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Indice

  1. Esiodo - Le opere e i giorni
  2. La Giara di Pandora
  3. Analisi

Esiodo - Le opere e i giorni

"Le opere e i giorni" è un poema epico didascalico. In questa opera, l'autore greco Esiodo espone una serie di insegnamenti etici e anche delle indicazioni pratiche sul lavoro. Il poeta cerca di conciliare l'éris (la contesa) con la dike (la giustizia) nella conflittuale società greca dell'epoca. Inoltre, esiste sia un'éris cattiva, la quale spinge gli uomini alla violenza e alla cattiveria, che un'éris buona, che porta a provare una salutare invidia rispetto ai successi altrui, generando degli stimoli positivi in chi la prova.

La Giara di Pandora

Il re degli dèi, Zeus, decide di punire tutto il genere umano.
Prese questa decisione perché, durante la suddivisione delle offerte per i sacrifici animali, Zeus fu ingannato dal titano Promèteo, il quale lo spinse a scegliere una porzione di poco valore, affinché gli uomini si potessero nutrire del resto. Dunque, il re degli dèi nascose il fuoco agli uomini, ma il titano Prometeo riuscì a rubarlo e restituirlo. Quindi, per vendicarsi, il dio scelse di condannare tutti gli uomini sulla Terra. Zeus ordinò ad Efesto di formare dalla terra una figura di una donna bella quanto una dea. Inoltre, chiese ad Atena di insegnarle le arti e ad Afrodite di renderla bellissima e irresistibile agli occhi degli uomini. Per finire, a Ermes domandò di renderla scaltra e bugiarda. Tutti loro obbedirono. Zeus chiamò questa donna Pandora, poiché tutti gli dèi le avevano donato qualcosa e anche essa era un "dono" speciale per gli uomini. Ermes la portò da Epimèteo, il quale era stato avvisato dal fratello Prometeo di non accettare mai nessuna offerta fattagli di Zeus. Nonostante ciò, egli accettò e comprese di aver sbagliato solo in seguito. La donna levò il grande coperchio dalla sua giara, disperdendo mali e morbi fra gli uomini. Dentro la giara rimase soltanto la speranza, perché l'aveva richiusa per volere di Zeus.

Analisi

Promèteo è un Titano che assume il ruolo di protettore degli uomini. Proprio per questo motivo inganna Zeus per ben due volte. Simbolicamente, egli è un Dio civilizzatore, ma per Zeus è soltanto un ribelle da punire, in quanto è sovvertitore dell'ordine universale.

Zeus punisce il ribelle ingannandolo: manda sulla Terra un male mascherato da bene, ossia una donna bellissima che maledirà tutto il genere umano. Gli dei danno il loro contributo nella sua realizzazione: Efesto la plasma, Atena la istruisce e Afrodite le dona bellezza e fascino. Pandora riceve da Ermes un animo scaltro e spregiudicato e le viene consegnata una giara piena di mali. Epimèteo va contro il fratello Promèteo e accetta la donna come dono. Pandora apre il coperchio della giara, consegnando agli uomini dolori e malattie. Chiusa nella giara rimane soltanto la Speranza (a simboleggiare o l'infelice e doloroso destino umano o l'incertezza sul futuro).
Il mito ha, inoltre, una chiara connotazione misogina. Infatti, la fine della serenità dell'essere umano coincide con la nascita di una donna, quando, in realtà, il vero malfattore fu proprio Zeus.

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