sulla ricerca del "pathos". Il modello indiscusso era Euripide: la rielaborazione dei modelli classici permetteva di creare effetti di scena e di rafforzare gli elementi drammatici della rappresentazione. Un altro punto su cui Ennio fondava la propria forza era la partecipazione emotiva degli spettatori: le sue tragedia dovevano suscitare nel pubblico processi psicologici di forte identificazione con i personaggi.

Lo stesso rapporto con i modelli (e con quello preferito di Euripide) non è di semplice translitterazione: certo, si trovano esempi di traduzione letterale, ma accanto a questi abbondano altrettanti casi di "manipolazione", soprattutto di riduzione libera dell'originale, che egli praticò eliminando versi, pensieri, collegamenti, per sostituire come una sorta di riassunto della parte soppressa: si produsse anche nella "contaminatio", fondendo ed innestando parti e scene di tragedie diverse.

L'epica storica

Ennio, come Nevio, coltiva anche (anzi, soprattutto) l’epica storica; la poesia che cerca di creare è cioè poesia celebrativa di gesta eroiche: si rifaceva così sia ad Omero, sia alla più recente tradizione ellenistica. Scritta dopo la vittoria che pose fine alla II guerra punica, la sua opera epica tuttavia non è più mera opera "di combattimenti", ma soprattutto di meditazione sulla grandezza e sulla missione storica di Roma (apparteneva, insomma, alla generazione successiva a quella di Livio e di Nevio).

Ennio, Quinto (3) articolo

La storia di Roma è narrata senza stacchi e in ordine cronologico, privilegiando tuttavia alcuni periodi ad altri. Particolarmente sacrificata è, in questo senso, la I guerra punica, già trattata dal suo battistrada Nevio (che, quindi, a sua differenza, s’era limitato ad esaltare - della storia di Roma - un solo episodio). Anche dal punto di vista concettuale Ennio non fu totalmente equilibrato: si occupò maggiormente di avvenimenti legati, come dire, alla "politica estera" che di vita politica interna. Lo stesso tono tende progressivamente ad inaridirsi (forse anche in coincidenza al mutare del clima culturale-politico, ovvero col subentrare della politica filocatoniana all'entusiasmo imperialistico ed espansionistico degli Scipioni): esso viene sempre più a corrispondere al significato prosastico del titolo, al mito e alla "mistica" ispirazione dei canti iniziali subentra la "cronaca" degli ultimi, fino a profilarsi - l'opera tutta - come una sorta di "rapsodia nazionale" [F. Della Corte].

Altra differenza con Nevio è, infine, l’utilizzo dell’esametro dattilico, che da Ennio in poi diverrà tipico della poesia epica. Infine, innovativa fu anche la stessa raccolta della storia in libri, concepiti come unità narrative comprese in un’architettura complessiva.

Per tutte queste ragioni, Ennio è spesso - a buon diritto - considerato dai romani come il vero "padre" della loro letteratura (il che non mancò di provocare l'ironia soprattutto di Ovidio).

"Alter Omerus"

Ci è pervenuto l’inizio del poema degli "Annales", in cui Ennio non fa l’invocazione alle "Camene" romane, come fece ad es. Andronico, bensì alle muse greche (e questo è già indicativo…). Seguiva all’invocazione il proemio, con un sogno (nei proemi sono enunciate, in forma programmatica, le idee di poetica del nostro autore): l’anima di Omero apparsagli appunto in sogno gli illustra la dottrina pitagorica della metempsicosi (l'autore stesso era un adepto delle dottrine pitagoriche, che restavano vitali nei dintorni di Taranto e contavano seguaci nell'aristocrazia romana), secondo cui l’anima di Omero si era incarnata prima in un pavone e successivamente in Ennio stesso, l’ "alter Omerus" o Omero Romano.

L'ideologia

Grazie a Cicerone ci è pervenuto poi un frammento in cui è espressa l’ideologia dell’intera opera: "Moribus antiquis res stat Romana virisque" in cui si giustifica l’espansione romana sulla base della sua "virtus". I "mores" erano i grandi uomini antichi a cui si deve la potenza romana. Pur parlando di guerra, Ennio non esalta tuttavia la violenza, bensì la saggezza politica e la dedizione allo stato. Nella guerra fra Roma e Cartagine, ad es., Roma corrispondeva a pace e concordia e Cartagine a discordia e violenza: per tal ragione, quest'ultima era, sin dall'inizio, destinata a soccombere.

