Concetti Chiave
- Cassio e Casca, temendo che Cesare trasformi la Repubblica in una Monarchia, organizzano una congiura coinvolgendo Bruto, che è riluttante a causa del suo affetto per Cesare.
- Nonostante gli avvertimenti premonitori, Cesare ignora i consigli della moglie Calpurnia e si reca in Campidoglio dove viene assassinato dai congiurati.
- Marco Antonio, con un discorso abile e manipolatore, riesce a ribaltare l'opinione pubblica contro i cospiratori, nonostante il tentativo di Bruto di giustificare l'assassinio.
- Dopo l'assassinio, tensioni e accuse sorgono tra Bruto e Cassio, ma si riconciliano per combattere Marco Antonio e Ottavio, portando a una serie di battaglie e suicidi.
- L'opera solleva un dibattito critico su chi sia il vero protagonista, suggerendo che il cesarismo e l'idea repubblicana siano i veri antagonisti della narrazione.
Giulio Cesare: riassunto e nota critica
Cassio e Casca temono che le ambizioni di Giulio Cesare siano di danno alla libertà romana e che la Repubblica sia trasformata in Monarchia: per questo organizzano una congiura contro di lui. Per raggiungere l’obiettivo, essi persuadono Bruto a partecipare al complotto; tuttavia quest’ultimo manifesta una certa riluttanza per ciò che deve fare perché se da un lato odia le mire di Cesare, dall’altro ama la persona di Cesare, fra l’altro presunto figlio illegittimo del grande condottiero. La moglie Porzia vorrebbe essere messa al corrente di quanto si sta tramando, ma Bruto si schermisce e non rivela nessun segreto. Nel frattempo Calpurnia, la moglie di Cesare, ha fatto un sogno premonitore per cui essa scongiura il marito di non recarsi in Campidoglio nel giorno delle vidi di marzo; Cesare non le dà ascolto e li lascia convincere da Decio, uno dei congiurati. Vengono fatti altri tentativi per impedire che Cesare si rechi in Campidoglio fra cui quello del sofista Artemidoro. Arrivato in Senato, uno dei congiurati, Metello Cimbro, gli si avvicina con l’intento di presentargli una supplica; in realtà si tratta di un segnale convenuto e Cesare viene assassinato.I congiurati fanno gridare per la città la frase “Libertà e indipendenza” nella speranza di avere tutto il popolo dalla loro parte. Questo tentativo, però, non riesce perché Antonio, dopo aver ottenuto da Bruto il permesso di pronunciare un’orazione funebre sul corpo di Cesare, in realtà solleva il popolo con un discorso molto abile che tocca sul vivo il sentimento popolare, mentre il discorso di Bruto, molto astratto, lascia la massa popolare nella più assoluta indifferenza. L’assassinio di Cesare ha colto di sorpresa il popolo ed ha creato in esso timore e inquietudine. Bruto durante il rito funebre, cercano di giustificare le motivazioni della congiura. Egli sa così bene usare la parola, tanto da convincere il popolo romano a condividere l’assassinio. Ne deriva che Antonio e i suoi alleati si vengono a trovare in una posizione di svantaggio, ma l’abile discorso di Antonio ribalta la situazione. Infatti, durante il monologo, Antonio non parla mai in maniera negativa dei suoi avversari, anzi li definisce anche “uomini d’onore”. In pratica parla al popolo come se fosse super partes, espone i fatti e basta, ciò che Cesare ha fatto per il popolo rimano e che per questo era amato. È un tipo di retorica manipolatrice. E quando Marco Antonio parla del testamento con cui Cesare indica eredi i cittadini romani, il popolo è già dalla sua parte, pronto a combattere al suo fianco contro i cospiratori.
Pertanto, il popolo insorto costringe i congiurati a fuggire; si forma così il governo dei triumviri (Antonio, Ottavio e Lepido) che si muovono contro l’esercito di Bruto e Cassio. Dopo l’uccisione di Cesare i rapporti fra questi ultimi due diventano piuttosto tesi perché Bruto accusa di Cassio di regicidio e di aver agito per denaro. Si tratta di una scena detta “half-sword parlery” che i contemporanei di Shakespeare ammiravano molto. In seguito, Bruto dà a Cassio la notizia della morte della moglie Porzia e i due si riconciliano e si preparano a combattere la guerra contro Marco Antonio e Ottaviano, figlio adottivo di Cesare. Lo spettro di Cesare di Cesare appare a Bruto e nella piana di Filippi, quest’ultimo ha il sopravvento sulle forze di Ottavio, mentre Cassio è battuto da Antonio. Credendo che anche che anche Bruto sia stato sconfitto, Cassio si uccide e il suo fedele Titinio ne segue l’esempio. Nella seconda battaglia, preso da sconforto per la morte di Cassio, anche Bruto viene sconfitto e anch’esso si suicida.
Questa opera presenta un importante problema di interpretazione. Molti critici, basandosi sul fatto che la morte di Cesare avviene all’inizio della tragedia, negano che esso sia il protagonista e sostengono che tale qualità spetti a Bruto. D’altra parte essi riconoscono che lo spirito di Cesare domina tutta l’opera e il suo nome è sulle labbra di Cassio e di Bruto nel momento stesso in cui essi si uccidono. A prima vista può sembrare che il vero protagonista sia Bruto; tuttavia egli, nel primo atto, ha una posizione secondaria rispetto a Cassio e nel terzo la sua personalità è offuscata da quella di Antonio; soltanto negli ultimi due egli acquista una funzione drammatica di primo piano. Qualche critico risolve la questione sostenendo che il vero protagonista il cesarismo il cui antagonista sarebbe l’idea repubblicana impersonata dai difensori della libertà dell’antica Roma. La tragedia ha un ritmo molto incalzante che si snoda secondo la formula della tragedia della vendetta. Per questo motivo, essa può essere divisa in due parti: la prima parte culmina con la morte di Cesare e le seconda con il suicidio degli uccisori di Cesare. Nel mezzo, possiamo collocare la riunione dei triumviri che osservano la tragicità dei fatti con lo scopo di poterne trarre un qualche vantaggio politico. L’elemento comico è pressoché inesistente se non l’episodio del destino del poeta Cinna, ucciso per sbaglio dalla folla o nella stupidaggine della massa che viene facilmente conquistata dalla retorica manipolatrice di Antonio.
Domande da interrogazione
- Qual è il motivo principale della congiura contro Giulio Cesare?
- Come reagisce il popolo all'assassinio di Cesare?
- Qual è il ruolo di Bruto nella congiura e come si evolve il suo personaggio?
- Qual è l'effetto del discorso di Antonio sul popolo romano?
- Chi è considerato il vero protagonista della tragedia secondo alcuni critici?
Cassio e Casca temono che le ambizioni di Cesare possano trasformare la Repubblica in una Monarchia, minacciando la libertà romana.
Il popolo è inizialmente sorpreso e inquieto, ma viene manipolato dal discorso abile di Antonio, che riesce a sollevarlo contro i cospiratori.
Bruto è riluttante a partecipare alla congiura, ma viene persuaso. Inizialmente in secondo piano, il suo ruolo diventa centrale negli atti finali, culminando nel suo suicidio.
Il discorso di Antonio, pur non attaccando direttamente i cospiratori, manipola il popolo, facendolo schierare contro di loro e a favore di Cesare.
Alcuni critici ritengono che il vero protagonista sia il "cesarismo", con l'antagonista rappresentato dall'idea repubblicana difesa dai cospiratori.