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Plauto (250 a.C. – 184 a.C.)

È il primo autore della letteratura latina di cui abbiamo opere intere.

Per le sue capacità fantastiche ed espressive lo riconosciamo come uno dei più grandi geni comici di

tutti i tempi.

Biografia:

Sappiamo poche cose di Plauto come persona storica, anche il nome è in dubbio, si suppone che

prima si facesse chiamare Maccio e poi successivamente Plauto, che sarebbe un soprannome

scherzoso e significherebbe “dai piedi piatti” oppure “dalle orecchie lunghe e penzoloni”.

Sappiamo che nacque qualche anno prima del 250 a.C. a Sàrsina, città a quei tempi in Umbria oggi

in Romagna, e che morì nel 184 a.C.

Contemporaneo a Nevio.

Scrisse e portò sulle scene le sue commedie a partire dalla seconda guerra punica (218 – 201 a.C.).

“Pseudolus” del 191, “Stichus” del 200, le altre opere sono datate secondo gli avvenimenti storici.

Titoli e trame commedie:

Le commedie di Plauto, a lui attribuite, sono 21; ce ne restano 20, di una, la “Vidularia”, solo pochi

frammenti e altre non complete del tutto.

Le trame plautine sono quelle tipiche della commedia nuova greca: abbastanza articolate e

complesse, ma anche ripetitivi e non sempre coerenti (ad es. un personaggio che è in due posti,

sono importanti la battuta e i colpi di scena e non la storia).

Tema presente nella maggior parte delle commedie:

- Giovane innamorato di una cortigiana e ostacolato nel suo amore da problemi sociali o

economici (come la mancanza di denaro o l’opposizione della famiglia di lui o di lei al

matrimonio).

Personaggio principale è appunto il giovane, sostenuto dagli aiutanti: un giovane amico, un vecchio

comprensivo o di solito un servo fedele e astuto, talmente importante da essere quasi il

protagonista.

La trama consiste di solito in una serie di inganni e finzioni messi in opera dal servo per raggirare e

truffare gli antagonisti dell’innamorato.

Gli antagonisti sono il padre avaro e severo, il lenone arrogante e cinico, il soldato ricco e borioso,

prepotente e stupido e quindi bersaglio ideale del servus callidus.

Nel lieto fine, elemento strutturale del genere comico e quindi sempre presente, il giovane e i suoi

aiutanti hanno la meglio sugli antagonisti e l’adulescens realizza i suoi desideri amorosi

(conquistando la cortigiana o sposandosi con una ragazza libera, grazie al “riconoscimento”).

Il riconoscimento è un topos molto frequente, per cui una ragazza in mano ad un lenone e che sta

per diventare una cortigiana, o una ragazza povera e senza dote, si scopre inaspettatamente che è

libera e di buona famiglia, perduta e rapita da bambina e così risulta perfetta per il giovane e lui per

lei.

Opere:

“Amphitruo” (Anfitrione)

Tragicommedia, poiché ha protagonisti dei e personaggi del mito.

Giove innamorato di Alcmena, assume le sembianze del marito Anfitrione, si accoppia con lei

(nascerà Ercole). Comicità causata dagli scambi di persona anche fra Mercurio che prende l’aspetto

di Sosia, servo di Anfitrione.

“Asinaria” (La commedia degli asini)

Giovane innamorato di una cortigiana, riesce a possederla grazie al denaro, ricavato dalla vendita di

asini, con l’aiuto dei servi e del padre, che vorrebbe approfittare anche lui della ragazza; il vecchio

viene scoperto, malmenato e umiliato dalla moglie.

“Aulularia” (La commedia delle pentole)

Vecchio Euclione (avaro per eccellenza, modella per gli avari successivi) ha trovato una pentola

d’ora e vive con la paura che gli venga rubata. Gliela ruba un servo di un giovane innamorato della

figlia del vecchio, già promessa in moglie a un vecchio vicina, Megadoro. Non ci è arrivata la parte

finale della commedia.

“Bacchides” (Le Bacchidi)

Due sorelle cortigiane (che danno il titolo alla commedia) diventano amanti di due giovani grazie al

denaro del padre di uno dei due rubato dal servo scaltro, Crisalo.

Alla fine anche i due padri si fanno sedurre e festeggiano insieme con i figli.