Così, l’autore tenta di fissare negli "Annales" non solo racconti di gesta, ma anche valori, insegnamenti, esempi di comportamento e modelli culturali. La visione del mondo che viene comunicata è, comunque, il trionfo dell'ideologia aristocratica del suo tempo, quella degli Scipioni, nel segno dei suoi più alti ideali: la "magnanimità" e la gloria.

La "filosofia"

Dunque, la poesia di Ennio è "nutrita di idee" [I. Lana] ed egli è certamente più filosofo che "teologo", insiste cioè di più sui valori strettamente umani. Due dei suoi poemi, l'"Epicharmus" e l'"Euhemerus", lo rivelano altresì occupato in speculazioni cosmogoniche e morali molto lontane dall'atteggiamento religioso tradizionale dei romani, e al contrario molto vicine al neopitagorismo proprio delle sue zone native. Nel secondo poema, in particolare, egli espone, con singolare congenialità, la dottrina di Evemero di Messina (III sec. a.C.), secondo il quale gli dèi e le dee del pantheon tradizionale altro non sono che re e principesse del tempo antico, divinizzati dopo la morte per i servizi resi all'umanità. Ciò consentiva naturalmente di esaltare maggiormente i condottieri romani, le cui imprese dominavano sempre più la storia umana (ma questa valorizzazione delle "personalità d'eccezione", tipicamente greca, doveva essere - secondo il nostro autore - opportunamente "corretta" e conciliata con la tradizione nazionale - "collettiva" - romana)

Lingua e stile

Infine, riguardo allo stile e al linguaggio, è da dire che Ennio è raffigurato come il primo poeta "filologo", elegante cultore della parola, l'unico capace di stare alla pari con la raffinata cultura greca. Nel già citato II proemio degli "Annales", egli - a riprova di ciò - sottolinea la sua distanza dal rozzo Nevio, che parlò di Saturno, e si autodefinisce "docti studiosus", esperto di lingua e arte (Ennio contesta anche Livio Andronico per l'uso dei versi saturni nella traduzione dell'Odissea: egli infatti riteneva questi versi adatti solamente alle divinità campestri).

In un passo in particolare, poi, consegnatoci da un lungo frammento, contenuto nel I libro degli "Annales", dove si racconta un sogno di Ilia (figlia di Enea e futura madre di Romolo e Remo), il nostro autore rivela anche uno stile profondamente profetico e drammatico, giocato con grande maestria..

Egli, infine, si può a buon diritto definire anche poeta "sperimentale" per l'immissione di numerosi grecismi nelle sue composizioni, nonché per l'uso abbastanza frequente e spregiudicato di pause sintattiche, allitterazioni e altre figure di suono, fin allora quasi del tutto sconosciute alla produzione letteraria latina.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le lingue che Ennio conosceva e come influenzarono la sua carriera?
  2. Ennio conosceva il latino, il greco e l'osco, e si vantava di possedere "tria corda" per questa conoscenza. Questa padronanza linguistica gli permise di integrarsi nella cultura romana e di diventare un importante esponente del "circolo scipionico".

  3. Qual è l'opera più importante di Ennio e quale ne è il tema principale?
  4. L'opera più importante di Ennio è il poema epico "Annales", che narra la storia di Roma in ordine cronologico, esaltando la grandezza e la missione storica di Roma attraverso gesta eroiche.

  5. In che modo Ennio si differenzia da Nevio nella sua produzione epica?
  6. Ennio si differenzia da Nevio utilizzando l'esametro dattilico e concependo la storia in libri come unità narrative. Inoltre, mentre Nevio si concentrava su un singolo episodio, Ennio narrava la storia di Roma senza stacchi, privilegiando alcuni periodi.

  7. Qual è l'ideologia espressa negli "Annales" di Ennio?
  8. L'ideologia degli "Annales" giustifica l'espansione romana sulla base della "virtus" e dei "mores" degli antichi uomini romani, esaltando la saggezza politica e la dedizione allo stato piuttosto che la violenza.

  9. Come viene descritto lo stile e il linguaggio di Ennio?
  10. Ennio è descritto come il primo poeta "filologo", elegante cultore della parola, capace di competere con la cultura greca. È considerato un poeta "sperimentale" per l'uso di grecismi e figure di suono, e per il suo stile profetico e drammatico.

Domande e risposte