ana_mar_1000
Ominide
7 min. di lettura
Vota 4 / 5

Indice

  1. L’oratoria
  2. Isocrate
  3. Lisia
  4. Demostene

L’oratoria

L’intensa attività politica richiedeva un’ottima abilità dialettica ed è per questo che si afferma l’arte retorica, il saper convincere un pubblico con argomenti solidi e razionali. Quest’arte nacque in Sicilia dai cosiddetti sofisti.
Generi di oratoria:
    Politica - in assemblea, argomenti di pubblico interesse
    Giudiziaria - in tribunale, imputato aiutato da un logografo
    Epidittica - per l’intrattenimento del pubblico
Conosce particolare sviluppo ad Atene grazie alla libertà di parola concessa. I migliori oratori sono Lisia, Isocrate e Demostene, che favoriscono fonti per la ricostruzione di storia ed usi ateniesi.

Isocrate

Fondò ad Atene una celebre scuola di retorica. L’orazione Contro i sofisti intende educare la gioventù ateniese ai valori morali (giustizia e virtù) trasmissibili attraverso il logos, la “parola convincente, ben strutturata”. Questo percorso forma non solo il buon oratore, ma anche il buon cittadino. Il valore del suo insegnamento è trattato nella sua autobiografia idealizzata, l’Antidosis.
Il corpus delle sue orazioni ha prevalenza del genere epidittico ed alcune non furono mai pronunciate, ma erano destinate alla sola lettura.
Politicamente Isocrate propone un progetto di guerra contro i Persiani, come evidenziato nel Panegirico. Il suo progetto era utopico e conservatore, idealizza il passato ed elogia l’Atene di un tempo in Sulla pace.
Ha una scrittura piana ma ricercata, con isocolia, parallelismi e antitesi.

Lisia

Nacque ad Atene intorno al 445 a.C. Suo padre era un ricco fabbricante di armi trasferitosi ad Atene da Siracusa su invito di Pericle. Ad Atene la sua famiglia era entrata in rapporto con le personalità più rilevanti della città. Decise di mettere a profitto la sua educazione retorica facendo il logografo e ricavò grandi soddisfazioni.
Vi sono 425 orazioni di Lisia, ma se ne conservano soltanto 34. Si tratta in gran parte di discorsi giudiziari scritti per clienti. Fanno eccezione l’orazione Olimpica, tenuta in occasione dei Giochi Olimpici e l’Epitafio per i caduti in guerra a Corinto. Anche l’orazione Contro Eratostene che mise a morte il fratello di Lisia e Contro Agorato, che aveva causato la rovina di molti cittadini.
Nelle altre orazioni tratteggia brillantemente i personaggi e discute con competenza dei più svariati casi giudiziari. Il suo capolavoro è forse Per l’uccisione di Eratostene, in difesa di un marito che aveva ucciso un uomo colto in flagrante adulterio con la moglie.
Poiché l’arringa in tribunale doveva essere pronunciata dall’interessato, il logografo doveva presentare la causa secondo il punto di vista più favorevole e far coincidere lo stile dell’argomentare con la personalità del cliente, ma in questo Lisia eccelle. I suoi discorsi rappresentano una preziosa fonte d’informazioni sia per la storia del diritto che per quella del costume. Dal punto di vista letterario, porta la prosa attica alla sua maturità, con un linguaggio essenziale, terso, frasi concise e chiare, argomentazioni solide, giuridicamente fondate; breve senza secchezza, elegante senza monotonia riuscendo in una grazia stilistica come poche.

Demostene

Nacque nel 384 a.C., figlio di uno dei più facoltosi cittadini di Atene, proprietario di laboratorio di armi e mobili. Quando il padre morì, fu assegnato al cugino Afobo, presto chiamato a giudizio per aver sperperato gran parte del patrimonio affidatogli. Demostene riuscì a recuperare gran parte del patrimonio, grazie anche al sostegno di un logografo specializzato. Dopo un intenso tirocinio oratorio, molto presto si impegnò nella vita politica e nel 359 a.C. pronunciò il discorso Sulla corona trierarchica per la prima volta come oratore davanti all’assemblea. Praticò con successo l’attività di logografo per cause private e diventerà l’oratore politico per eccellenza.
Clima storico: Filippo II, re macedone, si presentò come “protettore” delle città greche di confine e in pochi anni ottenne il controlla sulla Grecia settentrionale, riuscendo ad espandere la propria egemonia a spese di Atene, Tebe e Sparta.
Tappe: -Pace di Filocrate, il quadro politico e militare dell’intera Grecia cambia e trova un suo equilibrio, con soddisfazione di Filippo, la Grecia dovrà rassegnarsi, poiché otteneva il suo riconoscimento politico.
-Morte di Filippo, il figlio Alessandro represse duramente, ardendo al suolo Tebe, il tentativo di ribellione dei Greci. Demostene rimase coinvolto in uno scandalo di grande risonanza: Arpalo, parente di Alessandro e suo tesoriere, durante l’assenza del re aveva mal amministrato la cassa reale, e scappò, accolto dagli Ateniesi. Demostene era stato accusato di aver ricevuto una somma di denaro da arpalo e fu condannato a pagare una somma esorbitante, finendo in carcere, da dove evase. La morte di Alessandro risvegliò l’azione antimacedone; Demostene fu richiamato in patria, ma il macedone Antipatro sconfisse gli insorti in Tessaglia. Demostene, per prevenire la cattura, preferì suicidarsi.
Demostene durante tutta la sua vita si opporrà duramente a Filippo insieme al partito antimacedone. Divenne simbolo del patriota in lotta per l’indipendenza del proprio paese di fronte a un nemico soverchiante, idealizzandone la figura. La sua personalità presenta delle analogie con quella di Cicerone, ma Demostene ha una visione politica più limitata e retrograda, incapace di individuare in Filippo l’uomo dei tempi nuovi, restando nostalgico e legato al passato.
Prima Filippica: propone un’azione antimacedone e una serie di immediate contromisure economiche e militari così da scuotere l’indifferenza dei cittadini nei confronti di una minaccia incombente.
Terza Filippica: la più violenta e appassionata orazione contro il re macedone.
Eschine nel suo discorso Contro Ctesifonte, che aveva proposto di incoronare Demostene per le sue benemerenze civiche, lo accusa di illegalità ed attacca l’azione politica di Demostene, responsabile della rovina di Atene. In quest’occasione, Demostene pronunciò l’orazione Sulla corona, in difesa di Ctesifone. Il successo fu tale che Eschine dovette andare in esilio. E’ considerato il suo capolavoro oratorio, un’apologia, ma sarà anche il suo ultimo successo politico.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community