La produzione storiografica dell’Ellenismo è andata quasi del tutto perduta, essenzialmente perché:
1) I compilatori di storiografia che giunsero in epoca romana soppiantarono quelli più antichi;
2) E’ sempre stata usanza comune sopravvalutare le opere classiche a scapito di quelle ellenistiche.
E’ possibile affermare che, dopo Tucidide, la storiografia greca subì delle trasformazioni: si continuò infatti a ritenere che la storia dovesse costituire un’indagine razionale dei fatti, ma in seguito, sotto l’influenza delle scuole peripatetica ed isocratea, cominciarono le prime preoccupazioni eticherelative alla storia.
Ne derivò dunque l’abbandono del dibattito sulle grandi leggi della storia, ed essa divenne progressivamente una serie di aneddoti ed avvenimenti, in cui si esaltavano le virtù e si contestavano i vizi. Essa si trasformò quindi pian piano in una sorta di sfoggio di retorica.
Con Eforo e Teopompo, discepoli di Isocrate, cominciò la "storia retorica".
Duride di Samo li accusò di non curarsi né dei fatti né del diletto del lettore.
Da qui nacque la "storia drammatica", che descriveva le gesta gloriose ed il destino dei popoli usando spesso degli elementi fantastici.
Le opere più importanti di questa nuova storiografia si concentrano attorno alla figura di Alessandro Magno. Egli aveva avuto una vita avventurosa, aveva visto gli splendori dell’oriente e aveva sognato la fusione dei popoli greci e barbari. Non meraviglia dunque che questo personaggio sia stato capace di colpire l’immaginazione e suscitare l’interessa di un così grande numero di scrittori della sua epoca e di quella immediatamente successiva.
Tra questi, vi è sia chi lo loda sia chi lo rimprovera per i suoi vizi.
Uno di questi storici dell’epoca alessandrina fu anche Tolomeo, condottiero di Alessandro e re d’Egitto. Egli fu sempre uno storico molto obiettivo e scrupoloso, come dimostra il fatto che smentì sempre la voce, che per lui sarebbe stata invece onorifica, secondo cui gli sarebbe stato dato il titolo di Soter perché aveva salvato la vita ad Alessandro.
Romanzesca fu invece l’opera di Callistene Gesta di Alessandro, piena di adulazione. Si pensa che l’opera sia stata arricchita successivamente e che sia stata poi di ispirazione per l’opera Romanzo di Alessandro.
Altri storici furono definiti esotici perché ambientavano le storie in posti arcani o meravigliosi.
Tra questi ricordiamo Ecateo e Berosso.
Più seria e documentata fu invece l’opera di Timeo (a questo Polibio – a giudizio di molti non giustamente- rimproverò di non saper niente dell’arte militare e di contraffare i discorsi).
La storiografia “fantastica” raggiunge però il culmine con Evemero, che narrò di un suo viaggio fantastico nelle isole dell’Oceano Indiano, dove viveva un popolo felice. L’opera si intitola Iscrizione sacra, poiché trae spunto da una stele lì rinvenuta e narrante la storia di Urano e dei suoi discendenti. Evemero ipotizza dunque che questi – i discendenti di Urano- altro non fossero che gli abitanti dell’isola e che, lodati per il loro governo, furono in seguito divinizzati. Questa sua interpretazione del mito fece guadagnare ad Evemero la fama di prosecutore del razionalismo, sebbene probabilmente il suo intento fosse invece quello di dar vita ad una “utopia geografica”.