La favola è un breve componimento in prosa, che narra fatti immaginari, i cui protagonisti sono spesso animali e uomini. La fine della favola ha sempre un insegnamento detto morale, e qualora i protagonisti siano animali, essi incarnano sempre vizi e virtù umane. La favola è spesso definita erroneamente “apologo”, che è diverso perché in esso possono agire a volte solo uomini e il fine moralistico è più esplicito. La favola si differenzia anche dalla parabola, che per quanto uguale all’apologo è riferita solo ai vangeli e dalla fiaba, che non è un sinonimo.
La fiaba infatti narra fatti fantastici con l’unico scopo di divertire, senza dispensare insegnamenti e al posto degli animali, il più delle volte agiscono personaggi fantastici, come fate, streghe, folletti etc.
Il padre della favola greca è senza dubbio Esopo. La sua figura, dal punto di vista storico è un po’ confusa, pare sia nato in Tracia e da schiavo sia diventato in seguito un uomo libero ad Atene, dove imparò la lingua greca. Le favole esopiche in nostro possesso sono circa 400, compilate in età medievale. Purtroppo oggi non possiamo leggere le favole così come le scrisse Esopo poiché furono soggette a rielaborazioni successive. Tutte queste favole comunque, per il fatto che come oggi furono usate a scopo educativo, non caddero nel dimenticatoio grazie al contenuto etico, al sottile umorismo ed all’immortalità dei fatti narrati, sempre attuali.