Parti nuove della tragedia di Euripide
- Il prologo è sempre necessario: se lo spettatore era a conoscenza prima di ciò che andava ad assistere, poteva concentrarsi meglio sul dramma che veniva a concretizzarsi sotto i suoi occhi.
- Agone tragico: veniva svolto in occasione delle tragedie che vedeva i vari tragediografi affrontarsi tra di loro; il contrasto tra i personaggi della tragedia.
- Resis: il racconto tra i protagonisti che mettono da parte il momento del contrasto
- Sticomitia: un discorso concentrato in un verso, caratterizzato da un ritmo veloce, carico di parole; le battute veloci che si scambiano i personaggi
- Coro: assume una funzione più lirica rispetto ad Eschilo e a Sofocle: da questa dimensione si arriverà al melodramma, la fusione tra le parole e il canto.
- Per quanto riguarda il linguaggio: parlato, molto vicino al prosastico, perché le tematiche affrontate riguardavano le vicende quotidiane; si perde la solennità di Eschilo e la dignità di Sofocle. Euripide usa il trimetro giambico (sei piedi giambici, tre metri, nelle sedi dispari il giambo può essere sostituito da un dattilo o dall'anapesto).
- Le tragedie di Euripide sono caratterizzate, in quanto tali, da un finale drammatico. L'unica tragedia che ci giunge con un finale non drammatico è l'Alcesti, probabilmente rappresentato al posto di un dramma satiresco.
- Uccidere i figli per danneggiare il marito, è una delle conclusioni come quella della Medea.