Esopo
La tradizione favolistica ha origine in Asia Minore, luogo delle colonie ioniche, sotto l’influenza delle prime civiltà mesopotamiche. Ha origine da una tradizione orale-popolare; quindi, la tradizione non scritta continuò a vivere anche quando il genere letterario si era ormai affermato.
I personaggi sono sempre tratti dal mondo animale perché spesso erano in analogia col mondo degli umani e si comportavano attraverso metafore in una realtà umana, nascosta dall’apparenza.
L’intento di queste favole è quello di dare una morale, una spiegazione.
Con Esopo ha inizio questo genere. Le notizie sulla sua vita sono vaghe. Sarebbe vissuto a Samo tra il VII e VI secolo a.C. al tempo della poetessa Saffo. Amando i viaggi, in essi avrebbe incontrato i Sette Sapienti e il re della Lidia. Si pensa che fosse morto ucciso dagli abitanti di Delfi, poiché era stato incolpato di aver rubato un’ampolla dal loro santuario.
A lui si fanno risalire circa cinquecento brevi racconti raggruppati in tre raccolte in età bizantina.
I racconti sono preceduti da una introduzione e seguiti da un epilogo. Racconti molto brevi e per questo efficaci, diventando a volte veri e propri proverbi, veri e propri aspetti della vita, legati ad un’etica basata sul buon senso.
I personaggi sono animali dotati di antropomorfismo, quindi di parola, con vizi e virtù tipici degli uomini. A volte, ci sono anche personaggi del mondo vegetale oppure oggetti. Rari sono gli uomini e sono presenti favole con protagonisti dei ed eroi.
Il linguaggio è semplice e piano perché riproduce il discorso parlato. Una fondamentale caratteristica è la brevità per dare un significato ‘breve e coinciso’. La lingua è il greco letterario di età ellenistica anche se in alcune favole si riscontrano tracce di dialetto ionico.