La lirica eolica
Tra la fine del VII secolo e l’inizio del VI Lesbo fu sede di una brillante e raffinata civiltà, la cui espressione principale è per noi rappresentata da due figure di spicco fra i poeti della Grecia arcaica, Saffo e Alceo. Le loro composizioni erano concepite per essere cantate da loro stessi, accompagnati dalla lira; si trattava cioè di una lirica monodica, ad una sola voce. La poesia di questi due autori e una poesia molica, ovvero cantata. Alceo e saffo però non sono gli unici rappresentanti di questo periodo, infatti vi furono anche Terpandro e Azione. Lesbo era la sede di una specifica tradizione poetica che impiegava il linguaggio locale, ossia il dialetto eolico.
La metrica impiegata da Alceo e Saffo fu diversa rispetto a quella delle altre esperienze letterarie contemporanee: si fondava infatti sul principio dell' isosillabismo, la presenza dello stesso numero di sillabe all'interno di strofe o versi (al contrario dell' esametro virgola che si fonda sull’isocronia). L'ambiente in cui i poeti operarono fu quello aristocratico. Le loro poesie nascono appunto dal bisogno di rispondere a questi mondi esclusivi: Saffo componeva per le feste dall'ambiente femminile cui apparteneva, e componeva anche per committenza; il pubblico di Alceo invece era formato da compagni impiegati nella lotta politica riuniti in banchetto.
La società di Lesbo gravitava in quell’epoca intorno all’evoluto ambiente medio orientale, e nonostante l'isola fosse piccola, non fu un ambiente provinciale e chiuso, ma rappresentava uno degli ambienti più evoluti della Grecia. Pur essendo contemporanei le tematiche delle poesie di Saffo e Alceo divergono: Saffo poetessa d'amore , Alceo poeta politico e civile; Saffo non fa cenno ad Alceo, mentre lui indirizza alla poetessa un solo verso pieno di rispettosa adulazione.