“Captivi” (I prigionieri)

Un padre, Egione, vuole che gli venga restituito il figlio, catturato in guerra, scambiandolo con due

nemici, servo e padrone. Il padre ingannato tiene solo il servo che si è finto il padrone e lascia libero

il vero padrone, Tindaro, che per gratitudine torna a liberare il servo e consegna il figlio di Egione.

Alla fine Tindaro viene riconosciuto come un altro figlio di Egione, rapito da bambino.

Commedia diversa dalle altre, l’unica senza vicende amorose, in risalto più la morale che la

comicità, esalta l’amicizia, la lealtà e la generosità.

“Casina” (Càsina)

Sia un vecchio che il figlio vorrebbero Casina, una trovatella; il vecchio tenta di farla sposare al

proprio fattore, che poi gliel’avrebbe messa a disposizione; ma invece viene ingannato e

sbeffeggiato dalla moglie e un’amica che fanno travestire uno scudiero da sposa. Casina sarà libera

e si potrà sposare con il figlio.

“Cistellaria” (La commedia della cestella)

Una giovane allevata da una cortigiana, che rischia di seguire la sua stessa strada, viene riconosciuta

libera grazie ai ninnoli che chi l’aveva esposta da neonata e conservati in una cestella.

Alla fine può sposare il giovane innamorato di lei, che il padre voleva far sposare un’altra ragazza.

“Curculio” (Gorgoglione o Pidocchio: parassita del grano)

Un giovane riesce, con l’aiuto di uno scaltro parassita, a sottrarre la ragazza di cui è innamorato al

lenone che la possiede e al soldato a cui era promessa; alla fine la ragazza è riconosciuta libera, si

scopre che è sorella del soldato e quindi si può sposare con il giovane.

“Epidicus” (Epìdico)

Intricato. Epidico, servo di Perifane, con inganni cerca di prendere dei soldi dal padrone di cui ha

bisogno il figlio del padrone per liberare due cortigiane di cui si è successivamente innamorato.

Alla fine una delle due si scopre figlia di Perifane e quindi il servo viene premiato con la libertà.

“Menaechmi” (I Menecmi)

Il giovane Menecmo va alla ricerca del fratello gemello perdutosi da bambino, giunge nella città in

cui abita. Prima che i due si incontrino ci sono equivoci sullo scambio dei due fratelli, uguali sia di

aspetto che di nome.

“Mercator” (Il mercante)

Un padre diventa rivale del figlio per l’amore di una cortigiana. Il vecchio è aiutato da un amico che

finge di voler comperare la ragazza per sé, ma in seguito all’intervento della moglie dell’amico, il

vecchio viene svergognato e il figlio, con l’aiuto a sua volta di un amico, rientra in possesso della

ragazza.

“Miles Gloriosus” (Il soldato fanfarone)

Un giovane, innamorato di una cortigiana, riesce a sottrarla a un soldato con l’aiuto di un servo

scaltro e di un simpatico vecchio scapolo. Il soldato viene ingannato e alla fine anche bastonato.

“Mostellaria” (La commedia del fantasma)

Ritorna improvvisamente il padre mentre il figlio gozzovigliava con la cortigiana Filemazio,

comprata ad usura, e degli amici. Un servo lo riesce a tener fuori casa facendogli credere che in casa

ci sia un fantasma e che i soldi dell’usurai erano per una seconda casa. Alla fine si scopre la verità

ma il figlio e il servo vengono perdonati.

“Persa” (Il persiano)

Anche qui c’è un giovane innamorato di una cortigiana che la sottrae ad un lenone, a differenza che

il giovane innamorato è un servo. Egli viene aiutato da un altro servo, che si traveste da persiano per

vendere la figlia di un parassita, anch’egli complice della truffa.

“Poenulus” (Il piccolo cartaginese)

Un giovane ama una ragazza, rapita da bambina con la sorella e venduta ad un lenone. Lo schiavo

del giovane organizza una trappola giudiziara contro il lenone, le ragazze sono riconosciute libere;

arriva infatti il padre che si rivela persino lo zio del giovane innamorato.

“Pseudolus” (Pseudopo, cioè “il bugiardo”, “nome parlante” dello schiavo protagonista)

Un giovane, Calidoro, ama una cortigiana che il lenone Ballione ha promesso a un soldato dietro il

versamento di una caparra. Il servo Pseudolo inganna sia il lenone, sia il soldato, sia il vecchio

padrone, padre del giovane innamorato. Alla fine Ballione è sbeffeggiato, mentre il servo fa

baldoria con Calidoro e si riconcilia con il vecchio padrone.

