Concetti Chiave
- Giove assume le sembianze di Anfitrione per avvicinarsi ad Alcmèna, creando un inganno che si svela drammaticamente.
- Mercurio, sotto le sembianze di Sosia, ostacola il vero Sosia e Anfitrione, aumentando la confusione sull'identità.
- L'intrigo si complica quando Alcmèna accoglie freddamente il vero Anfitrione, credendo di aver passato la notte con lui.
- La trama si risolve con l'apparizione di Giove, che spiega l'inganno e rivela la nascita di due gemelli, uno dei quali è suo figlio.
- La commedia di Plauto mescola elementi comici e tragici, esplorando temi di identità, inganno e riconoscimento.
Anfitrione, generale di Creonte, re di Tebe, dopo aver sposato Alcmèna, figlia del re Elettriòne, ha lasciato la città per combattere i Telèboi, un popolo mitico dalla fama remota. Nel frattempo Giove si è innamorato di Alcmèna e per potersi avvicinare a lei senza suscitare sospetti assume le sembianze di Anfitrione, suo legittimo sposo che intanto tornava trionfante dopo aver vinto i nemici ed aver ucciso con le proprie mani il re nemico Ptèrela. Così Giove passa con Alcmèna una lunga notte d’amore, prolungata magicamente per allungarne le gioie. Mercurio che ha assunto l’aspetto del fidato servo di Anfitruo, Sosia, fa la guardi fuori dal palazzo. Quando il vero Sosia, servo di Anfitrione, giunge, per ordine del suo signore, alle porte del palazzo dove vive Alcmèna trova Mercurio, con le sue sembianze, che gli impedisce di entrare giungendo addirittura a picchiarlo. Sosia confuso dall’aver visto un altro se stesso si smarrisce nell’insicurezza e nel dubbio di chi sia egli in realtà. Giunta al termine la lunga notte d’amore, Giove deve lasciar Alcmèna poichè sta giungendo Afrodite e lei, in quanto dea, non può esser scacciata come si era fatto con Sosia. Sosia, tornato da Anfitrione, spiega l’accaduto al suo “padrone” il quale però, al sentir parlare di un altro “Sosia” crede che il suo servo lo stia canzonando o che durante il tragitto si sia ubriacato. Così, incredulo dei discorsi apparentemente insensati del servo, e adirato con questo, torna alla sua dimora dove Alcmèna, la sua sposa, che ha appena salutato Giove-Anfitrione, lo accoglie con freddezza. Anfitrione grandemente sbalordito da ciò chiede spiegazioni alla moglie la quale risponde di aver appena passato con lui l’intera nottata. Il marito è travolto da un groviglio di vari sentimenti: dolore, sospetto, sconforto, ira, tormento e stupore lo invadono. E così, pensando che la moglie sia o posseduta o impazzita si reca da Nàucrate, suo compagno di battaglia, per aver conferma di come egli stesso avesse trascorso la notte. Nel mentre stesso Giove decide di riprender le spoglie di Anfitrione per scusarsi con Alcmèna al posto del vero Anfitrione che aveva accusato la moglie di tradimento. Ella prova risentimento poiché non sa di aver commesso un adulterio involontario. Riappacificatosi con Alcmèna sotto le false spoglie del marito, Giove chiede nuovamente aiuto a Mercurio per tenere Anfitrione lontano da casa per poter di nuovo godere della compagnia di Alcmèna. Così Mercurio, nuovamente sotto le sembianze di Sosia, impedisce al vero Anfitrione di entrare nella reggia apostrofandolo duramente. Anfitrione riuscito finalmente a rientrare in casa minaccia di uccidere chiunque gli si pari davanti. Improvvisamente dal cielo cade un fulmine di Giove che lo colpisce in pieno e l’eroe resta privo d sensi in terra. Quando si ridesta lo soccorre una serva chiamata Bromia la quale è ancora agitata e spaventata dal fragore del tuono che ha accompagnato il fulmine. Ella racconta al padrone che Alcmèna ha partorito due gemelli aiutata da Giove e quindi ella gli era rimasta fedele e uno dei due neonati era figlio di Giove. Ciò è testimoniato dal fatto che ai piedi della culla spuntano due serpenti che sono uccisi a mani nude dal figli di Giove. Il capo stesso degli dei finalmente si mostra innanzi ad Anfitrione e gli spiega l’intrigo. Anfitrione risulta infine contento del fatto che il fratello del suo legittimo figlio sia ilfrutto di una divinità potente come Giove.
Commento
Questa tragicommedia di Plauto riprende il tema della farsa coniugale ampiamente utilizzato nella commedia latina. È un misto perfetto di avvenimeti piccanti e buffi con anche il tema dell’identità personale, affrontato con vari scambi di persona, di dubbi, di riconoscimenti improvvisi e dialoghi serrati al limite tra il comico e il tragico, che rendono ancor più movimentata la vicenda. A parer mio Plauto ha volontariamente unito i lati giocosi e scherzosi della commedi a quelli della tragedia con personaggi mitici e argomenti seri per dare un certo brio in più alla storia, per darle un carattere eccezionale.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale della tragicommedia "Amphitruo" di Plauto?
- Come Giove riesce ad avvicinarsi ad Alcmèna senza destare sospetti?
- Qual è il ruolo di Mercurio nella vicenda?
- Come reagisce Anfitrione quando scopre che Alcmèna ha passato la notte con un altro "lui"?
- Qual è la conclusione della storia per Anfitrione?
Il tema principale è la farsa coniugale, con elementi di identità personale e scambi di persona, che mescolano il comico e il tragico.
Giove assume le sembianze di Anfitrione, il legittimo sposo di Alcmèna, per trascorrere una notte d'amore con lei.
Mercurio assume l'aspetto del servo Sosia per aiutare Giove, impedendo al vero Sosia e ad Anfitrione di entrare nel palazzo.
Anfitrione è travolto da sentimenti di dolore, sospetto, sconforto, ira, tormento e stupore, pensando che la moglie sia posseduta o impazzita.
Anfitrione è contento di sapere che uno dei gemelli nati da Alcmèna è figlio di Giove, una divinità potente, e accetta l'intrigo spiegato da Giove stesso.