“Rudens” (La gomena)

Una ragazza, rapita da bambina, è nelle mani di un lenone, che dopo averla promessa per del denaro

ad un giovane innamorato di lei, si imbarca di nascosto per portarla via; ma una tempesta lo fa

naufragare nei pressi in cui abita il padre della ragazza. In un bauletto ripescato da un servo con una

gomena ci sono i ninnoli della figlia bambina, che aiutano il riconoscimento; così i due giovani

possono sposarsi.

Unica commedia che non si svolge in città ma in spiaggia presso Cirene.

“Stichus” (Stico)

Due sorelle hanno sposato due fratelli, da tre anni lontani per affari; il padre delle due donne cerca

invano di convincerle a lasciare i mariti. Ma questi ritornano dopo aver fatto fortuna e rendono

felici le mogli e il suocero. Si conclude con la baldoria dei servi.

“Trinummus” (Le tre monete)

Il vecchio Callicle viene incaricato dall’amico di sorvegliarne il figlio Lesbonico, un giovane

scapestrato che vende i beni del padre, perfino la casa; essa è comprata dallo stesso Callicle, che

vuole conservare per l’amico il tesoro nascosto nella casa all’insaputa del giovane. Userà del denaro

prelevato dal tesoro, fingendo che sia stato invitato dall’amico (usando un finto messaggio), come

dote per la sorella di Lesbonico, per farla sposare con un giovane innamorato di ottima famiglia. La

vicenda si conclude con un duplice matrimonio, Lesbonico sposerà la figlia di Callicle.

“Truculentes” (Il tanghero, “nome parlante” di uno schiavo di campagna)

Una scaltra cortigiana sfrutta contemporaneamente tre amanti, facendo anche credere a uno di loro,

un soldato, di aver avuto un figlio da lui. Il raggiro viene scoperto e uno degli altri due giovani

sposerà la vera madre del bambino, una ragazza libera che aveva sedotto.

LE COMMEDIE DEL SERVUS CALLIDUS

Nello “Pseudolus”, nelle “Bacchides”, nella “Mostellaria” e nel “Miles gloriosus”, la struttura

fondamentale della trama è la stessa: gli antagonisti sono di volta in volta il padre, il lenone, il

soldato; i giovani, pur scapestrati, raggiungono il loro scopo (la conquista ella donna amata) e sono

perdonati dai padri che nel lieto fine si riconciliano anche con i servi bugiardi, mentre gli

antagonisti vengono derisi e sbeffeggiati: il soldato, ma soprattutto il lenone, su cui si scarica anche

l’aggressività del pubblico, oltre quella dei protagonisti.

Ma il vero protagonista delle commedie che abbiamo citato è il servo: il servus callidus, che nella

vicenda svolge il ruolo di aiutante del giovane innamorato, è in realtà l’eroe comico su cui si

concentrano l’attenzione e la simpatia dell’autore e del pubblico. È un abilissimo orditore di

inganni, ma anche intelligente, spavaldo, sfacciato, furbo, sicuro di sé, sempre pronto a prendersi

gioco degli amici e degli avversari inventando battute, spiritosaggini, giochi di parole.

Risultano divertenti anche gli antagonisti, come il miles gloriosus o il Ballione dello Pseudolus, per

l’esagerazione grottesca della spudoratezza e della ribalderia proprie del lenone.

LA COMMEDIA DI CARATTERE, LA BEFFA, LA COMEDIA DEGLI EQUIVOCI

Nella ”Aulularia” è presente il consueto amore ostacolato che alla fine si realizza felicemente e non

mancano gli inganni del servo. Tuttavia in questo caso ha spazio maggiore la figura del vecchio,

l’avaro (a cui si ispirerà Moliere), tanto che quest’opera viene indicata come il prototipo della

“commedia dell’arte”, incentrata sulla descrizione psicologica.

Euclione fa scaturire la comicità per l’accentuazione iperbolica del difetto del suo personaggio, cioè

vedere ovunque indizi sull’essere derubato del suo tesoro. Tuttavia il pubblico riconosce anche

atteggiamenti (l’attaccamento al denaro, la paura della povertà, la diffidenza verso gli estranei)

propria di tutti gli uomini; per questo il personaggio dell’avaro, pur essendo esagerato, ci appare

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